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editoriale

Il numero socchiuso per i medici, e le altre professioni?

di Annalisa Silvestro

Abbiamo letto, sia sulla stampa di settore sia su quella rivolta al grande pubblico, una notizia interessante per tutti coloro che si occupano, a vario titolo, di sanità. In entrambe le tipologie di “media” si legge con caratteri importanti: “è stato superato il numero chiuso per accedere a Medicina e Chirurgia”, “Medicina, accesso per tutti”, “Stop al numero chiuso a medicina” e titoli similari. La nostra prima reazione è stata: ma perché si parla di stop al numero chiuso solo per l’accesso a Medicina e Chirurgia? E tutti gli altri corsi di laurea sanitaria? È facile pensare che la decisione, che è politica, sia la conseguenza della diffusa idea che nel nostro Paese ci sia una grande e soprattutto generale carenza di medici. Chi però è informato sulle questioni della sanità o deve assumere decisioni che ricadono sul sistema sanitario, non può non sapere che se c’è un vero e reale bisogno di aumentare gli accessi ai percorsi accademici sanitari, questo è ben più ampio per le professioni sanitarie e particolarmente per la professione di infermiere, che è ormai avviluppata in una crisi, anche per il reclutamento di studenti, che possiamo definire drammatica. Subito dopo però ci siamo detti che era certamente opportuno approfondire la questione, visto che non è così infrequente che i “mass media” riferiscano prevalentemente di medici quando invece le notizie di cui scrivono riguardano anche altre professioni sanitarie.

Ed infatti, approfondendo, è emerso che è proprio così

La Commissione Cultura Senato ha approvato il testo base sulla revisione delle modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia, in odontoiatria e protesi dentaria e in medicina veterinaria.

Mercoledì 24 aprile nella 7^ Commissione “Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport” in sede referente è stato discusso l’Atto del Senato n.980 con titolo “Disposizioni in materia di abolizione del numero chiuso o programmato per l’accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia e delle professioni sanitarie”.

All’Atto n.980 è stato assegnato il titolo breve di “Accesso ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia”.

È possibile che il Titolo breve abbia indotto a riferire che l’Atto del Senato riguardasse esclusivamente il corso di laurea in Medicina e chirurgia mentre ai fatti non è proprio così.

Il testo dell’atto non è ancora pubblicato, ma spulciando su quanto riportato dai media di settore si evince che in realtà non è stato abolito il numero chiuso; è stato cancellato il metodo attuale di selezione ai corsi di laurea sanitari. Non più una selezione in ingresso con il sistema a test, ma un accesso aperto a tutti ossia libero.

Da quanto è dato leggere, ci sarà comunque una scrematura al termine del primo semestre del corso di laurea frequentato. Finito il semestre chi avrà conseguito tutti i crediti formativi di area medica, potrà andare avanti; gli altri potranno utilizzare quanto acquisito per un altro corso di studi affine che dovrà essere indicato come seconda scelta al momento della doppia e gratuita iscrizione. Continuerà dunque ad esserci un numero programmato definito in base all’effettivo bisogno di medici (per i quali sarà più facile poi entrare nelle scuole di specialità) e delle altre figure sanitarie per il SSN.

L’iter parlamentare dell’Atto dovrebbe essere rapido, vista l’approvazione all’unanimità del testo ma, va detto, che per rendere effettivo il tutto sono necessari i relativi decreti attuativi per i quali il tempo stimato è di 12 mesi. Si dovrà quindi aspettare il 2026 prima di una effettiva entrata in vigore di questa importante novità. I commenti della Politica sia nazionale che regionale sono tutti positivi e di grande soddisfazione.

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