Questo il filo conduttore che ha accomunato gli interventi della tavola rotonda “I bisogni della sanità si modificano nel tempo”, organizzata nell’ambito dell’evento formativo ‘Nutrizione e lesioni, rischi e responsabilità: ieri, oggi e domani’ svoltosi oggi - 26 novembre - a Reggio Emilia.
Circa 200 i professionisti presenti: infermieri, medici, dietisti. A riprova che il bisogno del paziente e le necessità del professionista devono essere considerate in modo multidisciplinare. E gli interventi ne hanno messo in luce le molteplici sfaccettature: progetti infermieristici di assistenza, il rapporto con il paziente e con la cittadinanza, la valutazione dei rischi e l’organizzazione delle competenze all’interno delle aziende sanitarie.
Un esempio di integrazione è quello condotto dalla Dott.ssa Angela Peghetti affrontando il tema della disabilità correlata all’assistenza. Partendo dallo studio dei principali fattori sistemici e assistenziali che aumentano l’insorgere di situazioni di questo tipo durante il ricovero ospedaliero ha elaborato un progetto – come lo ha definito la stessa Paghetti - per sensibilizzare gli infermieri a migliorare le pratiche assistenziali
. E quindi gruppi di lavoro sull’individuazione dei fattori di rischio sistemici, assistenziali e sulle principali buone pratiche da adottare.
E l’insorgere di problemi connessi al ricovero ospedaliero è il cuore dell’attività di un risk manager ed è stato anche il centro dell’intervento del dottor Pietro Ragni. La parola d’ordine, dal suo punto di vista, è una: Considerare gli outcome sui pazienti e sui parenti
. Perché con rischio clinico non bisogna intendere solo i possibili eventi avversi, ma bisogna considerare la sicurezza del paziente nella sua globalità. Non abbiamo solo la responsabilità di non arrecare danni di salute – ha sottolineato il dottor Ricagni - , ma di non esporre nessuna delle persone in carico a conseguenze negative
. E tra queste ci sono anche i parenti. Per questo è necessario prestare attenzione a qualsiasi comportamento che si sceglie di adottare.
Il verbo scegliere, con una valenza etica e morale, ha un ruolo centrale per il Dott. Luca Rossi. Per il medico fare scelte è un esercizio quotidiano – spiega Rossi – e queste possono essere individuali, di strategia clinica o di governo clinico”. Ma in tutto questo il professionista non può prescindere da etica e morale, “gli strumenti per fare la miglior scelta possibile.
Un esempio di come le scelte aziendali ricadono sui professionisti è emerso dall’intervento della Dott.ssa Marina Iemmi che ha presentato il legame tra centralità del paziente e la contemporanea specializzazione e integrazione del professionista dal punto di vista di un dirigente infermieristico. Gli elementi di integrazione sono molteplici: tra ospedale e territorio, tra diversi professionisti e tra differenti competenze. Tutto per adottare – come spiega Marina Iemmi, attualmente dirigente delle professioni sanitarie all’Arcispedale Santa Maria Nuova IRCCS di Reggio Emilia – i metodi organizzativi più consoni al nostro paziente
. E se il futuro punterà necessariamente sui servizi territoriali, già oggi all’interno del presidio ospedaliero occorre differenziare la formazione degli operatori. Il nostro ospedale – spiega Marina Iemmi – si caratterizza per due fabbisogni: integrazione e specializzazione. Questi elementi devono coesistere e stare insieme
. La traduzione è la formazione di un professionista con particolari conoscenze che devono essere messe in rete per “la centralità del paziente”, facendo anche ricorso a figure o forme organizzative specifiche come il primary nursing, il case manager, l’infermiere di ricerca o quello dedicato alle cure palliative”.
Oggi le competenze necessarie nel mondo sanitario talvolta quasi travalicano il mondo dell’assistenza: Diventa sempre più importante – dichiara il Dott. Orazio Cassiani, responsabile del servizio infermieristico tecnico e riabilitativo della casa di cura Villa Verde di Reggio Emilia – definire un connubio tra la formazione sanitaria e la capacita di fare management all’interno dell’area sanitaria. Si tratta di un’attività relegata prevalentemente al manager ma che in realtà richiede competenze specifiche di tutti i professionisti del mondo sanitario.
Una necessità anche per “offrire un ventaglio di opportunità" al paziente che abbiamo l’obbligo e etico e morale di poter sostenere.
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