Infermieri sulle ambulanze. Caro Bugani, ecco chi siamo
Infermiere di 118 risponde a Massimo Bugani del M5S
Le faccio davvero i miei complimenti. Non deve essere facile per una persona con il suo curriculum (striminzito direi, se per riempirlo ha dovuto rivangare l'educazione ricevuta dai genitori, le esperienze scolastiche, una carriera da calciatore modesta e ben 13 righe dedicate ad una fiaba che ha scritto oramai 20 anni fa...) trovarsi a ricoprire un ruolo di responsabilità e di rappresentanza in una grande città come Bologna.
Del resto forse questo è come voi 5 stelle avete sempre inteso la politica: tutti ce la possono fare , miracolati da un sistema che ha permesso a chiunque, con poche manciate di voti, di essere catapultato dal nulla a posti decisionali di spicco sul panorama locale e nazionale.
Insomma, io ho due lauree triennali , una laurea magistrale (più una seconda che sto conseguendo) e un master di primo livello, eppure non mi sentirei pronto per fare serenamente e con coscienza quello che fa lei.
A mio modo di vedere amministrare la cosa pubblica non può e non deve essere un trampolino di lancio per persone di dubbie capacità e competenze , ma il punto di arrivo per conclamati meriti nel proprio campo che il singolo decide di mettere a disposizione della collettività tutta. Del resto la scienza spiega bene questa distorsione, nota come di Dunning-Kruger , in cui paradossalmente sono i poco esperti che, non avendo strumenti cognitivi adeguati al contesto di riferimento, tendono a sopravvalutarsi .
Tornando a noi, chissà se sa che proprio Bologna ha fatto da apripista nella creazione del sistema di emergenza extra-ospedaliera per come oggi lo conosciamo , grazie ad anni di collaborazioni e sinergie tra Professionisti Sanitari (medici, infermieri ed autisti-soccorritori) che giorno dopo giorno, negli anni, hanno strutturato un sistema performante ed efficiente , che garantisce una risposta rapida e qualificata a garanzia della salute del cittadino, che rimane sempre la priorità.
Se tutto il mondo va nella direzione di un soccorso affidato ad una figura professionale specifica adeguatamente formata mentre in Italia siamo a dibattere sterilmente dell'opportunità di far salire sui mezzi di emergenza persone per il solo fatto che possono fregiarsi del titolo di "medico", allora forse qualcosa non sta andando per il verso giusto.
E la colpa di tutto questo è anche, e soprattutto, di gente come lei, crogiolata nella sua profonda ignoranza sull'argomento, che non sente il bisogno, nonostante il ruolo di grande responsabilità che ricopre, di documentarsi ed informarsi prima di aprire la bocca e di lanciare strali contro un'intera categoria .
Mi preme ricordarle come i 200.000 infermieri circa che ci sono in Italia hanno tutti un titolo di studio superiore al suo, che evidentemente era troppo impegnato a correre dietro ad un pallone per potersi dedicare con profitto ad acquisire competenze degne di nota.
Nello specifico, io e i miei colleghi infermieri di 118 , ottimamente coadiuvati dagli autisti-soccorritori (perché solo autisti non sono, prendendo parte attivamente a tutte le fasi del soccorso) con cui lavoriamo, per operare a bordo di un mezzo di soccorso abbiamo dovuto affrontare una lunghissima formazione base e post-base , nelle aule e sul campo, oltre ad avere tutti un background importante in termini di esperienza di "area critica" (rianimazione, pronto soccorso, terapia intensiva...).
L'infermiere è, nel 2018, un professionista laureato dotato di una propria autonomia professionale , un proprio campo di azione e con il diritto/dovere di assumersi le responsabilità per quanto compie nell'esercizio della sua professione: nonostante questo affermazioni incaute, tendenziose e probabilmente in malafede come la sua gettano discredito su un'intera categoria e instillano il dubbio nel cittadino-utente, che avrà il timore di non essere adeguatamente soccorso nel momento del bisogno, in una fase estremamente critica dove peraltro l'alleanza e la collaborazione tra operatore e paziente risultano fondamentali per una buona riuscita delle manovre di soccorso.
Ci ha definito "Semplici" , in una prima versione del suo post che ha maldestramente provato a far sparire, e probabilmente semplici lo siamo davvero: ma non nel senso che intende lei.
Siamo semplici, perché ci arrangiamo con quel che abbiamo , sacrifichiamo vita privata e interessi per un lavoro che spesso assorbe tutte le nostre energie fisiche e mentali, ci troviamo a volte a dover fare "nozze con i fichi secchi" con risorse sempre più scarse.
Nonostante questo amiamo il nostro lavoro e lo facciamo con la serietà e la competenza che mettiamo a disposizione di chiunque ne abbia bisogno , anche di quelli (probabilmente come lei) che quando suoniamo al campanello e diciamo Buongiorno ci rispondono E il medico dov'è?
Lavoriamo anche per quelle persone, per far capire loro come possiamo offrire loro ciò di cui hanno bisogno, all'interno di percorsi condivisi e definiti chiaramente da protocolli operativi .
Ha avuto i suoi "15 minuti di celebrità", come profetizzava Andy Wharol, ma non ne sentivamo assolutamente la necessità.
Giulio Palazzi , un infermiere
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