Prima di poter analizzare il nuovo Codice Deontologico dell’anno 2019, è bene dare uno sguardo alle reazioni che esso ha provocato, in maniera positiva e negativa. Va precisato in merito che la sua emanazione è avvenuta in data 13 aprile, sostanzialmente alle porte di un lunghissimo ponte di quasi tre settimane - fra festività pasquali, la pausa antifascista per il 25 aprile e il primo maggio - e di conseguenza, nel periodo esaminato (14 aprile – 1 maggio), non molti sono stati i contributi a disposizione. Ciò nonostante, quelli presenti possono dirsi sufficienti per tracciare un quadro analitico cui riferirsi.
Nuovo codice deontologico degli infermieri sulla stampa nazionale
In primo luogo si può partire dal peso dato dalla stampa a livello nazionale. Con una sommaria – e contestabile ricerca in relazione al metodo – abbinando al nome di un quotidiano nazionale (o regionale) la definizione “codice deontologico infermieri 2019” non si sono ottenuti risultati in relazione ai seguenti quotidiani: La Repubblica, La Stampa, Il Corriere della Sera, Libero, Il Fatto Quotidiano, Il Giornale, Il Messaggero, Il Resto del Carlino, Il Piccolo, Il Sole 24 ore, Il Mattino, Il Giornale di Sicilia, Il Secolo XIX, L’Osservatore Romano, La Nazione, L’Avvenire, Il Gazzettino, La Gazzetta del Mezzogiorno, Il Centro.
Vero è che la notizia è stata comunque diffusa dall’Ansa e che molto probabilmente fra le pieghe della cronaca in diversi quotidiani sia apparsa. Dalla rete però è emersa unicamente una diffusione su media di informazione di spessore minore (tanto per citare quelli che sono risultati immediatamente evidenti sul web: L’Alto Adige, Aska news, Puglia press, Varese press, L’ora, Corriere Nazionale, Likenews Calabria, Gazzetta di Firenze, Casalina web, Coina news).
Sostanzialmente la notizia è presente, con commenti vari, sui principali media di settore (oltre il sito della Fnopi, ovviamente) quali: Nurse24.it, Quotidiano Sanità, Dica 33, Dott net, Sanità informazione, Panorama Sanità, Infermieri attivi, Nursetimes, Comparto Sanità. Sul sole 24 ore Sanità probabilmente ci saranno dei riferimenti in seguito. Vanno segnalate inoltre tutta una serie di articoli redatti da parte dell’associazionismo sanitario e dei pazienti, in misura di circa un terzo delle associazioni coinvolte.
Le posizioni favorevoli
Detto questo ciò che va rilevato è il contenuto, o meglio le varie prese di posizione che possono sintetizzarsi in due distinti schieramenti: favorevoli e critici. Nel primo caso si annoverano i comunicati da parte della Fnopi, relativi a quello di comunicazione dell’avvenuto cambiamento, di sottolineatura dei vari passaggi fatti nella costruzione del CD ed anche in relazione alla presentazione alla Pastorale del 13 e del 14 maggio prossimi a Caserta.
Diversi poi gli articoli a favore in particolare da parte delle Associazioni coinvolte nel processo di revisione. Qua e là toni fra l’elegiaco e il trionfalistico per un codice che sancisce la figura dell’infermiere manager, protagonista nel governo clinico, sulle competenze avanzate, sul fine vita e sull’adeguamento alla legislazione vigente.
Interessante, fra i molti, il commento dell’OPI di Firenze che sottolinea l’adeguamento di questo nuovo codice alle esigenze di legge, scrivendo: “Un documento che ha seguito un iter procedurale complesso anche alla luce delle importanti modifiche della giurisprudenza quali la cd legge Gelli – L. 24/2017 sulla riforma della responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie, la legge 219/2017 sul consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento (DAT) e la legge 3/2018 che tratta di sperimentazioni clinica”.
Di rilievo anche la lettera indirizzata a Quotidiano Sanità dal medico Manlio Converti e dall’infermiera Michela Fantuzzi, ove si plaude alla scelta antidiscriminatoria chiara, espressa nel nuovo CD, anche in relazione all’orientamento sessuale, al pari del CD degli psicologi e differentemente da quello dei medici. Un altro intervento a favore è quello di Lucia Teresa Benetti, che considera un passo epocale aver sottolineato che il tempo di relazione è tempo di cura.
Il fronte delle critiche negative
Sull’altro fronte qualche nota critica a livello individuale e sindacale. In questo secondo caso sono pervenuti i commenti da parte dell’ULS (Unione Lavoratori Sanità) e del Nursing up, che sottolineano come il nuovo codice non risolva le questioni relative alle problematiche del demansionamento, mentre l’ULS evidenzia come ci si trovi ancora davanti ad una raccolta senza soluzione di continuità di doveri, impegni, vincoli i quali, alcuni ridondanti, contribuiscono ad espandere sia materialmente che virtualmente la sfera di azione del professionista sanitario
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Probabilmente a livello dei social diverse saranno state le critiche, ma va ricordato come riesce difficile dare una valutazione ad un ambito – quello dei social, appunto - abbastanza controverso nella sua veridicità e rappresentatività.
Va ricordato l’intervento critico del presidente Emiliano Carlotti dell’Opi di Pisa, cui fa eco a sostegno ulteriormente Marcella Gostinelli su Quotidiano sanità, in cui rimarca la forzatura generale che questo codice porta con sé e che gli infermieri si ritroveranno ancora una volta a subire qualcosa deciso in maniera autoritaria.
Diversi interventi interessanti su Nurse24. Uno della collega Daniela Berardinelli, che evidenzia come il CD oscilli fra novità ed occasioni perdute, riferite in particolare gli ambiti di riferimento del professionista. Un articolo sulla contenzione (Giuseppe Sasso), argomento preso in considerazione anche su Quotidiano Sanità con un comunicato della Rete multi-professionale del FVG per la lotta alla contenzione.
Critico anche l’articolo su Infermieriattivi di Franco Ognibene, specie in relazione alla non uniformità dei contesti e alla soggettività interpretativa in merito a concetti quali il decoro, l’immagine ed altri.
Ancora sul fronte sindacale un inedito intervento (su Comparto sanità) dell’ufficio stampa della FP CGIL nazionale, che commenta in maniera variegata al CD, plaudendo comunque a futuri sviluppi. Seguono infine due articolati interventi di Ivan Cavicchi che attaccano frontalmente la scelta fatta dalla Federazione, affermando che nel contenuto e nella metodologia la stesura del nuovo CD in sostanza “ha ucciso” la stessa deontologia e alla fine non sia altro che un atto di propaganda della Federazione. In questo Cavicchi sottolinea ancor più l’esistenza di una questione professionale per gli infermieri, già sollevata in passato.
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