Gli enormi flussi di informazione che ad oggi caratterizzano l’era digitale hanno imposto dei cambiamenti nelle strutture organizzative di ogni tipo, snellendo le procedure e facendo circolare dati che aiutano non poco alla soluzione di problematiche ad ogni livello in ambito sanitario. D’altro canto la medicina stessa è per eccellenza una scienza basata sulle informazioni: i dati relativi ad ogni paziente, infatti, vengono continuamente raccolti e comparati al fine di trovare la cura migliore ad una patologia. La cartella clinica elettronica (CCE) e il fascicolo sanitario elettronico (FSE) sono servizi che permettono di gestire i dati clinici di ogni paziente rendendoli disponibili ad una molteplicità di soggetti (professionisti sanitari, amministratori, pazienti stessi), indipendentemente da dove essi si trovino.
Sistemi di eHealth: cartella clinica e fascicolo sanitario elettronici
A fronte delle grandissime potenzialità funzionali che sistemi come la cartella clinica elettronica e il fascicolo sanitario elettronico forniscono, le difficoltà implementative degli stessi si rivelano tuttavia molteplici a causa di vari fattori:
- Fattori esterni: influenzano la strategia organizzativa (difficoltà di integrazione di normative da parte dei governi, problemi in materia di privacy sui dati clinici, elevati costi indotti e di sistema, rifiuto da parte dei pazienti di affidare i propri dati alla tecnologia)
- Fattori interni: riguardano la struttura e la cultura dell’organizzazione (eccessiva attenzione per gli aspetti manageriali dell’impresa sanitaria a discapito di quelli clinici, difficoltà nel definire un’infrastruttura condivisa, mancanza di coordinamento tra gli operatori sanitari nella gestione dei dati relativi ai pazienti)
Nonostante queste difficoltà i governi dei paesi avanzati promuovono costanti iniziative di supporto in sanità, individuando giuste sinergie, nonché clima di cooperazione tra le culture dominanti che emergono nel nuovo panorama dell’assistenza socio-sanitaria (professionale, manageriale e tecnologica). Necessario ricordare che i successi in “sanità elettronica” sono vincolati soprattutto al coinvolgimento in prima persona dei protagonisti del sistema sanitario, attraverso un’efficace opera di informazione (agli utenti) e di formazione (ai prestatori di servizi). Condicio sine qua non al buon esito dei cambiamenti del sistema e delle organizzazioni così complessi.
Linee guida della Commissione europea sulla cartella clinica digitale
Le linee guida della Commissione europea sulla cartella clinica digitale raccomandano:
- L’utilizzo dei dati sensibili sulla salute solo per scopi ad essa legati e da professionisti tenuti all’obbligo della segretezza degli atti del proprio ufficio ai sensi dell’art.326 c.p. e del dispositivo dell’art 622 c.p. riguardo la rilevazione del segreto professionale
- Il rispetto della decisione autonoma del paziente su come e dove i dati devono essere usati. Il paziente potrà accedere al suo fascicolo tramite card elettronica. Per gli operatori sanitari sarà necessario un sistema di autenticazione che identifichi anche il loro ruolo
- Il fascicolo accessibile solo agli operatori sanitari coinvolti in quel momento nella cura del paziente. L’uso del fascicolo elettronico per altri scopi è proibito, tranne che a fini di ricerca e statistici
- Vanno raccolti solo i dati rilevanti sullo stato di salute del paziente. Saranno suddivisi per moduli (es. vaccino, pronto soccorso, medicazioni) accessibili al personale coinvolto al momento. Previste ulteriori restrizioni per dati particolarmente sensibili (trasferimento dei dati a istituzioni mediche extra Ue solo in forma anonima o con pseudonimo, Hiv, aborto o malattie psichiatriche). Misure di sicurezza per evitare gli accessi indesiderati e non autorizzati
- Ogni Stato deve prevedere le competenze di medici e giuristi. Arbitrato in caso di possibili controversie e report periodici su chi e quando ha avuto accesso al fascicolo
In Italia si recepivano gli obiettivi dell’unione europea contenuti nell’Action Plan eHealth 2004; si attivava nell’ottobre del 2004 uno strumento organizzativo definito “Tavolo di lavoro permanente per la sanità elettronica” (TSE) al fine di coordinare e sostenere l’attuazione del “Piano Sanità Elettronica” da parte del Consiglio dei Ministri Sede istituzionale di confronto e consultazione tra le Regioni, le Province autonome e l’amministrazione centrale, allo scopo di armonizzare le politiche della Sanità Elettronica e l’attuazione dei piani d’azione nazionale e regionali Pubblicazione nel 2005 di documento intitolato “Una politica condivisa per la sanità elettronica”. Seguiva il piano industriale per l’Innovazione della P.A. sulla sanità elettronica (Roma, 2 ottobre 2008). Il piano di e-governement nel 2012 definisce un insieme di progetti di innovazione digitale volti a modernizzare e rendere più efficiente e trasparente la pubblica amministrazione.
Problematiche giuridiche
È opportuno sottolineare che la CCE non deve essere un documento certificante la presa in carico e dimissione ospedaliera. Per rappresentare uno strumento utile in un sistema di eHealth deve strutturarsi come un fascicolo virtuale, il cui contenuto sia dato dall’insieme delle informazioni contenute in più repository presenti sul territorio, nelle varie strutture sanitarie e da sistemi di registri che permettano di recuperare tali informazioni nelle varie sedi locali in cui esse sono distribuite.
Tuttavia, occorre ricordare e non sottovalutare l’impatto della CCE sulla sfera giuridica, dove l’informazione medica deve presentarsi in forme documentali atte a soddisfare le tipiche esigenze di certezza ed autenticità richieste dal diritto.
Sorgono nuove problematiche giuridiche legate all’ideazione ed alla predisposizione di una struttura informatica capace di fornire al cittadino la possibilità di accedere al proprio FSE all’interno dei vari contesti, in cui può esprimersi il suo rapporto con il sistema sanitario (medico di base, pediatra, distretto, ospedale, proprio computer connesso ad Internet) garantire un’efficacia giuridica ai nuovi strumenti informatici attraverso i quali si estrinseca l’attività medica del terzo millennio.
L’impatto della digitalizzazione, comunque, non sempre è stato ben gestito da parte degli attori dei servizi sanitari. Evidenti in alcuni contesti, scenari di resistenza all’innovazione nelle Aziende Sanitarie, scarsa volontà di partecipazione delle direzioni sanitarie ad impegnarsi in progetti caratterizzati da alti costi, alto rischio strategico ed elevata complessità. L’incerto clima istituzionale e la ridotta capacità d’investimento legata alla scarsità di risorse a disposizione del servizio sanitario nazionale, debole attitudine all’investimento in ricerca e sviluppo.
- Articolo a cura di Erasmo Spinosa - Infermiere
Valentina998_
1 commenti
Utilissimo
#1
Ottimo articolo, soprattutto per me che sono una studentessa di infermieristica!