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indagine diagnostica

Troponine cardiache

di Monica Vaccaretti

Enzimi di natura proteica presenti nel tessuto muscolare striato scheletrico e in quello liscio cardiaco, le troponine sono un gruppo di proteine coinvolte nella regolazione della contrazione muscolare che permette il movimento. Esse controllano l'interazione calcio mediata di actina e miosina (miofibrille muscolari). Le troponine sono classificate in tre subunità molecolari: TnC (Troponina C), TnT (Troponina T) e TnI (Troponina I). La troponina C si lega agli ioni calcio. La troponina T si lega alla tropomiosina. La troponina I si lega alla proteina F-actina.

Concentrazione plasmatica delle troponine cardiache

troponina

Le troponine sono classificate in tre subunità molecolari: TnC (Troponina C), TnT (Troponina T) e TnI (Troponina I).

Mentre la troponina TnC è espressa sia dal muscolo cardiaco che da quello scheletrico, la TnI e la TnT sono troponine cardiache specifiche del cuore. Si tratta di proteine miofibrillari contrattili presenti esclusivamente nei miociti cardiaci.

La loro composizione biochimica aminoacidica permette di distinguerle in circolo rispetto alla proteina rilasciata dal muscolo scheletrico.

Le troponine cardiache – che sono misurabili con elevata specificità e sensibilità – consentono di effettuare una diagnosi differenziale tra patologie cardiache acute e croniche e di individuare anche danni cardiaci di modesta entità in altre patologie complesse che richiedono trattamenti terapeutici adeguati.

Le evidenze scientifiche dimostrano che, a prescindere dalla patologia principale di cui soffrono, i pazienti con valori elevati di troponina sono maggiormente a rischio di eventi cardiaci maggiori ed altri possibili esiti sia nel breve che nel lungo termine. Tra le due troponine cardiache, la TnT è da considerarsi il marcatore più specifico di danno (ischemico, tossico, meccanico) del miocardio.

L'analisi della concentrazione plasmatica di questi enzimi cardiaci specifici consente di valutare pertanto lo stato di salute del cuore. Le linee guida internazionali emanate dalle società scientifiche di cardiologia stabiliscono, come gold standard biochimico per la diagnosi di IMA, un aumento della concentrazione circolante di troponina cardiaca I o T.

Scoperta negli anni '80, la misurazione della troponina consente di diagnosticare precocemente l'infarto acuto del miocardio anche nei pazienti che non presentano evidenti e specifiche alterazioni all'elettrocardiogramma.

L'implementazione del test della troponina ha permesso inoltre di distinguere nuove condizioni cliniche come l'infarto NSTEMI (Non ST sopraslivellato) che, pur non evidente nel tracciato, presenta una gravità sovrapponibile all'infarto STEMI (ST-sopraslivellato) diagnosticabile anche tramite Ecg.

L'esame della troponina consente di svelare danni silenziosi al cuore

Secondo alcuni studi pubblicati sul Journal of the American College of Cardiology il test della troponina è predittivo su futuri attacchi cardiovascolari in assenza di segni e sintomi, dando così la possibilità di intervenire subito con terapie preventive.

Dai risultati dei ricercatori dell'Università di Edimburgo e Glasgow, la troponina potrebbe diventare, accanto a colesterolo e ipertensione, il terzo marcatore del rischio cardiaco.

I due biomarcatori TnT e TnI vengono liberati in grandi quantità da cellule miocardiche – che hanno subito lesioni di membrana o danni di altro tipo – in seguito ad ipossia prolungata che provoca infarto.

Gli iosenzimi diffondono negli spazi interstiziali del miocardio e, attraverso il sistema linfatico, entrano nella circolazione sistemica dove raggiungono concentrazioni elevate, diventando misurabili.

Complesso troponinico

Nella cellula muscolare (cardiomiocita) le troponine si trovano prevalentemente in forma legata, il cosiddetto complesso troponinico. Una minima parte si trova anche in forma libera nel citoplasma.

Esse vengono rilasciate nel sangue da parte del tessuto miocardico soltanto in seguito a determinati eventi o insulti che causano un danno cardiaco o un'importante sofferenza del cuore. In caso di infarto del miocardio, ischemia, processi infiammatori, traumi ed esposizione ad agenti tossici le troponine cardiache, misurabili con un esame ematochimico, aumentano notevolmente nel siero.

Le concentrazioni delle troponine cardiospecifiche, che normalmente hanno valori tendenti allo zero e che non sono influenzate da danni al muscolo scheletrico, aumentano entro 3-4 ore dal danno.

Raggiunto il picco dopo 4-24 ore, rimangono elevate per 1-3 settimane. Questo aumento precoce e prolungato consente sia una diagnosi precoce dell'infarto del miocardio sia una diagnosi tardiva nel caso in cui il paziente abbia tardato a richiedere assistenza

Valori di troponina

La Troponina T ha una concentrazione plasmatica normale di 0,2 mg/l. Il valore normale di riferimento per la Troponina I è di 0,1 mg/l. In un individuo sano i valori della troponina sono pertanto quasi nulli.

Valori di troponina inferiore al range cut-off del laboratorio di analisi sono considerati fisiologici. Poiché le due troponine sono markers molto sensibili, il loro rialzo è suscettibile anche a sforzi fisici intensi soprattutto in soggetti molto muscolosi. In tal caso, in assenza di sintomatologia suggestiva di infarto, il rialzo della troponina non ha alcun significato clinico patologico.

I livelli di troponina possono aumentare per cause cardiovascolari (infarto, ischemie cardiache, angina pectoris, malattie cardiache infiammatorie, eventi trombotici coronarici, assunzione di farmaci cardiotossici, cardiopatie ipertensive, tachicardia severa) ed extra cardiache.

Anche in caso di aritmie, scompenso cardiaco, miocarditi, dissezione aortica ed interventi di cardiochirurgia i valori di troponina possono risultare alti.

Le cause non cardiache che possono determinare elevate concentrazioni di troponina sono ipotiroidismo, ipertensione ed embolia polmonare, ictus, preeclampsia, shock settico, cirrosi epatica, anemia severa, emorragia cerebrale, crisi epilettiche, intossicazione da monossido di carbonio e chemioterapici, rigetto d'organo post trapianto.

L'esame si esegue prelevando un campione di 5 ml di sangue in una provetta contenente gel polimerico con silice micronizzata. La troponina viene misurata secondo il metodo della elettrochemioluminescenza.

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