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Procedure

Trasfusione e responsabilità infermieristica

di Chiara Vannini

Per emotrasfusione si intende la somministrazione di emocomponenti, ovvero globuli rossi o emazie concentrate, piastrine o plasma fresco congelato (PFC).

Gestione del paziente durante emotrasfusione

L’emotrasfusione considerata a tutti gli effetti un trapianto di tessuto, necessita quindi in maniera imprescindibile del consenso da parte del paziente, poiché è una manovra alla quale sono connessi rischi importanti, in particolar modo secondari a reazioni avverse.

In ogni realtà ospedaliera sono presenti procedure specifiche che riguardano la richiesta, la corretta gestione e somministrazione di emocomponenti, basate sulle capacità organizzative e strutturali del presidio ospedaliero; tuttavia, vi sono alcune tappe comuni da seguire e rispettare in qualsiasi realtà.

Di regola il paziente va trasfuso con sangue appartenente al medesimo gruppo sanguigno. In urgenza possono essere trasfusi globuli rossi (ma non sangue intero) di tipo 0 negativo. Inoltre, i soggetti Rh - negativi devono ricevere sempre sangue Rh negativo, mentre quelli Rh - positivo possono riceverne di entrambi i tipi.

Il gruppo Può ricevere da Può donare a
0+ 0- 0+ A+ 0+ B+ AB+
A+ A+ A- 0+ 0- A+ AB+
B+ B+ B- 0+ 0- B+ AB+
AB+ TUTTI AB+
0- 0- TUTTI
A- A- 0- A+ A- AB+ AB-
B- B- 0- B+ B- AB+ AB-
AB- A- 0- B- AB- AB+ AB-

Richiesta del medico

Una volta identificata la necessità del paziente di essere sottoposto ad emotrasfusione, il medico compila una richiesta, nella quale deve essere necessariamente inserita la corretta e completa anagrafica, la motivazione della richiesta, i valori dell’emocromo. Inoltre, è importante aggiungere se il paziente ha già ricevuto in passato trasfusioni e se ha eventualmente avuto reazioni avverse.

Identificazione del paziente e fase del prelievo

Quando il paziente viene trasfuso per la prima volta, è necessario eseguire un prelievo per identificare il gruppo sanguigno e il fattore Rh; occorre inoltre eseguire un prelievo per il cross match, ovvero le prove crociate.

Quest’ultimo è fondamentale per “testare” il sangue del ricevente con quello del donatore e valutare l’effettiva compatibilità fra i due. Ad ogni nuova richiesta di emazie, il prelievo per il cross match deve essere nuovamente eseguito, al fine di effettuare le prove crociate sulle nuove sacche che ogni volta vengono associate a quella richiesta.

L’infermiere esegue una corretta identificazione del paziente: se quest’ultimo è in grado di fornire i propri dati anagrafici, occorre chiedere al paziente nome, cognome e data di nascita.

Le domande che vengono poste devono sempre essere a risposta aperta, in modo che sia il paziente a comunicare in maniera esplicita i suoi dati.

Non è sufficiente che egli risponda solamente “sì” o “no” alle nostre domande. Se il paziente non è in grado di fornire i dati, perché incosciente, in coma o non attendibile, è fondamentale che egli abbia un bracciale identificativo che ne riporti i dati anagrafici.

Sono sempre più numerose le realtà ospedaliere in cui è presente un sistema informatico che, attraverso un palmare, permette di scannerizzare il bar – code della richiesta di emocomponenti prima, il barcode presente sul bracciale del paziente, l’etichetta applicata alla provetta per il prelievo e, in un secondo momento, il bar code della sacca stessa, in modo da ridurre al minimo il rischio di errore.

Per minimizzare il rischio di errore in fase di prelievo, le linee guida raccomandano di attaccare l’etichetta alla provetta prima di eseguire il prelievo, e utilizzare l’anagrafica presente sull’etichetta, insieme a quella presente sulla richiesta, per eseguire la corretta identificazione del paziente.

Le provette vanno sempre firmate dall’infermiere che esegue il prelievo. Se la provetta per il gruppo e la provetta per il cross match vengono eseguiti nello stesso momento, le linee guida raccomandano che vengano effettuati da due operatori diversi. Nel caso sia lo stesso infermiere ad eseguire il prelievo, le due provette devono essere prelevate in due momenti diversi. Il prelievo, insieme alla richiesta, verrà poi inviato al centro trasfusionale.

Fase della trasfusione

È il momento più importante e delicato di tutta la fase, poiché la somministrazione di emocomponenti è una procedura ad alto rischio di reazioni avverse. In questa fase, medico e infermiere in collaborazione eseguono il corretto controllo della sacca, della richiesta e dell’anagrafica del paziente. Effettuano nuovamente la corretta identificazione del paziente come nella fase del prelievo e controllano che vi sia il modulo del consenso informato firmato.

I primi minuti dopo l’inizio dell’emotrasfusione sono quelli più delicati, poiché quelli più a rischio di sviluppare reazioni avverse. Sono i momenti durante i quali medico e infermiere devono prestare più attenzione ed effettuare un attento monitoraggio. È utile anche chiedere al paziente di comunicarci tempestivamente se avverte malessere, o disturbi di qualsiasi genere.

Il sangue che arriva dal centro trasfusionale è freddo, poiché conservato nell’emoteca; le linee guida sconsigliano di scaldarlo, o di tenerlo a temperatura ambiente per qualche tempo. È invece importante iniziare la somministrazione subito dopo i dovuti controlli, poiché una scorretta conservazione della sacca e/o un riscaldamento inadeguato possono comportare una contaminazione batterica dell’emocomponente.

Reazioni avverse

Le reazioni avverse possono essere immediate o ritardate.

Cosa fare in caso di reazione avversa

È importante sospendere tempestivamente l’infusione, mantenendo la via pervia con soluzione fisiologica. Avvisare il medico di guardia ed attivarsi in base alla tipologia di reazione che si sviluppa (farmaci per trattare le reazioni allergiche, antipiretici per stati febbrili, ecc).

La sacca non va gettata, ma conservata ed inviata al centro trasfusionale insieme al modulo che attesta la reazione avversa. Effettuare un attento monitoraggio del paziente, rilevando i parametri vitali e i segni e sintomi patologici.

La gestione del rischio

L’atto dell’emotrasfusione può generare errori in tutte le fasi, dalla fase del prelievo alla fase della somministrazione.

È fondamentale ricordare:

  • paziente giusto
  • tempo giusto
  • trasfusione giusta

Si parla di blood safety per identificare la responsabilità del Servizio Trasfusionale nel garantire la sicurezza degli emocomponenti che vengono assegnati attraverso una serie di processi controllati che vanno dal prelievo al donatore alla distribuzione e di transfusion safety per comprendere lʼinsieme dei processi che si sviluppano nelle U. O. che richiedono emocomponenti, dal momento del ricevimento delle unità al momento dellʼinfusione al ricevente.

È proprio nel processo della transfusion safety che si hanno la maggior parte degli errori correlati all’atto dell’emotrasfusione.

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