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Ucraina

Cento secondi dalla mezzanotte

di Monica Vaccaretti

Ci sono cento immagini e cento notizie che ogni notte mi bombardano la testa dopo aver ascoltato il tg della sera, non dormo mai prima di mezzanotte per conoscere e capire quel che ci sta capitando. Così vedo che a Mariupol ci sono le fosse comuni. E vengo a conoscenza che le autorità sanitarie ucraine contano 5000 civili deceduti, tra cui 210 bambini.

In Ucraina si colpiscono scuole e ospedali

Il Doomsday Clock segna cento secondi dalla mezzanotte

A Mariupol ci sono corpi cari sepolti nei giardini dei palazzi. Secondo il governo è stato distrutto il 90% delle infrastratture. A Mariupol e dintorni si spara alle persone in fuga attraverso i corridoi umanitari. Le persone cercano tra le macerie delle case quel che resta della vita. Una donna ha recuperato dei libri.

L'Oms continua a denunciare che vengono ripetutamente colpite le strutture sanitarie. Gli ospedali sono diventati obiettivi di guerra rasi al suolo dai bombardamenti. Non si contano più gli attacchi alle ambulanze e al personale sanitario. Sono crimini di guerra contro i civili.

Tra strade, trincee e campi di grano insanguinati sento che la pietà per i morti non ha bandiere, da una parte e dell'altra sono tutte vittime su cui fioriscono i girasoli. La gente vive sottoterra e le bombe fanno saltare in aria persino i morti nei cimiteri. Mi commuovo quando i feretri dei soldati ucraini passano lenti tra file di persone inginocchiate lungo la strada che porta al camposanto.

Sento l'angoscia delle madri russe che non sanno della fine dei loro figli. Inorridisco per gli stupri di guerra, sono delitti della carne e dell'anima per offendere ed annientare la dignità di un popolo attraverso il vilipendio delle sue donne. I medicinali scarseggiano, anche quelli salvavita. Ci si scompensa e si sta male senza i farmaci giornalieri. Si muore senza insulina.

È fame dopo un mese di assedio, si allungano le zuppe su pentoloni da campo. Le cure di patologie ordinarie, la prevenzione oncologica, le vaccinazioni, gli interventi chirurgici, la sorveglianza epidemiologica del Covid e dei focolai della tubercolosi: non si fa più niente se vengono a mancare le strutture e le risorse e se l'unica priorità è salvare la pelle e curare i feriti di guerra.

La guerra è sempre brutale, infame e sanguinaria. Una barbarie e una follia

Una bestialità e un atto sacrilego, ha gridato Papa Francesco. Mi chiedo che differenza ci sia tra la guerra in Ucraina e quella in Siria. Questo orrore era già tornato in Europa nelle terre martoriate dell'ex Juguslavia (1991-2001), abbiamo forse dimenticato Milosevic e Sebrenica? Non era meno feroce ed era più vicina, al nostro confine. Questa è forse soltanto più mediatica ed ibrida. Moderna. In diretta.

È diversa dalle altre guerre perché stavolta c'è la reale e concreta minaccia all'uso delle armi nucleari. I grandi della Terra ne parlano sin dai primi giorni del conflitto. Forse perché questa non è una piccola guerra locale, ma ha tutte le potenzialità di scatenare una guerra globale. Le dinamiche sono simili alle precedenti mondiali.

C'e qualcosa di profondamente sbagliato, come se dopo la pandemia il mondo avesse perso la ragione e l'orientamento verso la pace e la sicurezza globale. Il mondo non è più lo stesso o forse è tornato ad essere quello di prima o quello che è sempre stato. Guerrafondaio. Si sta riarmando perchè si sente in pericolo, la diplomazia impazzita non riesce a risolvere il conflitto forse perchè non si tratta soltanto di interessi geopolitici ma di valori e principi inalienabili come la libertà.

Mi chiedo quale sia il limite di tolleranza e di sopportazione e il punto di rottura e di non ritorno. Bisogna cancellare la guerra dalla storia dell'uomo prima che sia la guerra a cancellare l'uomo dalla storia, si è appellato il pontefice all'Angelus di domenica 27 marzo, allarmato dalla minaccia di una guerra nucleare. Mi sembra un'utopia. Poichè l'allarme è lanciato anche dagli uomini di scienza, c'è da crederci sulla fondatezza della paura.

Da due anni il Doomsday Clock segna cento secondi dalla mezzanotte

Le lancette si sono fermate, ma anche se il tempo resta apparentemente immobile in attesa degli eventi che lasciano in sospeso il mondo, la mezzanotte è molto vicina e drammaticamente concreta. Si tratta dell'orologio della fine del mondo. Dell'Apocalisse. Di Armageddon. Dell'olocausto nucleare.

Da ben 75 anni segna il tempo che resta al mondo prima della fine, calcolandolo in base agli eventi gravi che si verificano e che possono avvicinare l'umanità alla sua estinzione, attraverso una valutazione annuale del pericolo. Le lancette dell'Orologio vengono spostate avanti o indietro ogni anno dallo Science and Security Board, un'organizzazione di informazione scientifica cui aderiscono anche 11 premi Nobel.

Il Bollettino degli scienziati atomici fu fondato nel 1947, dopo Hiroshima e Nagasaki nel 1945, da Albert Einstein, J.Robert Oppenheimer, Eugene Rabinowitch e altri scienziati dell'Università di Chicago che avevano contribuito alla realizzazione della prima bomba atomica nel progetto Manhattan. L'organizzazione ha lo scopo di fornire all'opinione pubblica, ai politici e agli scienziati le informazioni necessarie per ridurre le minacce all'esistenza umana create dall'uomo. Con l'obiettivo di garantire un pianeta più sicuro e più sano.

