Nurse24.it

Testimonianze

Natale all’hub vaccinale: tappo rosso, tappo viola

di Monica Vaccaretti

All'Hub vaccinale l'albero di Natale 2021 è appeso al muro. Lo intravedo dalla porta socchiusa, mentre preparo le siringhe con le dosi del vaccino del giorno. E' davvero originale. Leggero, di cartone verde e bianco, ha i tappi colorati dei flaconcini come addobbi. Il rosso del Moderna e il viola del Pfizer, mi accorgo mentre stappo un Moderna del giorno. Credo che voglia essere un messaggio di speranza per la gente e di fiducia nella molecola a mRna messaggero.

Sono molto pratici gli infermieri

Il tempo di Natale coincide con il tempo di booster. Mi rendo conto che sono le stesse mani che hanno stappato, prima di me, centinaia di migliaia di flaconi ad aver pensato e realizzato questo Christmas Tree. E' fatto a mano dagli infermieri, ha un valore aggiunto. Vengo a sapere dalle colleghe attorno al tavolo della diluizione che sono stati raccolti e conservati tanti tappi delle confezioni aperte le scorse stagioni della campagna vaccinale, per farne dapprima dei fiori giganteschi che richiamano il simbolo dell'Italia che riparte, poi le decorazioni pasquali ed ora quelle che ricordano le palline natalizie. Penso che sia bello trovare tempo per l'arte del riciclo creativo mentre si compie l'arte del prendersi cura attraverso la prevenzione. Anche nell'emergenza gli infermieri sanno avere attenzione per la bellezza e la normalità nei gesti e nei decori che accompagnano le festività, ingegnandosi con quel poco che si ha. Sono molto pratici, gli infermieri.

Vaccinati, guariti o morti entro la fine dell'inverno

Vaccinati. Guariti. O morti. Entro la fine dell'inverno. Lo ha detto il Ministro della Salute tedesco. Duro? No, soltanto crudamente realistico, anche se a molti dopo due anni pare ancora incredibile. Roba da fantascienza. Non abbiamo molta scelta ma possiamo scegliere in quale categoria rientrare. Di vivere. Di rischiare. Di morire. Vaccinarsi è un dovere costituzionale di solidarietà sociale ma prima di tutto vaccinarsi è un atto d'amor proprio. Mentre dalla mia postazione vedo sfilare le persone diligentemente in coda, mi rendo conto che stiamo donando ancora a tutti gli italiani una possibilità di salute, con grande impiego di risorse umane e con colossali costi economici, ma che ci sono ancora 6,5 milioni che si prendono il lusso di rifiutare. No, grazie. Senza grazie, però. Mi torna in mente la raccomandazione di Andrea Crisanti rivolta ai no-vax Dovete essere fortunati 365 giorni all'anno. Per 24 ore al giorno. Al virus basta una volta per essere fortunato. Non si scappa da un virus come questo. E lo ha detto prima di Omicron, certamente molto più contagiosa della variante Delta come denunciato dall'Oms dopo i risultati dei primi studi scientifici.

Non c'è Pfizer, oggi? Io voglio Pfizer!, Torno domani! mi siedono davanti per l'anamnesi e fanno per girare i tacchi quando si accorgono che nel mio box è appeso un foglio con scritto Moderna. Non c'è Moderna, oggi? Io voglio fare la terza dose con Moderna!, Nel mio box, il giorno dopo, si raccolgono i dati sanitari per il vaccino dal tappo viola. E' tutto un gran daffare a spiegare che sono entrambi vaccini a mRna e che per questo motivo sono gli unici ad essere autorizzati dalla comunità scientifica internazionale per la somministrazione delle terze dosi, in tutto il mondo. Faccio vedere persino una circolare del ministero della Salute, con l'autorevole firma del Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria Giovanni Rezza, in cui leggo che indipendentemente da quanto ricevuto nelle due dosi precedenti si può procedere indifferentemente con Pfizer o Moderna per le dosi booster. Se lo dice lei, speriamo bene, mah, vabbè, davvero? È sicura?, sono le reazioni più comuni. Certamente, si fidi e si affidi, rispondo con un sorriso.

Vaccinarsi è un dovere costituzionale di solidarietà sociale ma prima di tutto vaccinarsi è un atto d'amor proprio.

Finora nessuno se n'è andato dal mio box. Non si tratta di convincere quando si dice la verità scientifica, si tratta di informare con competenza. Di trasmettere sicurezza, forti del proprio sapere professionale. Il resto che fa la differenza è il tono della relazione. Quando qualcuno, più scettico o spaventato da una vaccinazione eterologa che non crede possa essere migliore come dimostrato dalle evidenze, mostra ancora perplessità gli propongo un colloquio con il medico vaccinatore responsabile. Sentirsi ribadire le stesse certezze da un medico rafforza quanto detto dall'infermiere. E' sempre così, anche in corsia. Si contano su una mano, forse due, quelli che se ne sono andati dal nostro Hub in questi giorni.

Finisco sempre il turno con la consapevolezza di far parte di un sistema sanitario che sta dando il massimo, fino allo stremo, alla faccia di chi ci chiama dittatura. Se lo fossimo non ci starebbe così a cuore la salute e la vita delle persone. Alla sera spengo il computer e disinfetto ogni superficie con la sensazione di aver fatto bene il triage. Ne sono contenta. Raccolgo i fogli dell'anamnesi, sono circa 90 da consegnare all'assistente sanitaria. Secondo la regola del minutaggio, bisogna farne 15 in un'ora. Una ogni 4 minuti. Il collega del box accanto, che fa questo lavoro da quando è iniziata, mi dice che ho fatto un buon lavoro, la media è di 80-90 in sei ore di turno.

Mi sembra di essere tornata ai tempi del triage in Pronto Soccorso, quando bisogna fare le domande giuste e saper andare anche oltre le domande. Indagare nel non detto del paziente. Scoprire ciò che lui non dice. Per paura o noncuranza. Oggi per ben tre volte alla domanda sulla lista ha mai avuto tamponi positivi per Covid-19 dalla seconda dose ad oggi? ho scoperto che erano contatti stretti di un positivo non messi in sorveglianza perché il tracciamento è saltato, che erano in attesa dell'esito di un molecolare per contatto o per sintomi, che non si sentivano molto bene ed avevano eseguito soltanto un rapido fai da te, negativo. Quando arriva il momento di tornare a casa dopo aver diluito ed aspirato la mia quota di centinaia di siringhe, mi sento storna. Chiudo gli occhi e vedo ancora siringhe. Come capita quando si vendemmia un giorno intero, se vi è mai capitato potete capire.

Infermiere

Commento (0)