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Salute

Compatibilità dei gruppi sanguigni

di Giacomo Sebastiano Canova

L’esistenza della classificazione dei gruppi sanguigni per come la conosciamo oggi si deve a Karl Landsteiner che, nel 1901, individuò il sistema AB0. Successivamente, scoprì ulteriori fattori che distinguono i diversi tipi di sangue (il fattore Rh). Secondo questa classificazione è possibile somministrare trasfusioni di sangue seguendo rigorosi criteri. Inoltre, una maggiore attenzione deve essere riservata alla donna in stato di gravidanza, in quanto il feto può incorrere ad una seria patologia denominata eritroblastosi fetale.

Classificazione dei gruppi sanguigni

Il gruppo sanguigno rappresenta una delle numerose caratteristiche peculiari di un individuo e viene classificato in base alla presenza o assenza di antigeni sulla superficie dei globuli rossi.

Questi antigeni possono essere di varia natura (proteine, carboidrati, glicoproteine o glicolipidi) e alcuni di essi sono presenti anche sulla superficie di tutte le cellule che compongono i vari tessuti, neuroni esclusi. Tuttavia si utilizza il termine “gruppo sanguigno” in quanto è proprio nelle cellule del sangue che questi antigeni sono stati scoperti.

La Società Internazionale delle Trasfusioni di Sangue riconosce ad oggi 30 diversi sistemi di classificazione dei gruppi sanguigni. In aggiunta agli antigeni AB0 e agli antigeni Rhesus, che rappresentano il sistema di classificazione più diffuso, molti altri antigeni sono espressi sulla membrana superficiale dei globuli rossi.

Per esempio, un individuo può avere sangue AB RH positivo e allo stesso tempo M e N positivo (sistema MNS), K positivo (sistema Kell), Lea o Leb negativo (sistema Lewis) e così via, essendo positivo o negativo per ogni sistema di gruppi sanguigni.

Per comprendere la classificazione secondo il sistema AB0 è necessario sottolineare come tutti i mammiferi presentino sui globuli rossi l’antigene 0, un glicano che si associa alla membrana plasmatica.

Questo glicano è costituito da due residui glucidici: N-acetilglucosammina e galattosio. A quest’ultimo viene poi aggiunto un residuo di fucosio portando alla formazione dell’antigene H.

Questa struttura viene ulteriormente modificata da delle glicosiltransferasi che portano all’aggiunta di residui glucidici per formare i diversi antigeni: galattosioaminoacile nel caso del gruppo A, galattosio nel caso del gruppo B.

Mentre gli individui del gruppo AB presentano entrambe le aggiunte, gli individui del gruppo 0 sono invece sprovvisti dell’enzima e quindi presentano semplicemente l’antigene H.

Attraverso questa classificazione, i 4 gruppi sanguigni del sistema AB0 risultano essere i seguenti.

Gruppo Residuo caratteristico Anticorpi presenti
0  - Anti-A e Anti-B
A N-acetilgalattosamina Anti-B
B Galattosio Anti-A
AB N-acetilgalattosamina e galattosio

Gruppi sanguigni e fattore Rh

Un’ulteriore specifica dei gruppi sanguigni è quella del fattore Rh, derivante dalla presenza o meno dell’antigene Rhesus, scoperto nel 1940 in uno studio sui Macaco Rhesus. Questi antigeni sono presenti sulla membrana dei globuli rossi e si compongono da proteine idrofobiche non glicosilate.

Tali proteine sono codificate fra due geni correlati e omologhi, anche se viene preso in considerazione solo uno dei due: RhD. Solo il 15% della popolazione presenta una mutazione su questo gene che li rende di fatto privi della proteina e vengono definiti come Rh-negativi e possono produrre anticorpi verso la proteina stessa.

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