La minaccia di un aumento delle deportazioni di massa previsto con la nuova amministrazione del presidente Donald Trump rappresenta un problema di salute pubblica. Gli attacchi politici all'immigrazione, che si stanno registrando in molti paesi ad alto reddito, sono aumentati in maniera preoccupante tanto da interessare anche il sistema sanitario la cui forza lavoro è rappresentata, soprattutto negli Stati Uniti, anche da professionisti sanitari immigrati.
Forbes: senza sanitari immigrati, gli americani morirebbero per mancanza di cure
Medici ed infermieri, pur essendo essenziali nell'erogazione dell'assistenza sanitaria e svolgendo un ruolo fondamentale nella promozione del diritto umano alla salute indipendentemente dallo stato di cittadinanza, sentono ora minacciati la propria salute e benessere.
Rischiano infatti di essere deportati, alla stregua delle altre centinaia di persone che sono già state arrestate negli ultimi giorni e rimpatriate con voli militari nei loro Paesi d'origine. L'allarme è lanciato da The Lancet in un articolo in cui si descrive l'attuale clima politico americano e si traccia un excursus sulla difesa della salute nella storia degli immigrati negli Usa.
Si stima che negli Stati Uniti siano clandestini 350mila operatori sanitari nati all'estero – tra medici, infermieri e personale di supporto - che continuano a soddisfare con professionalità e competenza le esigenze sanitarie della popolazione americana.
Molti giovani immigrati che lavorano nel settore sanitario, stimati in circa 27mila, hanno sinora evitato l'espulsione grazie all'adesione al programma “Deferred Action for Childhood Arrivals (DACA), che consente loro di avere l'autorizzazione a lavorare nonostante il loro stato illegale.
Istituito nel 2012 dall'amministrazione Obama, tale atto di politica immigratoria stabilisce sostanzialmente il rinvio alla deportazione permettendo a taluni soggetti che siano entrati nel paese come minori in maniera clandestina e/o siano rimasti nel paese illegalmente, di ricevere un'azione di rinvio dell'espulsione della durata di due anni, rinnovabile, rendendoli anche idonei per un permesso di lavoro.
Il DACA è sostenuto dal 2023 anche dall'American Medical Association (AMA), riconoscendo il valore e il peso della forza lavoro costituita da questi sanitari immigrati seppur clandestinamente. La prestigiosa associazione osserva che se tirocinanti e medici che vi aderiscono manterranno la loro idoneità al lavoro ognuno si prenderà cura di una media di 1533 e 4600 pazienti all'anno, arrivando a toccare la vita di 1,7-5,1 milioni di statunitensi nel corso della loro carriera.
I professionisti sanitari immigrati risultano concentrati principalmente nei settori dell'assistenza a lungo termine e dell'assistenza domiciliare. Secondo la rivista Forbes, che già nel 2024 ha discusso sul potenziale impatto delle deportazioni sulla salute, non sarebbe esagerato affermare che, senza operatori sanitari immigrati, gli americani morirebbero per mancanza di cure
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Ancora un decennio fa, anche l'American College of Physicians aveva richiamato l'attenzione sulle conseguenze negative per l'assistenza sanitaria delle deportazioni di massa, avvertendo che tali politiche potrebbero comportare gravi conseguenze per l'assistenza sanitaria per le persone colpite e i loro familiari, creando un'emergenza di sanità pubblica
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La possibilità di deportazioni di massa pone altresì una sfida etica e politica alla professione medica, sia a tutela dei loro colleghi stranieri a rischio di perdere lo status sia dei cittadini. Lo scorso novembre l'associazione “Physicians for Human Rights” ha annunciato la sua intenzione di opporsi a tali deportazioni e ai tentativi sistematici di smantellare il sistema di asilo statunitense o di danneggiare gli immigrati.
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