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oncologia

Danzare migliora l'integrazione del corpo con la mente

di Monica Vaccaretti

Danzare fa bene a tutti. Ai malati con problemi fisici che si sentono a disagio con il loro corpo. A persone con problemi psicologici che tendono a ritirarsi perché si imbarazzano a mostrarsi al gruppo. A persone rigide che hanno bisogno di scoprire il piacere della flessibilità e della sinuosità. Lo sostiene la dottoressa Paola Onestini, psicoterapeuta, che ha aperto il simposio internazionale “L'arte oltre la malattia”, evento che si è svolto a Vicenza lo scorso 24 settembre organizzato dall'Associazione Amici del Quinto Piano per sensibilizzare sulla malattia oncologica. Consiglio a tutti di danzare perché dà importanza sia al movimento che alla relazione creando opportunità di aggregazione e piacevolezza nell'incontro con l'altro da sé. La danza è indicata soprattutto per le persone ammalate che hanno maggiori difficoltà a tessere relazioni con il mondo esterno. Permette di potenziare le loro abilità sociali. Considero la danza una forma terapeutica complementare.

Promuovere la salute attraverso la danza

Danzare significa essere centrati sulle proprie risorse e i propri punti di forza, non su patologie e disfunzioni.

La dottoressa Onestini, che è stata infermiera prima di dedicarsi alla psicologia clinica e alla psiconcologia, ha presentato una profonda riflessione sul legame tra l'arte della danza e la malattia, inteso come un dialogo tra il corpo, la mente e la spiritualità della persona.

Come infermiera ha sempre lavorato a contatto con i corpi delle persone e, cambiando profilo professionale, ha mantenuto tuttavia il desiderio di prendersi cura del corpo da un punto di vista clinico. Ci riesco con l'analisi funzionale di Will Davis, una psicoterapia corporea del profondo, che ha lo scopo di mobilizzare l'energia vitale nell'organismo ristabilendo la coordinazione bioenergetica spontanea dell'essere vivente con conseguente graduale riorganizzazione di pensieri, comportamenti ed emozioni. Secondo la psicoterapeuta lavorare con il corpo e toccare il tessuto connettivo è importante, perché la sua architettura ed il suo funzionamento risultano strettamente connessi al concetto di energia e di sviluppo psicofisico.

Danzare è fare movimento con gli effetti salutari che questo atto comporta. Praticandola ci si sente meglio nel proprio corpo, perché lo si percepisce maggiormente. Aumenta la consapevolezza delle varie parti di sé, che altrimenti resterebbero dimenticate, quasi addormentate. Viene stimolata una maggiore sensorialità con la possibilità di trarre piacere dal movimento, in quanto viene migliorata la coordinazione, la tonicità muscolare e la postura. Viene inoltre potenziato il funzionamento dell'apparato cardiovascolare e polmonare. Pertanto, danzare migliora l'integrazione del corpo con la mente.

La mente è pensiero guidato dalla ragione. È sede di sentimenti ed emozioni, desideri e volontà, che nascono nel punto di congiunzione tra mente e materia, passando dall'una all'altra in tutti e due i sensi influenzandole entrambe. Per questo motivo è importante che l'essere umano venga inteso nella sua interezza, nella sua unità mente e corpo - ha spiegato la dottoressa Onestini -. Ciò comporta che la malattia possa prendere la via del corpo o della mente. L'ammalarsi della mente va intesa soprattutto come rigidità di una parte del funzionamento mentale quotidiano che allontana la persona da sé stessa e dal suo esserci autenticamente nelle relazioni interpersonali. Diventa allora particolarmente importante il rapporto che le persone hanno con sé stesse, con il proprio corpo e i propri pensieri. Per avere una mente sana occorre sviluppare flessibilità, contenere e superare le paure e capire cosa eventualmente non funziona tra sé e l'altro.

La psicoterapeuta ritiene che la danza abbia un valore enorme per la mente, perché permette alla persona di fare esperienza di libertà, di ricerca di un ritmo che stimola l'espressione di sé e allo stesso tempo genera emozioni e sviluppa sensazioni. Danzare, e danzare insieme, sani e malati, senza finalità professionali, agisce sull'integrazione sociale, permette a ciascuno di sentirsi adeguato, in sintonia con la musica e con il gruppo, senza temere il giudizio altrui.

La danza ci permette di essere

Danzare significa essere centrati sulle proprie risorse e i propri punti di forza, non su patologie e disfunzioni. Spiega che la pratica della danza determina un incremento delle capacità cognitive e favorisce la protezione del cervello da demenza e malattie degenerative del sistema nervoso, rappresentando quindi un efficace supporto terapeutico per il recupero di automatismi motori perduti causati da alcune malattie.

Come sosteneva Alexander Lowen, padre della bioenergetica, il corpo parla un linguaggio nelle posture e nell'atteggiamento che assume in ogni suo gesto, anticipando e trascendendo l'espressione verbale. Pertanto, la danza va globalmente ad influire sugli schemi di pensiero e sulla strutturazione della personalità perché è in grado di coinvolgere pensieri, emozioni e comportamenti.

Comunemente si ritiene che l'anima sia la parte vitale e spirituale di un essere vivente distinta dal corpo fisico. La danza può essere considerata una sorta di meditazione ed intesa come un percorso verso una maggiore centratura, una più ampia consapevolezza di sé stessi, verso una più vera dimensione interiore.

Danzare diviene il mezzo attraverso cui entrare in contatto con le nostre emozioni e con tutte le sensazioni che il corpo ci rimanda. Danzare è liberatorio, aumenta la nostra autostima. Attraverso il movimento possiamo incontrare ed esprimere molti aspetti di noi, accoglierli ed integrarli, mettendo così in atto un atteggiamento di accettazione e di amore per noi stessi.

La dottoressa ricorda inoltre che quando si danza il cervello produce endorfine, sostanze che danno un senso di benessere e leggerezza. La danza rappresenta un'attività psicofisica con grandi potenzialità rigeneratrici in grado di promuovere salute, benessere e consapevolezza di sé perché contribuisce a ridurre lo stress e a contenere l'ansia. Se ci muoviamo permettiamo ad altre parti di noi di esprimersi. I gesti della danza e la concentrazione necessaria per eseguirli possono aiutare una mente affaticata e in tensione a lasciarsi andare e a rilassarsi.

La dottoressa Onestini ha concluso il suo intervento ribadendo che la danza fa bene a qualsiasi persona, perché si rivolge primariamente alla parte ancora sana della natura umana, presente in ogni essere. È manifestazione dell'essere vivi e possibilità di trasformazione. Ci permette non soltanto di sentire il nostro corpo, ma ci permette di essere.

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