Giovanni è un infermiere che lavora in medicina a Foggia. Un reparto che purtroppo viene spesso considerato come ultima spiaggia per i pazienti terminali. È così che Giovanni si è trovato faccia a faccia con la morte e non solo questa volta.
Faccia a faccia con la morte in medicina
Mi trovo nel mio reparto a prendermi cura di te, che non vorrai la lasagna e nemmeno la salsiccia o la bistecca, ma un semplice antidolorifico per quel male che ormai ti sta annientando.
I miei occhi sono impotenti davanti ai tuoi e tu sai già che ormai sei arrivato al capolinea. E io bugiardo ti dirò che è tutto ok e che tutto andrà per il meglio. Nel frattempo, mi accorgo che l’antidolorifico l’hai appena fatto e come un vile ti dirò di stringere i denti, perché il dolore passerà. Ma so che non è così.
Tua moglie e tuoi figli si aggrappano anche alla mia figura. E io non potrò incoraggiarli, perché il mio viso non mentirà. Passano le ore, vedo il tuo viso sempre più tirato e quegli occhi infossati e il naso sempre più aculeo. Sei gonfio di liquidi, le tue gambe edematose e il tuo respiro sempre più superficiale.
La pressione non è più rilevabile e il medico prescrive di somministrati l’Emagel. Mi adopero subito, come se lavassi la mia coscienza, anche se non ne sono convinto. Ah dimenticavo … sei cristiano … quasi quasi chiamo il frate. E lo dico anche ai parenti, che con rassegnazione acconsentono. Arriva il frate, che con le sue parole ci inonda di pace e quiete.
Un momento: ma sei freddo, non sento il polso … chiamate il medico che io comincio l’Rcp … Ormai è da qualche minuto che mi starai guardando dal soffitto della camera e mi starai dicendo:
Ma cosa stai facendo? Non lo vedi io sono felice adesso e non porto più quel peso gravoso addosso? Sono libero come una farfalla che è uscita dal suo bozzolo. Ti ringrazio per tutto quello che mi hai fatto
Dopo un po’ anche il medico mi dice: Lascia stare, ormai non possiamo fare più niente
. Esco dalla camera e trovo i parenti che vogliono notizie ed io come al solito dico loro: Rivolgetevi al medico
. Ma loro hanno già capito tutto.
Mi ritrovo a un tratto avvolto da un silenzio surreale e mi trovo, impotente, davanti a te Morte e a te chiedo l’onore delle armi. Nulla posso. Ma c’è silenzio e nel silenzio rispetto il tuo corpo nudo e la natura umana.
Giovanni, semplice infermiere
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