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Ucraina: un anno di guerra dal fronte salute

di Monica Vaccaretti

Il 24 febbraio sarà l'anniversario del conflitto nel cuore d'Europa. Ad un anno di distanza, la guerra non dà segno di cedimento. I missili cadono come il primo giorno su campi crivellati e città rase al suolo, la linea del fronte si sposta a seconda delle offensive e delle controffensive, da una parte e dell'altra si scavano fosse e trincee. Da dodici mesi la situazione del sistema sanitario ucraino, come le condizioni di vita della sua gente di cui dovrebbe prendersi cura, è drammaticamente critica.

L'emergenza sanitaria in Ucraina continua

Ad ogni giorno di guerra che passa, aumentano le violazioni al rispetto della vita umana

Così come la Nato supporta l'Ucraina con l'invio di armi per fronteggiare l'invasione russa e sostenere la sua difesa e la sua resistenza, l'Oms da un anno fornisce tutto il supporto necessario per i bisogni sanitari urgenti della popolazione.

Sta inviando forniture mediche specializzate, coordina il dispiegamento di squadre mediche nel territorio e collabora con le autorità sanitarie ucraine per ridurre al minimo le interruzioni nella fornitura di servizi sanitari alle persone.

Il sostegno tecnico dell'Organizzazione Mondiale della Sanità è rivolto anche ai Paesi che, maggiormente di altri per vicinanza geografica, ospitano milioni di ucraini rifugiati, (Bulgaria, Cechia, Ungheria, Polonia, Repubblica di Moldavia, Romania, Slovacchia). Secondo l'UNHCR, sono oltre 18 milioni.

La salute deve rimanere un pilastro prioritario in tutte le situazioni, comprese le crisi umanitarie e le guerre. Garantire salute e benessere di tutte le persone è tra gli impegni dell'Oms il mandato centrale. Pertanto, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità è imperativo garantire che le forniture mediche salvavita, come l'ossigeno e i medicinali, raggiungano coloro che ne hanno bisogno in ogni regione ucraina.

Ed è altrettanto fondamentale proteggere gli operatori sanitari in modo che possano continuare a salvare vite umane e proteggere le strutture sanitarie in modo che rimangano funzionali, sicure ed accessibili a tutti coloro che necessitano di servizi medici essenziali.

La fornitura sanitaria è purtroppo gravemente limitata dal continuo spostamento delle zone di conflitto, dai danni alle infrastrutture e dalla carenza di energia e carburante. Occorre fornire l'Ucraina di tutto il materiale sanitario e non solo bellico, di cui ha bisogno ma – si legge in una nota Oms - in modo sicuro, protetto e rispondente all'ambiente a cui le forniture sono destinate. Occorre una pianificazione corretta e una grande capacità logistica per far fronte alle necessità sul campo e realizzare efficacemente questa iniziativa di supporto a lungo termine.

Tutto ciò che viene raccolto e preparato - grazie al sostegno e alla solidarietà della comunità internazionale a favore della popolazione ucraina – deve potersi spostare agevolmente verso le destinazioni cui è necessario. Pertanto, in collaborazione con il ministero della Salute ucraino l'Oms pubblica periodicamente un elenco dettagliato di esigenze critiche, sia per i medicinali che per i dispositivi medici urgenti e si impegna a fare arrivare il carico dove il bisogno è maggiore e a seconda delle mutevoli necessità.

Violando ogni diritto umano ed ogni Diritto Umanitario Internazionale e andando contro ogni legge degli eserciti e del cuore degli uomini, le truppe russe continuano a colpire non soltanto i civili ma anche gli operatori umanitari che sono sempre più un target, un obiettivo da colpire. Si impedisce loro di portare soccorso ai civili, di curare i feriti e di evacuare i soldati colpiti.

Ad ogni giorno di guerra che passa, aumentano le violazioni al rispetto della vita umana - penalmente perseguibili un giorno nei tribunali internazionali prima che da ogni Dio - che vengono segnalate dalle autorità ucraine, dalle Nazioni Unite e dalle organizzazioni non governative.

I membri dei medical team, ha recentemente denunciato un medico dell'esercito ucraino alle telecamere dell'emittente nazionale United24, si tolgono la croce rossa sul braccio per non farsi riconoscere come sanitari. Sono facilmente identificabili. Perché sono loro, dopo i soldati caduti nei combattimenti, che vanno a soccorrere i principali target dei cecchini. Sono il personale militare con un addestramento sanitario di base e dei traumi di guerra che è responsabile per il pronto soccorso e l'assistenza sul fronte e negli ospedali da campo. I combat medics si muovono con le truppe e ne sorvegliano la salute.

