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Benevento

Barone e la tesi anti-infermieristica: sono stato frainteso

di Redazione

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Tenendo conto delle peculiarità territoriali del Sannio ribadisco che è assolutamente auspicabile un'equipe di emergenza composta da medico, infermiere ed autista per garantire efficacia degli interventi e sicurezza delle cure. Così Luigi Barone, responsabile nazionale Coesione Territoriale Lega Salvini Premier, ha risposto alla Società Italiana degli Infermieri di Emergenza, spiegando meglio la sua posizione. Il Direttivo nazionale della Siiet nei giorni scorsi aveva contestato le sue dichiarazioni con le quali manifestava perplessità e contrarietà sulla decisione presa dall’Asl di demedicalizzare le ambulanze del 118 di Benevento.

Demedicalizzazione 118, Barone spiega la sua posizione sugli infermieri

luigi barone

Luigi Barone, responsabile nazionale Coesione Territoriale Lega Salvini Premier

Ritenendo sia inconcepibile portare la discussione ad un'inutile contrapposizione, l'esponente politico esprime rammarico per il fatto che le sue parole sono state fraintese e ridotte ad una narrazione fuorviante.

Ci tiene a sottolineare che la sua posizione sulla questione non è contro gli infermieri ai quali rinnova apprezzamento e gratitudine, riconoscendone il lavoro encomiabile svolto spesso in condizioni difficili e, talvolta, assumendosi responsabilità non rientranti nelle loro competenze, qualora trasportino pazienti in codice rosso senza medico dal territorio all'ospedale.

Si dice persino d'accordo con Siiet quando, riferendosi alla sua frase, spiega che si condanna il paziente ad una morte certa se non si forniscono cure adeguate, si decide di non mettere in atto trattamenti salva vita e se le condizioni di un sistema sanitario impediscono l'accesso alle cure necessarie.

Tuttavia, torna a ricordare che, in seguito alla demedicalizzazione delle ambulanze decisa dall'Asl di Benevento, si sono registrati purtroppo casi di pazienti in codice rosso che sono deceduti senza diagnosi e terapia durante i soccorsi effettuati con la sola assistenza infermieristica.

Non lo dico per mera presa di posizione ma con numeri ed esempi alla mano. È accaduto a Ginestra degli Schiavoni, Cusano Mutri e San Bartolomeo in Galdo, rimarca elencando le località del Sannio in cui l'intervento sanitario sarebbe stato effettuato soltanto dagli infermieri portando al decesso del paziente. Secondo Barone, in altri casi come a Forchia, dove l'ambulanza è arrivata con il medico a bordo, il paziente ha avuto invece salva la vita. Riferisce che sono soprattutto i cittadini che abitano in aree distanti dal capoluogo a sentirsi penalizzati dalla riorganizzazione dell'Asl. Sono allarmati da questi ripetuti episodi, non dalle mie parole, chiosa tornando sull'accusa che gli è stata rivolta di creare inutili allarmismi nella popolazione.

Barone ritiene altresì condivisibile l'opinione, sostenuta dai sindacati, che la presenza degli infermieri sulle ambulanze abbia inequivocabilmente ridotto gli esiti negativi in quanto essi possono fornire in autonomia cure di emergenza efficaci ma rimarca che ciò che non è consentito dalla normativa è l'inversione dei ruoli professionali. Se il medico non può sostituire l'infermiere nelle sue competenze è altrettanto vero il contrario, non potendo l'infermiere procedere alla formulazione della diagnosi e della conseguente terapia, di esclusiva competenza medica.

Se da un lato, con la demedicalizzazione delle ambulanze, si riducono i tempi dell'intervento degli infermieri, dall'altro si aumentano i tempi di azione del medico, specifica. Prevede inoltre che, venendo a mancare un filtro sul territorio, i ricoveri della rete 118 aumenteranno congestionando una rete ospedaliera già intasata.

Suggerisce pertanto che l'Asl di Benevento, senza procedere ad ulteriori demedicalizzazioni, potrebbe garantire l'assistenza medica sulle ambulanze facendo ricorso alle prestazioni aggiuntive, considerando che ha il 62% dei medici in organico. Concede che si potrebbe giustificare la demedicalizzaione soltanto nelle Asl con contingenti medici numericamente inferiori.

D'altra parte anche la mancata attivazione, all'Asl di Benevento, del servizio di pronta disponibilità per le emergenze rappresenta una violazione in quanto il CCNL prevede l'adozione di un piano annuale, conclude sostenendo che il dibattito in corso deve essere teso ad assicurare le migliori condizioni per tutte le parti coinvolte, medici, infermieri e soprattutto cittadini.

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