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Salute

Influenza, due morti per le conseguenze del virus A/H1N1

di Monica Vaccaretti

L'influenza desta preoccupazione a Vicenza dove in poche ore, tra il 7 e l'8 gennaio, all'ospedale San Bortolo sono deceduti due uomini di 47 e 55 anni, affetti da gravi patologie pregresse, a causa di una grave forma di polmonite interstiziale, la complicanza peggiore provocata dal virus H1N1. Si tratta della variante largamente diffusa responsabile della maggior parte dei casi (80%) che si stanno verificando nelle ultime settimane in Italia con sintomi importanti. Altre quattro persone, soprattutto una donna per cui si è resa necessaria la circolazione e ventilazione extracorporea (Ecmo), versano in condizioni critiche, in pericolo di vita, in Terapia Intensiva per gravi insufficienze respiratorie provocate dal virus influenzale. A Vicenza si è verificato un eccezionale numero di casi gravi, ha sottolineato il primario Vinicio Danzi descrivendo una situazione complessa ed impegnativa. Emerge inoltre che tutti i pazienti in condizioni più gravi risultano residenti in un'area fortemente circoscritta.

A/H1N1 e Sars-CoV-2, vite rubate dai virus per il flop delle vaccinazioni

ospedale san bortolo

Ospedale San Bortolo di Vicenza

Nessuno dei pazienti colpiti così severamente risulta vaccinato con l'antinfluenzale. I morti non vaccinati sono vite rubate dal virus. Abbiamo vaccinato poco, ha dichiarato il direttore di Malattie Infettive del San Martino di Genova, Matteo Bassetti, secondo il quale anche la campagna contro l'influenza è stata disastrosa, parimenti a quella con la versione aggiornata contro il Covid.

Conosciamo il virus H1N1 e i decessi non sono inaspettati, ha sottolineato commentando i decessi a Vicenza. L'Asl della città berica ha lanciato un appello a sottoporsi alla profilassi, in quanto questo ceppo influenzale è contenuto nel vaccino, ricordando che è disponibile gratuitamente per tutti i soggetti a rischio e tutte le categorie indicate nel ministero ma che è assolutamente consigliato ad un pubblico più ampio.

Intanto si registrano casi simili anche in Sardegna, all'ospedale di Lanusei, in provincia di Nuoro, dove sono state ricoverate cinque persone, due delle quali in terapia intensiva per polmonite da virus influenzale di tipo A (H1N1). Pur assicurando che non c'è allarme, per prevenire il contagio la direzione sanitaria sarda raccomanda alla popolazione la vaccinazione, oltre ad una buona igiene respiratoria e al lavaggio regolare delle mani.

A/H1N1 pdm09 o pandemic disease Mexico 2009, noto come influenza suina, fu responsabile di una pandemia iniziata in un grande allevamento di maiali in Messico. Si trattava di un virus ricombinante, derivante da sequenze genetiche provenienti da esseri umani, suini ed uccelli che scatenò un numero elevatissimo di casi nel mondo sino a due anni dopo la dichiarazione della sua conclusione nel 2010.

Come Sars-CoV-2 oggi non finisce e provoca ancora forme gravi, così A/N1H1 da virus pandemico è già diventato stagionale, a differenza di quello di Covid-19. Per entrambi tale passaggio non dipende tanto da mutazioni virali ma piuttosto dalla diffusione nella popolazione di una immunità nei confronti del patogeno infettivo.

In una nota in cui spiega che gli ospedali stanno reggendo la doppia ondata nonostante siano occupati al 95%, la Direzione Prevenzione della Regione Veneto specifica che è improprio definire suina l'influenza in corso in quanto H1N1 ha perso il suo carattere di virus non stagionale. Il recente report dell'Oms conferma che la mortalità per influenza è sovrapponibile a quella precedente al periodo della pandemia. Ogni anno i virus respiratori determinano un aumento dei ricoveri e della mortalità nel periodo di circolazione, osserva Francesca Russo, Dirigente della Sanità Veneta, secondo la quale allo stato attuale i dati sono in linea con le stagioni influenzali del periodo pre-pandemico. Rimane in ogni caso importante la sorveglianza attraverso i medici di medicina generale, i pediatri e la sorveglianza ospedaliera.

