L'intolleranza al lattosio è una condizione clinica causata dall'assenza o dalla scarsa presenza dell'enzima lattasi che nell'intestino tenue scinde il disaccaride nei suoi due zuccheri semplici, il galattosio e il glucosio. Per la riduzione parziale o totale dell'attività dell'enzima – che si trova sulla superficie delle cellule della mucosa intestinale già dalla 23° settimana di gestazione - l'organismo è incapace di digerire completamente lo zucchero presente nel latte e nei suoi derivati. È un disturbo comune, largamente diffuso tra la popolazione generale, che non viene oggi considerato una malattia ma piuttosto un fisiologico cambiamento verso l'assorbimento del lattosio che inizia gradualmente già a circa due anni di età, quando termina il periodo in cui il latte è il principale alimento del bambino. È quindi un deficit geneticamente programmato. Dopo lo svezzamento, la quantità di lattosio tollerata, che non provoca disturbi, è variabile da un soggetto all'altro. Tale intolleranza si manifesta con disturbi tipicamente gastrointestinali, che si risolvono spontaneamente, in tutti quei soggetti in cui questa fisiologica riduzione è stata particolarmente accentuata.
Che cos’è l’intolleranza al lattosio
I sintomi correlati all'intolleranza al lattosio regrediscono eliminando dalla dieta tutte le fonti di lattosio.
Si tratta di un disturbo che può comparire sia nell'infanzia che nell'età adulta e che provoca sintomi fastidiosi come dolori addominali, gonfiore, meteorismo, diarrea e stitichezza. Si risolve limitando o eliminando il lattosio introdotto con l'alimentazione. La gravità dei sintomi è variabile, dipende dalla quantità di lattosio ingerito e dalla sensibilità soggettiva. A seconda della gravità della carenza enzimatica e della sua origine, l'intolleranza è classificata in vari livelli. Sono riconosciute tre forme di intolleranza al lattosio: genetica primaria, transitoria, congenita.
Nell'intolleranza al lattosio genetica primaria i livelli di lattasi diminuiscono naturalmente con la crescita già durante l'infanzia a causa di una mutazione nel DNA che non consente di produrre elevate quantità dell'enzima lattasi. Non c'è cura e il disturbo permane per tutta la vita. Nella forma transitoria invece la riduzione della lattasi è la conseguenza di una malattia, un intervento chirurgico o un trauma intestinale. La celiachia non controllata dalla dieta senza glutine, una gastroenterite , una malattia infiammatoria dell'intestino (Morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa) e lunghi cicli di chemioterapia e di antibiotici possono favorire la comparsa dell'intolleranza al lattosio. La condizione è tuttavia temporanea e si risolve con la disintossicazione dal lattosio, alla scomparsa dei fattori scatenanti. Può diventare permanente qualora la condizione predisponente sia a lungo termine. Nei bambini prematuri talvolta la produzione dell'enzima è carente ma la condizione si risolve spontaneamente con la crescita. La forma congenita è rara ed è caratterizzata da un difetto genetico presente alla nascita e che si manifesta già prima dello svezzamento con la completa incapacità di digerire il latte. L'enzima è assente.
Sintomi di intolleranza al lattosio
I sintomi compaiono a breve distanza dall'assunzione di alimenti contenenti lattosio. Se il lattosio permane nel tratto intestinale fermato dalla flora batterica perché non digerito, inizia un processo di fermentazione che, richiamando liquidi nel colon ed aumentando la produzione di gas, scatena i principali sintomi quali gonfiore, meteorismo, flatulenza, crampi addominali e diarrea, accompagnati anche da senso di eccessiva pienezza e nausea. Si possono manifestare cefalea , spossatezza ed eruzioni cutanee. Pur essendo i sintomi comuni all'allergia alle proteine del latte vaccino. l'intolleranza al lattosio non è allergia. In caso di allergia, in genere compare orticaria .
Diagnosi
Il test del respiro, il breath test, è l'esame diagnostico d'elezione per accertare l'intolleranza. Non invasivo, consiste nell'analizzare, prima e dopo la somministrazione di una dose di lattosio per via orale a concentrazione nota, l'aria espirata dal paziente. Se il lattosio non viene digerito ed inizia a fermentare, si verifica una eccessiva produzione di idrogeno. Se nell'aria espirata i livelli di idrogeno sono elevati, l'esame è positivo per l'intolleranza. Per se si vuole approfondire la diagnosi ed individuarne la forma più specifica, è possibile eseguire un test genetico per accertare un'eventuale origine genetica.
Trattamento
La sintomatologia regredisce eliminando dalla dieta tutte le fonti di lattosio. A volte la restrizione dietetica può essere solo temporanea, per togliere l'intossicazione. Occorre evitare ogni tipo di latte, da quello vaccino a quello di capra, i formaggi freschi e tutti i prodotti a base di latte. E bene ricordare che il lattosio viene aggiunto come additivo negli insaccati, affettati, purè, sughi, dadi da brodo e alimenti in scatola. Può essere presente anche nei medicinali. È presente naturalmente, anche se rilevabile in piccole tracce, in alimenti diversi dal latte come uova, broccoli, cipolle e pere.
Se l'intolleranza non è grave, nella dieta sono concessi i formaggi stagionati che risultano maggiormente tollerati dall'organismo poiché il processo di stagionatura riduce notevolmente la presenza di lattosio. In alternativa al latte può essere assunto latte senza lattosio e prodotti caseari, come alcuni yogurt, arricchiti da Lactobacillus acidophilos, un batterio che digerisce il lattosio. Esistono in commercio anche prodotti a base di lattasi o lattosio predigerito. I soggetti con deficit di lattasi, che non desiderano rinunciare ai latticini e non vogliono assumere prodotti delattosati, possono assumere prima di mangiare enzimi contenenti lattasi. I soggetti più sensibili tuttavia non riescono a prevenire la sintomatologia nonostante questo accorgimento. La normativa italiana ed europea stabilisce che i prodotti lattiero-caseari con l'indicazione “senza lattosio” devono indicare la soglia residua che deve essere inferiore a 0,1 grammo per 100 grammi o 100 ml. I prodotti delattosati devono inoltre riportare sull'etichetta l'indicazione “Il prodotto contiene glucosio e galattosio in conseguenza della scissione del lattosio”.
La prognosi è ottima se si pone attenzione al regime alimentare. È bene ricordare che, eliminando il lattosio dalla dieta, può insorgere una carenza anche importante di calcio e vitamina D che favoriscono la mineralizzazione ossea. Pertanto è buona norma, in caso di accertata intolleranza, aumentare il fabbisogno assumendo integratori.
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