Condivido questo tratto della mia divisa, perché in tanti hanno paura dell’ambito oncologico, ancor più degli Hospice, quando questi garantiscono cura e dignità fino al fine vita. Perché vivo un'équipe infermieristica straordinaria e unita, per il il benessere del paziente. Leggo di lamentele, reparti al collasso, infermieri appena laureati e già stanchi di portare la divisa . Scegliendo questo lavoro, ci incamminiamo verso un mondo fatto di persone umane, di persone arrabbiate, che non hanno scelto un letto di ospedale. Persone, al contempo, capaci di farti sentire amata con due parole, solo perché gli hai messo il cuscino bene dietro la schiena alle 3.30 del mattino. Essere infermieri è un’arte, diceva Florence. Aveva ragione: la più bella tra tutte le arti .
Stringimi la mano, mi sento più sicura con te
In tanti hanno paura dell’ambito oncologico, ancor più degli Hospice, quando questi garantiscono cura e dignità fino al fine vita .
Un giorno come tanti altri. Parcheggia l’auto, prendi il cartellino e saluta tutti i tuoi colleghi che entrano in servizio.
Quel giorno ero addetta al trasporto di pazienti in altra struttura. Il giorno prima avevo chiesto al medico di reparto come stesse “Donna occhi Cielo”, ma quella sera non mi rispose; da lì capii che il giorno dopo l’avrei accompagnata in Hospice per il suo ultimo cammino.
Entro in reparto e la prima cosa che chiedo: dove vado oggi? La dottoressa si gira, mi guarda e: Fede la porterai tu, i figli ti aspettano lì .
Dopo 13 anni di Hospice e ora mesi di oncologia sembra tutto tranquillo e lineare, ma sussistono pazienti che entrano silenziosamente nel tuo cuore, senza bussare, con un semplice sorriso.
Vado in camera con la barella di trasporto e: Bella signora, andiamo dai tuoi figli? Sì Fede, andiamo. Sono un po’ agitata .
Usciamo dalla stanza e si crea un qualcosa che in questi mesi non era accaduto: tutti la salutavano, tutti l’abbracciavano, tutti scambiavano con lei sguardi di amore e riconoscenza reciproca.
Fede vieni qui vicino a me, dobbiamo parlare. Stringimi la mano . Da lì la condivisione di due vite, un viaggio di un’ora che sembrava stesse durando secondi; mi raccontava l’amore per i figli, per le nuore, per il proprio lavoro e soprattutto per la Vita che tanto le aveva donato e troppo presto le stava togliendo.
Nella semplicità mi fa domande sulla mia vita e anche li sembrava ci conoscessimo da anni, perché i suoi occhi non ti guardavano come tutti gli altri…
Quegli occhi ti ascoltavano
Sai Fede, io so dove sto andando. Voglio solo dirti che lo so, ma che ce l’ho messa tutta. Ora prendi il mio telefono e scrivi i messaggi che ti chiedo .
In questi momenti indossi sì una divisa professionale, ma la stessa richiede umanità e in quel momento il suo bisogno era tranquillizzare i suoi due delfini.
Appena arrivate, una miriade di persone ad aspettarla. L’emozione sale, ti rendi conto di quanto amore avesse donato quella donna nella sua vita.
Prima di scendere: Fede, saluta tutti da te. Siete Angeli, non cambiate la vostra passione negli occhi . Difficile non far scendere una lacrima .
L’accompagnai a letto, i suoi figli fuori… un abbraccio durato minuti e un Addio in silenzio.
Ci rivedremo, donna Cielo
Commento (0)
Devi fare il login per lasciare un commento. Non sei iscritto ?