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coronavirus

Un'emergenza che mostra il paradosso tra pubblico e privato

di Redazione

Emergenza coronavirus? Le uniche differenze - racconta un'infermiera in servizio presso una struttura privata accreditata della regione Veneto - sono state qualche disinfettante per mani in più, cartelli informativi, ingressi ridotti per i parenti in visita e controlli nell'ingresso principale. In mezzo a tutto questo noi operatori sanitari ci siamo protetti con mascherine, ma la responsabile e la direzione dicono che causano panico.

Commenti (4)

Elisa@

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L'impegno del Policlinico al di sopra di ogni Polemica

#4

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"Nei reparti medici in riduzione dell’attività ordinaria, stiamo accogliendo pazienti anziani pluripatologici (che sono quelli più esposti al rischio COVID19), orfani dell’ospedale di Schiavonia.
Stiamo inoltre assorbendo gran parte della traumatologia in eccesso, in precedenza destinata a Schiavonia, tanto che abbiamo triplicato gli accessi e i ricoveri per patologie traumatiche maggiori, riuscendo a limitare al massimo i trasferimenti di pazienti verso l’ospedale di Padova, in modo da non sovraccaricarlo.
Ci stiamo facendo carico altresì di un numero elevato, pari ad un incremento del 40%, delle donne in “gravidanza a termine” condividendo con altri ospedali l’onere e il supporto al territorio di Monselice e zone limitrofe.
È inutile sottolineare la falsità dell’affermazione relativa ai pazienti di Vò, stante la rigida e opportuna regolamentazione della zona rossa messa in atto dalla Regione Veneto.
Con l’impegno illimitato e responsabile di tutti i nostri operatori, siamo riusciti a non trasferire e a non mandare a casa nessun paziente bisognoso di assistenza.
Questo per noi vuol dire “buona sanità”. Questo per noi vuol dire “servizio al cittadino”.
A chi ha interesse a gettare fango sul lavoro di tanti che si impegnano, rispondiamo con i fatti, osservando quanto ci viene richiesto dalla Regione e dalla ULLS 6 adoperandoci, al pari di tutti, a dare un contributo alla risoluzione della crisi.
Al firmatario dell’articolo pubblicato da Nurse24 (e allegato: https://www.nurse24.it/infermiere/testimonianze-infermieri/coronavirus-emergenza-paradosso-pubblico-privato.html) auguriamo di trovare una nuova e veloce collocazione in un ospedale pubblico, visto che a suo dire “il privato non solo non pensa al bene pubblico, ma forse lo danneggia”.

Nella vita la coerenza non è un obbligo ma è fortemente consigliata.


Nicola Petruzzi

Elisa@

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L'impegno del Policlinico al di sopra di ogni Polemica

#3

Ritengo importante condividere con voi la lettera (divisa in due commenti per motivi di spazio) che la Direzione ha inviato a tutti i dipendenti del Policlinico di Abano Terme in risposta all'articolo della collega anonima.
"A tutela dei nostri operatori, che con impegno quotidiano e silenzioso stanno dando il proprio contributo in questa situazione di emergenza, sento il dovere di rispondere a quanto pubblicato sul Mattino di Padova di due giorni fa e di quanto apparso questa mattina sul sito Nurse24 e di ringraziarli per quanto stanno facendo.
Qualcuno continua ad attizzare il fuoco delle polemiche tra “pubblico” e “privato” nel campo della sanità, anche in questi difficili giorni di emergenza nazionale.
Ma, in tutta evidenza, è una polemica datata e fumosa, che certo non rende giustizia né al servizio pubblico né a quello privato. Soprattutto non tiene in alcun conto l’interesse supremo della tutela della salute dei cittadini e, in questo frangente, suona come oltraggio per i tanti operatori sanitari, pubblici e privati, impegnati in prima linea per arginare la diffusione del Covid-19.
Per tutto ciò premesso e per amore di verità, come Policlinico di Abano Terme sentiamo il dovere di precisare che dopo la chiusura dell’ospedale di Schiavonia per l’emergenza-Coronavirus, abbiamo spontaneamente e immediatamente messo a disposizione tutte le nostre risorse ospedaliere per fronteggiare l’incremento di pazienti che in precedenza afferivano al pronto soccorso di quell’ospedale.
In particolare - in questo momento - la nostra Terapia intensiva ha il 100% dei posti letto occupati con pazienti critici inviati dal territorio a supporto dell’attività pubblica. È pertanto strumentale il voler confondere posti letto di Terapia Intensiva Post Operatoria (TIPO) destinati ai pazienti operati con i posti letto di Rianimazione riservati al territorio."
Segue.....

Elisa@

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Emergenza coronavirus. Oltre la polemica.

#2

Buongiorno
sono dipendente del Policlinico dal 2002 , sono quindi una collega della presunta e anonima infermiera che ha scritto l'articolo di cui sopra. Mi sento in dovere di rispondere a nome di tutti gli infermieri che giorno dopo giorno lavorano con costanza e passione presso il Policlinico di Abano per garantire qualità professionale con quell'attenzione verso l'utenza che da sempre caratterizza la nostra struttura e viene riconosciuta dai tanti pazienti che puntualmente ringraziano il personale medico ed infermieristico attraverso lettere o mail. Considero il tono polemico del tutto fuori luogo ed offensivo considerato il periodo di emergenza che vede impegnati tutti noi sanitari sia in ambito pubblico che privato. Inoltre ritengo che la "collega" abbia interpretato in modo superficiale e fazioso l'organizzazione adottata da parte della Dirigenza del Policlinico a tutela degli assistiti e di tutto il personale.
Elisa

RobertoRoccaro

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Non far di tutta l’erba un fascio

#1

Ho letto l’articolo e condivido, unico appunto è di non far di tutta l’erba un fascio. Anch’io lavoro in una struttura privata accreditata non molto distante dall’ospedale di Schiavonia e devo dire che noi da subito ci siamo attivati seguendo scrupolosamente le indicazioni Ministeriali e le ordinanze Regionali e Comunali. Da nessuna parte c’è scritto di sospendere le attività in elezione o ambulatoriali e nonostante ciò abbiamo chiamato tutti i pazienti provenienti dalle zone ”rosse” per limitarne l’accesso in struttura, sospendendo anche ricoveri programmati.
Ma mi chiedo, chi ha bisogno di essere curato e magari aspetta da mesi per un intervento, una visita una terapia o un esame diagnostico che magari serve a scongiurare qualche brutto male cosa deve fare?
Ma mi chiedo, se i prima siamo noi operatori della sanità privata convenzionata a non pensare che il nostro lavorare quotidiano serva alla salute delle persone come possiamo sperare che dall’esterno ci considerino promotori della salute e non “attività commerciali”?
Mi mi chiedo, nel 2020 siamo ancora qui a discutere di pubblico o privato quando l’unico interesse dovrebbe essere la salute dei cittadini? È così diverso essere operati in un ospedale pubblico o privato? O l'importante è ricevere le migliori cure possibili con i professionisti più preparati?
Ma mi chiedo, adesso che siamo quasi arrivati all’equiparazione dei contratti tra pubblico e privato ne vale veramente la pena farci soggiogare dalla politica che vuole raccogliere voti e strumentalizzare tutto piuttosto che far rete e offrire servizi dell’eccellenza indipendentemente dalla struttura che li eroga?
Tutto andrà bene, se rispettiamo le indicazioni e invitiamo gli altri a farlo.