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Esami di laboratorio

Linfociti: i valori ematici di riferimento

di Sara Pieri

Il valore ematico di riferimento dei linfociti varia in base al laboratorio analisi che analizza il campione; in riferimento al laboratorio unico di Area Vasta Romagna, l’intervallo di riferimento risulta essere: linfociti: 1.00 - 4.00 * 10^9 /L. Il riscontro di linfocitosi (aumento dei linfociti) può essere conseguente a diverse condizioni cliniche come ad esempio: infezioni batteriche o virali, epatiti, leucemie linfocitiche. Casi di linfocitopenia (diminuzione dei linfociti) possono essere correlabili ad esempio a: stati di sepsi, leucemia, AIDS, malattie autoimmuni.

Cosa sono i linfociti

I linfociti sono cellule prodotte dal sistema tessutale linfoide, sono uno dei tre elementi della serie bianca del sangue e tramite i propri recettori di membrana mediano la risposta immunitaria proteggendo l’organismo da minacce di batteri, virus, parassiti, funghi. Si possono trovare negli organi linfoidi primari, secondari, nel sangue e nella linfa.

Esistono tre tipi di linfociti: Linfociti T, Linfociti B e Cellule Natural Killer.

Linfociti T

Il termine deriva dal recettore presente sulla superficie cellulare che risulta essere un recettore detto “delle cellule T” (acronimo TCR).

Vengono prodotti dal midollo osseo e successivamente migrano per completare la loro maturazione fino al timo. Il loro meccanismo è il seguente: una volta prodotti vengono immessi nel circolo sanguigno, le loro dimensioni sono ridotte fino a che non incontrano un antigene (nonché una sostanza estranea all’organismo) che stimola il linfocita a ingrandirsi fino a diventare plasmacellula in grado di secernere gli anticorpi specifici per quel determinato antigene, inattivandolo. Sono selettivi su antigeni proteici. Una volta divenuto plasmacellula, essa va incontro a processi di mitosi dando così vita a una serie di linfociti aventi al loro interno memoria dell’antigene responsabile della risposta immunitaria, facendo sì che l’organismo possa rispondere più rapidamente ad una medesima minaccia. Tali cellule con memoria si localizzano nei linfonodi e nella milza.

Linfociti T helper (CD4). Cellule in grado di aiutare (“helper”) la risposta immunitaria secernendo citochine.

Linfociti T citotossici (CD8). Cellule in grado di svolgere un’azione diretta di eliminazione della cellula infetta.

Linfociti B Sono le uniche cellule capaci di generare anticorpi, in grado di riconoscere molecole come carboidrati, proteine e lipidi. Le proteine degli anticorpi si trovano sulla membrana del linfocita e fungono da recettore per gli antigeni senza necessità di presentazione degli stessi sulla cellula infetta. Vengono prodotti e completano la loro maturazione nel midollo osseo
Cellule natural killer Sono cellule chiamate così a causa della loro azione distruttiva (“killer”) nei confronti di cellule infette, specialmente virus, e di cellule disfunzionali come quelle tumorali. Vengono prodotte nel midollo osseo per poi migrare e completare la loro maturazione in altri tessuti. Le cellule Natural Killer rilasciano citochine e chemochine in grado di causare la lisi delle cellule infette. Il loro meccanismo di azione prevede il riconoscimento delle cellule infette tramite il complesso maggiore di istocompatibilità (acronimo MHC), il quale si espone sulla membrana cellulare rendendo visibile la minaccia al sistema immunitario dell’organismo; ma non solo, la loro peculiarità rispetto alle precedenti è quella di poter agire anche in assenza di MHC, in situazioni che causano uno stress cellulare, il che significa che tali cellule possono intervenire in processi di difesa immunitaria laddove altre non riuscirebbero a riconoscere la minaccia
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