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salute mentale

Stop alla contenzione meccanica entro il 2023

di MS

Il Ministro della Salute Speranza, superata la rigidità ed il rigore con i quali ha gestito la Pandemia, ora si appresta ad affrontare una nuova sfida: superare la contenzione meccanica. Si tratta di un progetto molto ambizioso, che tuttavia non elimina e non eliminerà definitivamente le attività di contenimento dei malati, ma di certo rappresenta una iniziativa tesa a sensibilizzare le coscienze di chi opera nei luoghi di cura della salute mentale. Il progetto si colloca nel filone della cultura “no restraint”, già intrapresa alcuni anni fa con una iniziativa a cura della Conferenza delle Regioni (anche in quella occasione vennero prodotte sette raccomandazioni), tesa a delineare strategie di prevenzione della contenzione fisica.

La contenzione meccanica è superabile? Lo garantisce il Ministro Speranza

In occasione della seconda conferenza nazionale “Per una salute mentale di comunità”, a conclusione del suo intervento, il titolare del Dicastero della Salute afferma di aver raggiunto un importante risultato: il tavolo tecnico sulla salute mentale ha prodotto un documento e lo schema di Accordo per il superamento della contenzione meccanica nei luoghi di cura della salute mentale e tale bozza è stata poi inviata alla Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome.

In realtà già nel 2015 il Comitato Nazionale di Bioetica aveva invitato le strutture e le istituzioni ad affrontare un percorso in tal senso, estendendolo anche nei confronti degli anziani istituzionalizzati in strutture sociosanitarie. Seppure in ritardo e con una prospettiva di applicazione e capillarizzazione non del tutto ottimistica (basti pensare che un censimento a cura della Conferenza delle Regioni nel 2017 aveva certificato che solo alcune Regioni erano conformi alle raccomandazioni fissate nel 2010), l’iniziativa è meritevole di riflessione e approfondimenti, soprattutto se si pensa al fatto che nei servizi del Dipartimento di Salute Mentale la contenzione meccanica è un fenomeno poco conosciuto e poco monitorato.

Un ampio spazio della pubblicazione è dedicato agli aspetti giuridici (carenti e deboli nel nostro ordinamento giuridico-legislativo), tanto che vengono elencate alcune considerazioni utili per redimere molte questioni ancora aperte:

  • La contenzione non è un atto sanitario, né un atto medico non avendo nessuna finalità terapeutica, diagnostica o lenitiva del dolore
  • La contenzione produce il peggioramento delle condizioni psicofisiche della persona, con esiti negativi che possono arrivare fino alla morte
  • La contenzione, confermando la natura violenta della cura psichiatrica, aumenta la resistenza a rivolgersi ai servizi e lo stigma nei confronti della malattia mentale
  • La contenzione non è rispettosa dei principi di cui agli art... 13 e 32 della Costituzione e della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità
  • L’art. 54 del Codice penale, ove ricorrono le condizioni del “pericolo attuale di danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo”, esclude la responsabilità penale dell’operatore, ma non legittima in alcun modo la contenzione
  • Le diverse raccomandazioni concordano nel sollecitare il definitivo e stabile superamento della contenzione attraverso azioni volte a monitorare il fenomeno, investire nella formazione, individuare standard di struttura e di processo, promuovere la verifica degli interventi, garantire la trasparenza dei luoghi di cura

Contenzione e servizi di neuropsichiatria per infanzia e adolescenza (NPIA)

Utile è, inoltre, il capitolo che precede le sette raccomandazioni. Si tratta infatti di alcuni elementi specifici di cui tener conto nei servizi di neuropsichiatria per l’infanzia e l’adolescenza (NPIA):

  • I genitori devono sempre essere coinvolti nei percorsi di cura, salvo diversa disposizione dell’Autorità Giudiziaria: anche nei casi più estremi, di limitazione o decadenza della responsabilità genitoriale, corre comunque l’obbligo di informarli
  • Il consenso dei genitori non è sufficiente per l’attuazione di terapie in assenza dell’assenso del minorenne
  • La minore età del paziente rappresenta un’aggravante qualora venga effettuata una contenzione
  • La presenza di un eventuale consenso dei genitori non rende in alcun modo lecita una contenzione
  • I momenti di crisi particolarmente violenti possono essere gestiti ricorrendo ad una corretta de-escalation
  • La formalizzazione di un vero e proprio piano di crisi condiviso, così da rendere tutti maggiormente competenti nella gestione della crisi
  • La gestione della crisi e del discontrollo comportamentale nelle persone con disabilità è possibile e richiede l’utilizzo di strategie mirate
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