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Liste d’attesa, è strappo Regioni-Governo: salta l’accordo sui “poteri sostitutivi”

di Redazione

Rottura alla conferenza Stato-Regioni: il nodo è il ruolo dell’organismo ministeriale di verifica e controllo sulle inadempienze che causerebbero le lungaggini per visite ed esami. I governatori chiedono il rinvio per introdurre delle specifiche sulla norma, ma il Ministero tira dritto. Il rammarico dei presidenti di Regione, Giani (Toscana): Nessun riconoscimento al nostro lavoro; De Pascale (Emilia Romagna): Scarsa comprensione di quello che sta avvenendo da parte del governo; Zaia (Veneto): No a un governo-superman.

Il Ministero: Non ingerenze per le Regioni, ma più garanzie per i cittadini

conferenza stato regioni

Rottura alla conferenza Stato-Regioni: i governatori chiedono il rinvio per introdurre delle specifiche sulla norma.

È un muro contro muro sulle liste d’attesa tra Regioni e Ministero della Salute e il flop della Conferenza Stato-Regioni ha confermato che i nodi difficilmente verranno al pettine. Al centro del braccio di ferro, di cui si discute da giorni, è il decreto attuativo relativo ai ‘poteri sostitutivi’ sulle liste d’attesa. In sostanza, con il provvedimento del ministero si introducono poteri diretti di intervento all’organismo centrale di verifica e controllo in caso di inadempienze gravi rispetto alle misure introdotte per ridurre le liste d’attesa in sanità.

Per le Regioni i ‘poteri sostitutivi’ previsti nel testo del decreto – in modo, a loro dire, troppo vago e con troppo margine di intervento – interferiscono nelle proprie competenze. Per il governo sono tutt’altro: una garanzia in più a garanzia del diritto di tutela della salute dei cittadini.

Il Governo respinge la richiesta unanime di rinvio delle Regioni

A conclusione della conferenza Stato-Regioni entrambi gli attori hanno espresso ufficialmente il proprio rammarico per la mancata intesa, ma anche ribadito fermamente le proprie posizioni.

Le Regioni all’unanimità avevano manifestato l’ampia disponibilità al confronto e a trovare soluzioni – riferisce la nota delle amministrazioni locali – per questo oggi hanno richiesto un rinvio del provvedimento alla prossima seduta della Stato-Regioni, ricevendo in risposta il diniego del rappresentante del Governo, che ha invece preferito l’esito di una mancata intesa.

Il ‘No’ ai poteri sostitutivi? Significa voler sottrarsi al controllo

Ribalta le responsabilità il Ministero della Salute che a sua volta esprime rammarico per la decisione delle Regioni di negare l’intesa sul decreto attuativo sui poteri sostitutivi, rispetto il quale in questi cinque mesi c’è stata una interlocuzione costante. Quindi il ministero presieduto da Orazio Schillaci puntualizza che i poteri sostitutivi rappresentano una soluzione estrema in caso di gravi inadempienze, fermo restando l’auspicio di tutti che a prevalere siano le buone pratiche.

I poteri sostitutivi sono una garanzia in più a tutela del diritto alla salute dei cittadini, non un’ingerenza nelle competenze delle Regioni – conclude il ministero – Negare a priori questa possibilità rischia di apparire più come volontà di sottrarsi a qualsiasi forma di controllo che di difendere l’autonomia regionale.

Si va verso il Dpcm

Il destino dei ‘poteri sostitutivi’ sembra delinearsi: dopo una ulteriore fase di mediazione di 30 giorni, il governo potrebbe decidere di andare avanti con una delibera motivata ad autorizzare l’adozione del provvedimento per Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, aprendo così la possibilità per le Regioni di ricorrere al Tar.

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