Sembra una malattia alla "moda" nel senso che negli ultimi anni sono aumentate le diagnosi, e le richieste di visite specialistiche per questa malattia. Nei supermercati e nei negozi di alimentari è facile scontrarsi in prodotti "gluten free", dove è predisposto uno spazio tutto dedicato, anche il numero dei ristoranti/pizzerie che utilizzano i prodotti per celiaci sono in notevole aumento.
Per le numerose persone questi accorgimenti (previsti proprio da leggi che ne tutelano e ne garantiscano la presenza e la diffusione) sono davvero importanti; fino a poco tempo fa, infatti, c'era una sorta di curiosa attenzione per i malati di celiachia e forse erano un pò "ghettizzati" in quanto era per loro molto complicato passare una serata in tranquillità in pizzeria riuscendo a mangiare ciò che volevano.
Quindi vogliamo fare il punto della situazione insieme alla Dr. De Marco Eliana, medico specializzata in pediatria e che ha posto i suoi ultimi anni di studio proprio su questa malattia.
Cos’è la celiachia
È l’intolleranza permanente alla gliadina, proteina contenuta nel glutine, presente nel grano, ed altre proteine affini contenute nell’orzo, segale ed in minor misura nell’avena. Si tratta di una malattia cosiddetta “autoimmune” in quanto determinata da una risposta immunitaria “esagerata” rivolta verso contenuti del cibo, in questo caso, le gliadine, che non si verifica nella maggior parte degli individui, e mediata da fenomeni interattivi fra ambiente e predisposizione genetica.
Quali sono i numeri della malattia celiaca al giorno d’oggi
La prevalenza della malattia, cioè il tasso di individui affetti sulla popolazione generale, è aumentata nel giro di qualche decennio, da 1:100 casi l’anno ad 1:300, tant’è che ad oggi è stata eliminata dall’elenco delle patologie rare a e l’incidenza, cioè il tasso di nuovi individui malati per anno varia fra lo 0,3 e l’1 % della popolazione occidentale nella quale è più rappresentata. Il rapporto Maschi : Femmine è di 1:3, il che vuol dire che il sesso femminile è nettamente più colpito rispetto a quello maschile.
Qual è la differenza fra la celiachia e l’allergia al grano
Si parla di intolleranza al glutine quando segni e sintomi della malattia vengono determinati dalla risposta immunitaria che determina positivizzazione anticorpale rappresentata dalle Immunoglobuline specifiche delle classi IgG e Ig A, cioè le Anti-transglutaminasi, Anti-endomisio e Anti-gliadina che pertanto rappresentano i markers sierologici essenziali per la diagnosi certa di malattia celiaca. Le allergie vengono determinate da una risposta immunitaria prevalentemente mediata dalle Immunoglobuline specifiche della classe IgE in associazione ad aumentati livelli di istamina in circolo. La differenziazione fra le due, non è perfettamente effettuabile attraverso l’esame clinico perché segni e sintomi possono essere sovrapponibili, dunque è possibile solo attraverso gli esami ematici, ed è indispensabile in quanto la terapia è completamente differente. Nella prima la sola dieta glutinopriva favorisce il ripristino di normali condizioni di salute, nella seconda, per una regressione della sintomatologia, è necessaria una terapia desensibilizzante.
Vista la forte correlazione nel manifestarsi della sintomatologia clinica, fra fattori ambientali e genetici, nei soggetti geneticamente predisposti, c’è la possibilità di adottare delle norme preventive per evitare il manifestarsi della malattia ?
Al momento non esiste alcun metodo preventivo, e il manifestarsi della malattia, lento o precoce, è ineluttabile. Anzi, è consigliabile, in età pediatrica, nei soggetti predisposti, anticipare l’introduzione durante lo svezzamento, degli alimenti contenenti glutine intorno ai 4 mesi, piuttosto che i canonici 6-7 mesi, proprio per favorire lo slatentizzarsi delle forme fruste di malattia. Inoltre sono a disposizione dei soggetti con fondato dubbio di malattia celiaca test di screening per l’individuazione precoce della positivizzazione sierologica.
Da un punto di vista clinico, i sintomi correlati al manifestarsi della malattia sono necessariamente gastrointestinali oppure ve ne sono altri che, se presenti, devono accendere il campanello d’allarme?
Attualmente le forme classiche, dunque legate a sintomi prettamente gastrointestinali, quali calo ponderale, vomito, inappetenza, dispepsia, dolori addominali, alvo alterno, sono in diminuzione rispetto alle forme cosiddette atipiche, cioè quadri patologici che si manifestano correlati ad anemia, diabete, osteoporosi/osteomalacia, tiroidite, epatite, infertilità e poliabortività, coagulopatie, disturbi del comportamento e dell’umore, epilessia. Inoltre sono in netto aumento le forme asintomatiche, secondo studi recenti, solo in Italia, si aggirano a circa l’ 85% gli individui celiaci non diagnosticati in quanto asintomatici, soprattutto fra gli adulti.
Qual è l’età più colpita e quali sono le patologie a cui frequentemente si associa un aumentato rischio di sviluppare malattia celiaca?
Sicuramente l’età più colpita è quella pediatrica e le patologie sono: sindrome di Turner, Down, Sotos, Neurofibromatosi, Artite Idiopatica Giovanile, tutte le patologie autoimmuni in generale, Deficit di IgA linfomi, sindrome Nefrosica.
Commento (0)
Devi fare il login per lasciare un commento. Non sei iscritto ?