Attacchi ai sistemi sanitari

Per denunciare gli attacchi all'assistenza sanitaria in Ucraina è scaricabile sul sito Who un modulo denominato “Attacks on Health Care” gestito da Health Cluster Ukraine. Si tratta di uno strumento che contribuisce a fornire informazioni al sistema di sorveglianza dell'Oms per gli attacchi ai servizi sanitari (SSA). L'Oms definisce attacco al sistema sanitario ogni atto verbale, violenza fisica, trattamento violento che interferisce con la disponibilità, l'accesso e la fornitura di servizi sanitari di cura e prevenzione durante le emergenze.

I campi da compilare nel modulo riguardano le informazioni di contatto, il luogo dell'attacco con i dettagli della posizione e del target colpito, i dettagli dell'attacco (giorno, tipo, descrizione dell'accaduto, impatto immediato e le azioni di follow up, il numero delle vittime e la categoria).

Secondo l'ultimo report settimanale dello scorso 15 febbraio, a cura della Regione Europea dell'Oms, sono stati condotti 769 attacchi contro infrastrutture sanitarie ed operatori. Questi attacchi hanno provocato 101 morti e 131 feriti. Gli ospedali colpiti sono stati sinora 683, 98 le ambulanze, 62 i medici e gli infermieri.

Il rapporto evidenzia che sono state inviate a Kherson, con un convoglio delle Nazioni Unite, equipaggiamenti e forniture di medicinali per patologie non infettive e dispositivi medici come kit per gli interventi chirurgici, per le ustioni e per il trattamento dei traumi, disinfettanti, dispositivi di protezione individuali e farmaci per l'anestesia.

A Kharkiv e a Chernihiv è stata inviata un'importante fornitura di un generatore che ha la capacità di produrre ossigeno sul posto per oltre 20 anni così che l'ossigeno potrà essere usato per tutti quei pazienti che hanno bisogno di un supporto respiratorio a causa di ferite che richiedono interventi chirurgici, malattie polmonari acute e Covid-19. Si evidenzia che da marzo 2022 sono stati inviati in Ucraina altri 85 generatori per gli ospedali e 59 ambulanze.

Su un target di popolazione di 9.4 milioni persone, hanno ricevuto assistenza avanzata e sono stati trasferite per le cure ben 1734 persone. Vengono organizzati voli di evacuazione per tutti i cittadini che sono stati colpiti dalla guerra che necessitano di cure riabilitative in Paesi stranieri. Anche i pazienti oncologici vengono trasferiti per ricevere cure specialistiche ed appropriate. Sono state stipulate ben 192 partnership di salute. Secondo i dati UNHCR i civili feriti sono 11.756 e i morti a causa del conflitto sono 7199.

L'emergenza salute in Ucraina è complessa. Il Paese è immenso, come il suo coraggio e la sua resilienza. E riguarda più fronti, come in guerra. Il rischio maggiore, oltre alla povertà dilagante e ai traumi devastanti della guerra, è quello radionucleare. La minaccia è purtroppo sempre presente, anche se gli scontri sembrano essersi allontanati nelle ultime settimane dalle principali centrali atomiche.

Sin dall'inizio della guerra, ai sensi del regolamento sanitario internazionale, l'Oms sta lavorando altresì a stretto contatto con le autorità nazionali e le organizzazioni internazionali competenti (AIEA) per monitorare e valutare tale rischio. Il paese possiede quattro centrali nucleari operative contenenti 15 reattori. Sono presenti, inoltre, due reattori nucleari di ricerca, strutture per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi, sorgenti radioattive utilizzate nella medicina e nell'industria.

La centrale di Chernobyl, dismessa nel 1986 dopo l'incidente, ospita ancora due depositi per una vecchia unità di combustibile nucleare esaurito. I bombardamenti e gli incendi causati dall'artiglieria possono danneggiare i sistemi di sicurezza dei vari impianti.

L'Oms fornisce pertanto continua consulenza alle autorità sanitarie sul potenziale impatto sanitario dell'emergenza nucleare avvalendosi della sua rete globale di esperti (REMPAN, Radiation Emergency Medical Preparedness and response Network). Se tali eventi dovessero drammaticamente verificarsi potrebbero portare a potenziali emergenze di sanità pubblica di interesse internazionale. L'atomo, quando se ne perde il controllo, non ha confini. È necessario, pertanto, migliorare la preparazione e la risposta a tali emergenze radiologiche e nucleari attraverso il Protocollo congiunto delle organizzazioni internazionali di cui l'Oms è promotore a tutela della salute di tutti.

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