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Rischio clinico

Infermieri e resilienza nel garantire la sicurezza dei farmaci

di Monica Vaccaretti

Gli infermieri qualificati, che in tutto il mondo sono responsabili della salvaguardia della sicurezza dei pazienti, incluso l'uso sicuro dei medicinali, mostrano comportamenti resilienti per mantenere la sicurezza del sistema in risposta ad una serie di fattori scatenanti contestuali ed ambientali, dimostrando di sapersi adattare ai rischi dinamici nei sistemi complessi in cui lavorano. È il risultato di una revisione sistematica pubblicata sul British Medical Journal, che ha indagato sulla resilienza dimostrata dagli infermieri nella pratica della somministrazione dei farmaci in ambito ospedaliero, una specifica funzione infermieristica che richiede tra l'11,8% e il 29,1% del loro tempo di lavoro e che, sebbene sia eseguita rispettando la regola dei “Cinque diritti” (5 R), rappresenta il 54,9% degli errori clinici.

Pensiero critico parte della competenza professionale degli infermieri

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La sicurezza si estende oltre le regole e le procedure che richiedono pensiero critico e giudizio come parte della competenza professionale infermieristica.

Gli autori ritengono che questa pratica, pur garantendo che il paziente giusto riceva il farmaco giusto alla giusta dose, al momento giusto e tramite la via giusta, non tenga conto anche dei fattori umani e di sistema che mettono a rischio la sicurezza nella somministrazione.

Spiegano che, se dapprima la sicurezza era definita tradizionalmente come l'assenza di incidenti e libertà da rischi inaccettabili, ora l'attenzione non deve essere rivolta solo alla prevenzione del rischio e degli errori, ma anche alla preservazione della sicurezza in condizioni variabili, adattandosi cioè ai rischi previsti ed emergenti definiti resilienza del sistema.

Esistono quindi dei rischi dinamici verso i quali occorre progettare sistemi e pratiche che siano maggiormente resilienti. La sfida infermieristica è pertanto quella di promuovere, supportare ed imparare dagli adattamenti reattivi che mantengono la sicurezza durante la somministrazione dei farmaci.

Lo studio evidenzia come gli infermieri svolgano un ruolo fondamentale di resilienza ogni qualvolta mettono in atto pratiche adattive e compensatorie, preservando e creando sicurezza durante lo svolgimento delle loro attività assistenziali.

Riconoscendo la natura complessa del lavoro clinico, gli autori sottolineano che ciò avviene perché il “lavoro svolto” nella pratica quotidiana dagli infermieri è spesso in contrasto con quello “pianificato o immaginato”, stabilito in politiche e linee guida.

Nel documento la resilienza nella somministrazione dei farmaci viene definita come l'insieme di pratiche compensative o adattive fisiche o mentali che rispondono al rilevamento di rischi per la sicurezza del paziente prima, durante o dopo il processo di somministrazione dei farmaci ai pazienti, dove l'infermiere modifica o si discosta dal modello di lavoro pianificato allo scopo di mantenere la sicurezza.

Gli autori sottolineano come gli infermieri sappiano rispondere alla necessità di gestire tale sicurezza proprio grazie alla loro capacità di adattarsi, anticipare ed apprendere in maniera proattiva per salvaguardare il sistema.

I risultati suggeriscono che gli infermieri sanno mantenere sicurezza ed affidabilità nella routine e fanno delle scelte nelle loro pratiche adattive a seconda del contesto e dei fattori scatenanti. Tali adattamenti ampiamente reattivi risultano tuttavia intermittenti e di breve durata, nonché in tempo reale, per preservare la sicurezza che viene momentaneamente a mancare.

Si tratta quindi di misure messe in atto per compensare e rispondere alle complessità del lavoro nell'ambiente sanitario moderno. Poiché la resilienza non risulta quindi stabilizzata ed integrata nel lavoro quotidiano e nel tempo, ciò comporta la perdita di opportunità di raggiungere un ambiente lavorativo pianificato, coerente e ad alta affidabilità.

I risultati degli studi di revisione evidenziano anche che gli adattamenti da parte degli infermieri si verificano quando i protocolli standardizzati disponibili non corrispondono alla realtà del lavoro clinico.

Queste variazioni nella pratica possono essere viste pertanto come occasioni per mantenere la sicurezza. Per sviluppare un'assistenza sanitaria resiliente e contribuire ad una più ampia sicurezza organizzativa dei sistemi sanitari la ricerca futura dovrebbe tradurre le strategie di resilienza temporanee, messe in campo dagli infermieri, in affidabili reti di sicurezza per il recupero degli errori nel tempo, portando potenzialmente ad una migliore sicurezza anche nella somministrazione dei farmaci.

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