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Roma: infermieri in piazza, Pronto soccorso a rischio

di Redazione Roma

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Nella capitale decine di medici e infermieri sono scesi in piazza Santi Apostoli con un sit-in, organizzato da Simeu, per chiedere una riforma strutturale che ponga fine alla cronica carenza di organico. Situazione che costringe i sanitari a turni massacranti e a dover gestire, ogni giorno, il sovraffollamento. Siamo stati in prima linea durante l’emergenza Covid, senza di noi crolla il sistema.

Infermieri in piazza contro sovraccarico Pronto soccorso

Gli infermieri chiedono una riforma che supporti il lavoro nelle corsie dei reparti di emergenza-urgenza

Se da un lato la valorizzazione del lavoro degli infermieri del Pronto soccorso passa per iniziative come quella fortemente voluta dal ministro della Salute, Roberto Speranza, con la decisione di creare una nuova indennità (data di partenza: 1° gennaio 2022), dall’altra sono molte le problematiche che affliggono chi lavora, ogni giorno, in prima linea.

Sul sovraccarico dei Pronto soccorso, ad esempio, Simeu si era già ampiamente espressa e nella giornata di oggi ha organizzato una manifestazione in piazza a Roma. Perché, seppur il provvedimento del Ministero della Sanità è stato apprezzato, per gli operatori non può essere sufficiente. Occorre mutare l’organizzazione, ridurre la pressione sui dipartimenti di emergenza degli ospedali, dichiara il presidente nazionale Simeu, Salvatore Manca. La Società italiana della medicina di emergenza-urgenza chiede al governo una riforma strutturale, a prescindere dal fatto che siano giunti i fondi per supportare il lavoro nelle corsie dei reparti di emergenza-urgenza.

Reparti emergenza-urgenza: condizioni lavorative complicate

Così oggi, mentre nel quartiere dell’Eur – presso il palazzo dei Congressi – va in scena la seconda giornata del 16esimo Congresso nazionale Aiuc (“Vulnologia di precisione, dall’empirismo alla personalizzazione”), nel centro storico della capitale, in piazza dei Santi Apostoli, decine di infermieri e medici dei Pronto soccorso si sono ritrovati per chiedere una riforma strutturale che ponga fine alla persistente carenza di organico. Condizione che costringe i sanitari a turni massacranti, a dover gestire il sovraffollamento che caratterizza ogni singola giornata con le ambulanze rimaste in attesa.

Per non parlare degli episodi di violenza ai danni degli operatori, infermieri in primis, come il recente fatto avvenuto all’ospedale San Salvatore di Pesaro. A due anni dal principio della crisi pandemica e alle porte della quarta ondata di Covid, le condizioni lavorative sono ancora tanto complicate all’interno dei reparti di emergenza-urgenza. In Italia nel 2019 si sono contati un totale di 24 milioni di accessi in pronto soccorso, orientativamente un’emergenza ogni 90 secondi. Allo stato attuale non solo non diminuiscono, ma aumentano, ha rammentato la Simeu, che riprende: Oggi, tutt’ora impegnati nella gestione della pandemia, ci ritroviamo prostrati ed esausti a continuare a combattere su due fronti mentre affrontiamo una crisi strutturale mai vissuta in precedenza. Le problematiche che ci attanagliano sono numerose e non hanno ancora ricevuto costruttive attenzioni. È giunto il momento di provare a far sentire la nostre ragioni in maniera differente.

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