Il problema siamo noi. Siamo bravi a rivendicare i nostri diritti e a tenere comizi all’interno degli spogliatoi, nelle medicherie, nei corridoi, ma poi ci nascondiamo dietro un velo di omertà .
Infermieri, siamo in tempo per salvarci? Questo dipende da noi
Ad oggi non credo ci sia un futuro per questa professione, ogni giorno qualcuno cerca di emergere a discapito di un collega .
Se mi chiedete perché oggi sono un infermiere non so più rispondere, un tempo mi brillavano gli occhi ad una domanda del genere, mentre oggi il mio sguardo è fisso al pavimento…
Ogni giorno mi trovo a sopravvivere in un contesto che opprime i pensieri, che rappresenta una gabbia per tutti coloro che provano ad esprimere il proprio pensiero, che studiano per creare un’assistenza migliore, per tutti coloro che sognano e sognavano di dare il proprio contributo a questa bellissima professione.
Essere demoralizzati, affranti e confusi ad oggi vuol dire essere infermieri ; pian piano gli stimoli vanno via, la voglia svanisce e la rabbia fa da ombra all’amore che ci ha spinto verso questa professione.
Il problema siamo noi . Siamo bravi a rivendicare i nostri diritti e a tenere comizi all’interno degli spogliatoi, nelle medicherie, nei corridoi, ma poi ci nascondiamo dietro un velo di omertà.
I nostri colleghi vengono massacrati, offesi, demansionati… E noi? Noi fermi, inermi ad osservare tutto questo. Forse realmente meritiamo di essere trattati così.
Ad oggi non credo ci sia un futuro per questa professione, ogni giorno qualcuno cerca di emergere a discapito di un collega, cosa più grave è che ci riesce, anche grazie a chi lo permette.
Studiare e fare sacrifici non serve a nulla, perché in questa professione chi più sa avrà sempre meno spazio, viviamo in contesti di invidia, lavoriamo con chi ha il complesso di superiorità, con chi ancora oggi crede che la professione infermieristica è la stessa di 20 anni fa…
Concludo dicendo che è inutile dannarci la vita, il cambiamento non verrà mai, perché seguiamo gli stessi ideali da troppo tempo, seguiamo chi ci comanda e non chi dà la vita ogni giorno nelle corsie mettendo a rischio la propria incolumità fisica.
Per diventare migliori non serve lodare chi ci comanda, ma serve proteggere e credere nel collega di tutti i giorni che vive la nostra vita, che lotta per i nostri stessi diritti e che magari ci crede ancora nonostante si senta schiacciato da coloro che non fanno il nostro bene e non lo faranno mai.
Siamo in tempo per salvarci o no? Questo dipende da noi .
Dario Solimene | Infermiere
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