Il mondo delle Rsa nel nostro Paese è complesso e differenziato, oltre a non avere, in molti casi, un livello adeguato di tecnologie, risorse economiche ed umane. Questo è quanto emerso da “Rsa, oltre l'emergenza, la strada per l'innovazione”, la ricerca condotta dall'Istituto Ipsos, per conto della società Ascom UMS, fornitore di soluzioni tecnologiche in ambito sanitario.
Rsa: un universo troppo spesso dimenticato
La crisi pandemica ha reso evidenti una serie di criticità del nostro sistema sanitario e socioassistenziale. Tra queste, i focolai scoppiati in alcune RSA hanno contribuito ad accendere i riflettori su un universo troppo spesso dimenticato,
afferma Francesco Deventi, Sales Director di Ascom UMS.
Le Rsa rappresentano, infatti, un mondo troppo spesso abbandonato dalle istituzioni e che di conseguenza, può contare solo sulle proprie forze finanziarie ed organizzative, a scapito il più delle volte dell'efficientamento tecnologico e dei processi di assistenza e cura. Non a caso, durante l'emergenza sanitaria, le Residenze Sanitarie Assistenziali sono quelle che hanno sofferto di più in termini di morti, vista l'età media dell'utenza, e in termini economici, tra improvvisi acquisti di Dpi e assunzione di personale extra.
Impatto positivo di Covid-19 sulle tecnologie in sanità
Così come in altri settori, però, il Covid-19 ha determinato un impatto positivo sulla diffusione di alcune tecnologie. Tra queste, per esempio, quelle che abilitano lo smart working per la parte amministrativa, oppure i tablet che hanno permesso la comunicazione tra pazienti infettie non e i loro famigliari e ancora, le cartelle cliniche elettroniche e la telemedicina.
Lo studio realizzato da Ipsos per conto di Ascom UMS - continua Deventi - può servire a far conoscere il mondo delle RSA al di là dell’emergenza e delle notizie di cronaca e le possibili evoluzioni future
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Grazie alla ricerca che comprende un'analisi desk e una qualitativa è stato possibile definire, da una parte, il quadro generale delle Rsa in termini di numeri, diffusione sul territorio nazionale, accesso in struttura e funzionamento, dall'altra parte l'impatto emotivo, organizzativo, economico e tecnologico che il Covid-19 ha avuto su di esse.
Alla luce di tutte queste difficoltà, – ha spiegato Deventi – la prima proposta riguarda l'ottimizzazione dei sistemi di cura, automatizzando per esempio la ricezione e preparazione dei farmaci o esternalizzando attività non principali come la lavanderia. A questo si aggiungono le proposte di utilizzare maggiormente la telemedicina e software per la riabilitazione e il mantenimento cognitivo, oltre all'adozione di sensori per la rilevazione dei parametri vitali. E questo potrebbe essere utile anche e soprattutto a domicilio
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Al terzo posto, si evidenzia la necessità di garantire nuove modalità di relazione tra ospite e familiari tutelando entrambi dal contagio. In che modo? Offrendo ai parenti stretti, per esempio, l'opportunità di consultare in autonomia la cartella clinica del familiare ricoverato o vedere video caricati su specifici portali. Partecipare insomma più attivamente e in sicurezza alla vita del proprio caro.
Nonostante le nostre proposte, secondo quanto emerso dall'indagine qualitativa, la maggior parte delle Rsa non è propensa a volere investire nella trasformazione digitale – conclude il Sales Director di Ascom UMS – Gli ostacoli sono l'elevato costo che non prevede rimborsi e aiuti dallo Stato; le resistenze da parte del personale non sempre istruito; la sensazione che non siano realmente utili; le barriere strutturali come la scarsa diffusione di internet in alcune zone
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300 milioni di euro i fondi del PNRR in arrivo
Qualcosa però potrebbe cambiare, in quanto sono in arrivo i fondi del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) che ammontano a circa 300 milioni di euro. Grazie ad essi ci sarà la possibilità per le Rsa che vorranno, soprattutto per quelle che fanno anche assistenza domiciliare, di puntare tutto sull'efficientamento tecnologico legato più che altro al monitoraggio costante del paziente. Le RSA che nel futuro implementeranno queste innovazioni, cambiando pelle in base ai tanti spunti raccolti dall’indagine qualitativa, riusciranno a intraprendere quella strada verso la resilienza che purtroppo è mancata dinanzi alla crisi pandemica, ma che adesso è doveroso intraprendere
conclude Deventi.
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