L’ureaplasma è un batterio che appartiene alla famiglia dei mycoplasmi ed è diviso in due specie: Ureaplasma urealyticum e Ureaplasma Parvum. È caratterizzato da dimensioni piccolissime e assenza della parete cellulare e si trova perlopiù nei sistemi genito-urinari maschile e femminile. L’infezione da ureaplasma si trasmette attraverso il sesso vaginale, orale o anale non protetto, per via verticale dalla madre-feto durante la gravidanza o al momento del parto. Quando vive in equilibrio con gli altri batteri dell’organismo, l’ureaplasma non causa alcun sintomo; al contrario, se la popolazione batterica aumenta eccessivamente, possono verificarsi sintomi come: dolore, secrezione e prurito nella zona genitale o durante la minzione, urine torbide, sanguinolente e/o maleodoranti, dolore pelvico o addominale. La diagnosi si effettua mediante tampone, esame del sangue o biopsia su fluidi e tessuti corporei. La terapia è di tipo antibiotico ed è fondamentale, fino alla completa guarigione, astenersi dall’attività sessuale. Tra le complicanze possibili dell’infezione da ureaplasma ci sono l’infertilità maschile e femminile, la prostatite, l’uretrite, la vaginite e la rottura prematura delle membrane con nascita pretermine. La prevenzione passa attraverso il sesso protetto, il rispetto di adeguate norme igieniche e l’evitamento di biancheria sintetica e pantaloni eccessivamente stretti.
Che cos’è l’ureaplasma
L’ureaplasma è un microrganismo che appartiene a un genere di batteri noti come micoplasmi. Nell’uomo sono stati identificati 14 sierotipi diversi di ureaplasma, inseriti in due specie: Ureaplasma urealyticum (sierotipi 2, 4, 5, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13) e Ureaplasma Parvum (sierotipi 1,3,6 e 14).
Caratterizzato da dimensioni piccolissime e dall’assenza di una parete cellulare, l’ureaplasma fa parte della normale flora batterica del corpo umano e nella maggior parte dei casi non causa nessun problema.
L’ureaplasma prende la sua energia dall’urea (da qui deriva il nome del batterio) per crescere e replicarsi; è per questo che gli ureaplasmi possono essere trovati nei sistemi urogenitali femminile e maschile: cervice, mucosa vaginale, endometrio, liquido amniotico e placenta (durante la gravidanza), uretra, liquido seminale (si attaccano sulla superficie degli spermatozoi). Piccole colonie di ureaplasma possono però trovarsi anche a livello di faringe, vie respiratorie e retto.
Come si trasmette l’infezione da ureaplasma
L’infezione da ureaplasma si trasmette attraverso il sesso vaginale, orale o anale non protetto, per via verticale dalla madre-feto durante la gravidanza o al momento del parto.
L’ureaplasma è molto frequente nelle donne sessualmente attive (40-80%), ma è presente anche nella vagina di donne che non sono mai state sessualmente attive (40%).
Tra le due specie di ureaplasma, quella che ha maggiori probabilità di essere trasmessa sessualmente e di dare sintomi è l’Ureaplasma urealyticum; l’Ureaplasma parvum si comporta invece come un batterio commensale.
Segni e sintomi di infezione da ureaplasma
L’ureaplasma quando vive in equilibrio con gli altri batteri dell’organismo - come batterio commensale - non causa alcun sintomo. Al contrario, se la popolazione batterica aumenta eccessivamente possono esserci sintomi - come:
- Dolore, secrezione e prurito nella zona genitale
- Dolore o bruciore durante la minzione
- Difficoltà a urinare
- Urine torbide, sanguinolente e/o maleodoranti
- Necessità urgente di urinare
- Secrezioni genito/uretrali insolite e/o maleodoranti
- Dolore pelvico o addominale
- Dolore nella parte bassa della schiena
- Febbre
- Dolore durante e dopo i rapporti sessuali per le donne
Diagnosi di infezione da ureaplasma
La diagnosi di infezione da ureaplasma è piuttosto difficile, a causa delle caratteristiche del batterio (è piccolissimo e non ha la parete cellulare).
