Da una revisione sistematica della letteratura e da studi di meta-analisi condotti nel 2023 da autori del Journal of Clinical Nursing, emerge che gli infermieri di tutto il mondo sono generalmente affetti da sovrappeso o obesità. I dati sono preoccupanti, pur essendo poco chiara la prevalenza globale del fenomeno. La ricerca è stata estesa in 29 Paesi diversi in tutta la regione geografica classificata dall'Oms e ha coinvolto un campione rappresentativo di 158.775 infermieri che sono stati valutati sulla base del BMI, l'indice di massa corporea. La valutazione metodologica dei ricercatori è stata condotta utilizzando la scala Newcastle-Ottawa (NOS) e l'accordo tra i valutatori è stato misurato utilizzando il coefficiente Kappa di Cohen. Per valutare i parametri di obesità e sovrappeso è stato utilizzato il metodo Hartung-Knapp.
Infermieri a rischio obesità per fattori legati allo stile di vita
I risultati evidenziano che la più alta prevalenza di sovrappeso tra gli infermieri si riscontra nel Mediterraneo orientale e quella di obesità nel Sud-Est asiatico. Pur essendoci differenze tra le regioni, si stima che la prevalenza globale di sovrappeso sia del 31,2% e quella di obesità del 16,3%.
Secondo i dati Oms del 2021, le percentuali statistiche sono tendenzialmente in linea con quelle della popolazione generale mondiale: il 26% pesa troppo, il 13% è addirittura obeso. L'Institute for Health Metrics and Evaluation sottolineava già nel 2017 che la prevalenza è più elevata in America e in Europa.
Secondo i dati epidemiologici presentati nel rapporto “The Heavy Burden of Obesity. The economics of prevention” dell'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), quasi 1 persona su 4 è obesa. Si prevede che nei prossimi 30 anni ben 92 milioni di individui nel mondo saranno obesi o con malattie correlate al sovrappeso. Già durante i lavori del 22° Congresso europeo sull'obesità (2015) l'Oms avvertiva che nel 2030 molti Paesi avrebbero avuto più della metà della popolazione adulta sopra il limite di peso ritenuto sano.
Come i pazienti, anche gli infermieri pertanto tendono a presentare obesità addominale, girovita largo, indice di massa corporea elevato.
Considerando che infermieri normopeso sono ritenute tendenzialmente persone in salute, alla luce di questi dati le organizzazioni sanitarie e i politici, al fine di migliorare lo sviluppo della forza lavoro e l'erogazione dei servizi sanitari, dovrebbero prendere seriamente in considerazione e valutare l'aumento del rischio cui sono esposti gli infermieri, indagandone le cause per trovare soluzioni così da favorire condizioni di lavoro migliori, se si individuano fattori predisponenti, e promuovere ambienti lavorativi in cui gli infermieri possono tutelare e mantenere al meglio la loro salute metabolica.
Secondo vari studi l'accumulo eccessivo e anormale di grasso nel corpo è associato ad un aumentato rischio di sviluppare malattie croniche cardiovascolari (Ortega et.al, 2016), diabete mellito di tipo 2 (Felber & Golay, 2002), disturbi muscoloscheletrici (Wearing et al., 2006), infertilità (Kahn & Brannigan, 2017) e sindromi metaboliche dovute a dieta ipercalorica e scarsa attività fisica (Hamjane et al.,2020).
Anche l'incidenza dell'ipertensione, dell'ansia e della depressione è correlato all'obesità.
Tale rischio può essere significativamente ridotto adottando uno stile di vita sano. Le evidenze scientifiche dimostrano che un BMI elevato non solo peggiora la qualità di vita ma è associato ad un aumento del rischio di mortalità del 45%, il triplo rispetto alla norma.
Gli infermieri sono grandemente a rischio di essere sovrappeso se non addirittura obesi per molteplici fattori legati allo stile di vita: dieta scorretta, sonno irregolare a causa del lavoro a turni, stress e burnout sono i principali responsabili dell'aumento di peso.
Le differenze geografiche nella distribuzione e gravità del fenomeno tra gli infermieri sono dovute ai livelli sociali ed economici, alle credenze culturali e all'ambiente di lavoro specifico. In ogni caso tutti gli infermieri nel mondo sembrano avere un rischio medio di prendere peso, piuttosto che perderlo.
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