Mentre si attende il picco previsto a gennaio, la Confederazione degli oncologi, cardiologi ed ematologi (Foce) ha manifestato grande preoccupazione per la situazione allarmante che si sta verificando dichiarando che gli ospedali sono in affanno e i sistemi di emergenza si ritrovano nel caos, per la combinazione delle acuzie prodotte contemporaneamente dall'infezione Covid e dall'influenza, a causa principalmente del flop delle vaccinazioni.

I dati di copertura sono nettamente inferiori rispetto agli anni precedenti. Inoltre, si registra l'effetto negativo dell'allentamento delle misure di distanziamento e delle mascherine, concause della tragedia che sta colpendo ulteriormente la nostra sanità, soprattutto gli anziani e i fragili, spiegano gli esperti.

Nella nota i medici della Foce denunciano che, se i pronto soccorso sono da incubo e le corsie ospedaliere sono sotto assedio, con molte centinaia di pazienti in attesa per giorni di trasferimenti in reparti di degenza ordinaria o di terapia intensiva, la causa è da ricercare in una campagna vaccinale che è stata inadeguata, fiacca ed insufficiente a tal punto da non poter evitare il mix concomitante di patogeni.

Dichiarano che la situazione allarmante va ben oltre la carenza cronica di posti letto ospedalieri e di personale medico ed infermieristico. Esprimono sconcerto per la mancanza di qualsiasi programmazione ed organizzazione di una campagna vaccinale che si preannunciava già difficile ed evidenziano altresì lo spreco di risorse pubbliche per il mancato utilizzo di enormi quantità di dosi vaccinali già acquistate dallo Stato.

Dichiarano inoltre di essere estremamente preoccupati per l'aumento progressivo della mortalità da Sars-CoV-2, che non si è mai arrestata negli ultimi sei mesi, dopo il crescente livello di contagi iniziato già a settembre. Nel 2023 da 40-50 decessi alla settimana registrati a luglio-agosto si è passati a 150 morti a ottobre, a 290 a novembre, a 425 a fine dicembre. Nella prima settimana del 2024 si contano già 371 decessi. Il Covid resta ampiamente sottostimato, i contagi non sono documentabili.

Non è vero che la pandemia è finita nei numeri. Il virus non è mai scomparso e continua a circolare a livelli elevati. Il carico di malattia che determina si è andato ad aggiungere a quello di un'influenza particolarmente aggressiva e contagiosa. Secondo gli esperti la campagna vaccinale è stata insoddisfacente per la mancata adesione da parte della popolazione nella quale si è largamente diffusa la convinzione che tutto fosse passato.

Intanto anche l'Oms ha lanciato l'allarme sulla mortalità da Covid-19. Per il Direttore Generale diecimila morti a dicembre sono numeri inaccettabili. Rispetto a novembre si è registrato un aumento del 42% dei ricoveri ospedalieri e del 62% dei ricoveri in terapia intensiva. Sebbene 10 mila morti in un mese siano decisamente inferiori rispetto al picco della pandemia, sono morti prevenibili, ha sottolineato Ghebreyesus.

Considerando che tali cifre si basano sui dati provenienti da meno di 50 Paesi, principalmente in Europa e nelle Americhe, e che certamente ci sono aumenti in tutto il mondo ma che non vengono segnalati, l'Oms torna a sollecitare i governi di mantenere la sorveglianza e il sequenziamento, garantendo l'accesso ai test, ai trattamenti e ai vaccini. Ed invita le persone a vaccinarsi, a sottoporsi ai tamponi, ad indossare le mascherine dove necessario e a garantire ventilazione nei luoghi chiusi affollati.

Infermiere

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