L’ureaplasma può essere isolato mediante tampone, esame del sangue o biopsia, da:
- Sangue
- Liquido amniotico
- Tessuto placentare
- Liquido cerebrospinale
- Aspirato tracheale
- Espettorato
- Lavaggio broncoalveolare
- Liquido pleurico
- Urine
- Aspirato gastrico
- Sperma
Poiché questi organismi sono suscettibili all'essiccamento e sono sensibili ai cambiamenti di temperatura, è della massima importanza fare molta attenzione durante la raccolta e il trattamento dei campioni.
Quando non è possibile esaminare immediatamente il campione sono necessari terreni di coltura e di trasporto appositi; inoltre, la crescita batterica nel terreno di coltura può richiedere diversi giorni. Problemi che possono essere risolti con un metodo diagnostico che ha il vantaggio di essere più rapido e più sensibile: la tecnica della Polymerase Chain reaction (PCR).
Trattamento dell’infezione da ureaplasma
L’ureaplasma può essere presente in modo innocuo nell’organismo senza dare sintomi e quindi senza richiedere alcun trattamento. Quando necessario, la cura si basa sulla terapia antibiotica. Il trattamento di prima linea si basa sull’impiego di tetracicline, tuttavia ci sono molti ceppi di ureaplasma resistenti a questa classe di antibiotici.
Le infezioni del tratto urogenitale possono essere trattate con azitromicina o doxiciclina, o in alternativa, con l’eritromicina (efficace anche nei neonati con problemi polmonari) o con i fluorochinoloni.
Per quanto riguarda invece le donne con rottura prematura delle membrane, possono essere trattate con macrolidi (ad esempio claritromicina, azitromicina ed eritromicina). In ogni caso, dal momento che aumenta sempre di più la resistenza dell’ureaplasma ad alcuni antibiotici, la scelta più giusta dipende sempre dalle condizioni o dallo stato di salute della persona (alcuni antibiotici non sono sicuri in donne in gravidanza e neonati), dai sintomi e dai risultati degli esami, compreso l’antibiogramma.
Durante il trattamento antibiotico, fino alla completa guarigione, ci si deve astenere dall’attività sessuale; infine, è opportuno che la terapia sia estesa anche al partner, sia in presenza sia in assenza di sintomi specifici.
Complicanze dell’infezione da ureaplasma
Le possibili complicanze dell’infezione da ureaplasma sono:
- Infertilità maschile e femminile: negli uomini l’infezione può influenzare il numero degli spermatozoi e la loro motilità, mentre nelle donne rende inadatto l’endometrio all’embrione, nella fase d’impianto o in quella successiva. Nelle donne, in ogni caso, l’infezione dipende sempre da un’azione sinergica con altri microrganismi come la Chlamydia trachomatis, la Gardnerella vaginalis e il Mycoplasma homini
- Calcoli renali
- Uretrite
- Infezioni del tratto urinario
- Vaginosi batterica
- Prostatite
- Epididimite
- Endometrite post-parto
- Vaginite
- Malattia infiammatoria pelvica
- Corioamnionite con o senza funisite
- Cervicite
Nei pazienti immunocompromessi l’infezione da ureaplasma può estendersi a polmoni, ossa, articolazioni, vie urinarie e reni.
Infezione da ureaplasma trasmessa dalla madre al feto
Se l’infezione viene trasmessa dalla madre al feto durante la gravidanza può verificarsi:
- Aborto spontaneo
- Rottura prematura delle membrane
- Natimortalità
- Nascita prematura: a causa della rottura prematura delle membrane fetali
Per quanto riguarda i prematuri, specie se di peso inferiore a 1 Kg alla nascita, l’infezione da ureaplasma può facilitare lo sviluppo di:
Prevenzione
Ai fini della prevenzione dell’infezione da ureaplasma è fondamentale:
- Effettuare una corretta igiene intima
- Evitare detergenti intimi profumati
- Evitare di indossare biancheria sintetica e pantaloni troppo stretti
- Fare sesso protetto
- Utilizzare giocattoli sessuali accuratamente puliti
- Evitare di fare sesso se uno dei due partner è stato trattato per ureaplasma da meno di 7 giorni
michele_langellotti
1 commenti
Ureaplsma urealiticum … esperienza
#3
Ciao Francesco, mi contatti in privato , mi sarebbe utile sapere ciò che avevi scritto nel primo commento che ti hanno cancellato , in merito alla tua esperienza com ureaplasma urealitycum , visto che sono 10 mesi di inferno è solo da un mese ho scoperto questo batterio … mi sarebbe molto utile grazie mille