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Friuli Venezia-Giulia

Visite nei weekend, ok degli infermieri «ma serve personale»

di Redazione

Siamo favorevoli ad estendere i tempi di lavoro per dare risposte all'utenza sulle liste di attesa sempre troppo lunghe ma senza gente disponibile in corsia il piano non è realizzabile. Così il presidente del Coordinamento regionale delle Professioni infermieristiche del Friuli Venezia-Giulia, Luciano Clarizia, aprendo all'ipotesi di ambulatori e laboratori della sanità aperti anche il sabato e la domenica e nelle ore serali, come stabilito dalla nuova legge nazionale che ha l'obiettivo di smaltire gli appuntamenti arretrati e promuovere altresì l'aumento delle prestazioni erogate. La Regione è pronta a recepire le misure previste dalla legge, fa sapere intanto l'assessore alla salute del Friuli Venezia-Giulia, Riccardo Riccardi, intervenendo sulla questione senza tuttavia sbilanciarsi sui dettagli di un possibile allargamento delle prestazioni sanitarie in orario serale e festivo.

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Infermiera ospedale

Per permettere di effettuare le visite nei weekend al fine di smaltire le liste d'attesa è necessario un aumento di personale.

Pur aprendo all'idea di visite ed esami nel weekend, gli infermieri continuano tuttavia ad incalzare sia la Regione sia le Aziende sanitarie sulla questione degli organici insufficienti e sulla riorganizzazione del sistema.

Quello che serve è un riassetto che porti in ambulatorio, laddove sia possibile, anche lavoratori con inabilità, pur nel rispetto delle loro limitazioni, sottolinea Clarizia secondo il quale soltanto rivedendo il modello organizzativo si potrebbe trovare una parte del personale necessario a soddisfare quanto richiesto dal decreto.

Si tratta di un'idea plausibile ma dobbiamo tenere conto del problema irrisolto e gravoso delle risorse umane che sono esigue, ammonisce il presidente dell'Ordine degli infermieri di Trieste, Cristina Brandolin.

Inoltre occorre tenere conto che i professionisti hanno un'età media che si aggira sui 50 anni e con 25 o 30 anni di attività professionale alle spalle – precisa -. Bisogna pertanto capire come attuare una riforma così ambiziosa, avverte spiegando che sarebbe opportuno risolvere altresì il problema della scarsa attrattività della professione infermieristica tra i giovani. Essa rappresenta una delle cause della grave crisi che sta attraversando il mondo sanitario.

Per sostenere un aumento delle prestazioni a carico di persone già sottoposte a carichi gravosi per un lavoro ritenuto, a ragione, usurante, è chiaro che servirà anche uno sforzo economico per garantire loro degli incentivi, sottolinea Brandolin secondo cui resta comunque a monte il problema di rivedere l'intero modello del sistema.

Nel contesto di una regione con richieste di salute sempre più elevate e complesse, si potrà rendere attrattivo il contesto lavorativo soltanto superando le misure emergenziali e promuovendo un'organizzazione che riconosca pienamente nelle sue diverse articolazioni i percorsi e l'autonomia dei professionisti, conclude il presidente di Opi Trieste suggerendo che potrebbe essere una soluzione per attirare i giovani friulani verso l'Infermieristica.

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