Si tratta figurativamente di un segna tempo che indica il rischio dell'autodistruzione nucleare, intesa come la massima minaccia possibile per mano d'uomo. Da gennaio 2022 il Bollettino - fondato in base alla convinzione che poiché gli esseri umani hanno creato questi problemi, abbiamo l'obbligo e l'opportunità di risolverli - ha reso noto che le lancette sono a cento secondi dalla mezzanotte. Si intende l'ora del non ritorno che porta alla catastrofe globale.

L'invasione ucraina da parte della Russia e la conquista della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d'Europa, hanno portato l'umanità al punto più vicino di sempre all'Apocalisse nucleare. Quando l'orologio segna cento secondi dalla mezzanotte, è sostanzialmente un conto alla rovescia. Gli scienziati hanno spiegato che i cento secondi dalla fine si basano sulle continue e pericolose minacce poste da armi nucleari, cambiamenti climatici, tecnologie dirompenti e Covid 19. Tutti questi fattori sono stati esacerbati da un'ecosfera corrotta dall'informazione che mina il processo decisionale razionale.

Ci sono stati altri due momenti in cui l'orologio ha segnato l'allarme

Nel 1953 quando le due superpotenze avevano iniziato a testare le bombe all'idrogeno. E nel 2018 con le tensioni relative alle armi nucleari e alla questione sempre più insidiosa dei cambiamenti climatici. Soltanto nel 1991 l'orologio si è fermato molto lontano dalla mezzanotte, a ben 17 minuti dal giorno del giudizio.

Erano le 23:43 nel momento in cui Stati Uniti e URSS firmarono il trattato per la riduzione delle armi strategiche. L'orologio era fermo a meno 17 minuti dalla mezzanotte anche in corrispondenza dello smembramento dell'Unione Sovietica.

Siamo in un punto in cui la situazione della sicurezza internazionale è gravemente minacciata dai fatti sul campo di battaglia e dalle parole dei leader mondiali, che talvolta esagerano e talvolta mancano di coraggio. Dalla diplomazia, che sembra aver perso la sua arte, e dalla propaganda. Da dieci milioni di profughi che rappresentano la più grande crisi umanitaria dalla Seconda Guerra Mondiale.

Per la prima volta dopo decenni ci ricordiamo di vivere sopra centinaia di testate nucleari in varie regioni del mondo. Ci rendiamo conto - ed era una consapevolezza sbiadita - che il mondo è una polveriera e che possiamo sparire dalla faccia della Terra in 45 minuti, secondo quanto emerge da una simulazione di in un attacco nucleare che coinvolgerebbe tutto l'emisfero boreale. Sin dai primi giorni di guerra si parla apertamente di deterrenza nucleare e di Terza Guerra mondiale. Fa angoscia.

Riportare indietro le lancette del Doomsday Clock

Come già capitato in passato, gli scienziati del Bollettino suggeriscono alcune misure che dovrebbero essere urgentemente messe in atto. Oltre alla riduzione della corsa agli armamenti nucleari, nel documento proposto dall'Organizzazione scientifica si legge che governi, imprese tecnologiche, esperti accademici e organizzazioni dei media dovrebbero combattere la disinformazione e la misinformazione su Internet con metodi pratici ed etici perché la tecnologia ha contribuito enormemente a creare un ambiente in cui nessuna prova concepibile o argomento razionale può persuadere i veri credenti a cambiare idea e le fratture risultanti nella nostra comune comprensione di ciò che è vero si traducono in una nazione fortemente divisa contro se stessa.

Gli scienziati atomici esortano i leader mondiali a lavorare attraverso l'Organizzazione mondiale della Sanità ed altre istituzioni internazionali per ridurre i rischi biologici di ogni tipo attraverso un miglior monitoraggio delle interazioni animali-uomo, miglioramenti nella sorveglianza e nella segnalazione internazionale delle malattie, maggiore produzione e distribuzione di forniture mediche e maggiore capacità ospedaliera.

Ritengono che per la lotta alla minaccia biologica non possiamo più permetterci di concentrare tutti i nostri sforzi su altri pericoli. Se lo facciamo, le malattie e le vite che si perderanno porteranno la lancetta dei secondi ancor più vicino alla mezzanotte.

Se l'orologio dovesse tornare indietro anche questa volta per una grande abilità diplomatica o un grande compromesso, l'umanità avrebbe comunque perso in quei cento secondi dalla fine buona parte di sé. Non si può arrivare così vicino al baratro senza cicatrici e squilibri, soltanto tirando un sospiro di sollievo. E ricominciare la vita come se niente fosse accaduto.

Non si può essere leggeri con le sorti del mondo

Trovo estremamente sconvolgente il contrasto tra un mondo che teme la guerra nucleare e un mondo che va avanti come se la Terza Guerra Mondiale non fosse affar suo. Forse è troppo inquietante per soffermarsi a pensarci, come capita con la morte.

Sembra comunque di vivere in realtà parallele. In una dimensione distorta che passa dalla notte di Kiev alla notte degli Oscar, con la stessa disinvoltura con cui si cambia canale in tv a seconda dei gusti e della voglia di distrazione e di leggerezza.

Mi fa impressione notare che qui si pensa a prenotare le ferie estive, senza restrizioni per la pandemia, con la coscienza apposto per aver marciato ogni sabato per la pace mentre dieci milioni di ucraini, tra fuggitivi e profughi, hanno lasciato le loro case.

Non si tratta di battersi il petto tra stridor di denti per una guerra che non viviamo sulla nostra pelle, ma forse dovremmo dimostrare almeno sobrietà e serietà. Se davvero siamo a cento secondi dalla fine, trovo che il contrasto sia davvero brusco. Se all'uomo restano solo cento secondi, che me ne farei di 100 secondi prima della fine?

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