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Lo Human Challenge Trial per la ricerca di nuovi vaccini

di Giacomo Sebastiano Canova

Lo sviluppo di un vaccino contro qualsiasi malattia generalmente può richiedere diversi anni e svariati milioni di dollari; nonostante ciò, questo processo potrebbe non ottenere comunque un successo completo. Ad esempio, nonostante venga sviluppato un vaccino per l’influenza, questo non è un vaccino universale. Inoltre, dopo anni di ricerca, non esiste ad oggi ancora un vaccino per l’HIV.

Human Challenge Trial: scopi e vantaggi per lo sviluppo di nuovi vaccini

Gli HCT sono prove in cui volontari sani testano nuovi farmaci o vaccini

Uno degli strumenti a disposizione della comunità scientifica internazionale, in tema di ricerca sullo sviluppo di nuovi vaccini, è il cosiddetto Human Challenge Trial (HCT).

Secondo l’OMS, gli HCT sono prove in cui i partecipanti vengono intenzionalmente posti a contatto (indipendentemente dal fatto che siano stati vaccinati o meno) con un organismo in grado di sviluppare una malattia infettiva. Questo organismo può essere vicino al tipo selvatico e patogeno, adattato e/o attenuato dal tipo selvatico con patogenicità minore o nulla, oppure geneticamente modificato.

In sostanza, in un tipico studio di Fase I, nuovi farmaci o vaccini vengono testati su volontari sani per determinare la sicurezza del prodotto sperimentale. In questa fase ai soggetti viene somministrato solo il farmaco o il vaccino in fase di studio e non viene mai somministrato intenzionalmente l’agente patogeno. Nel caso di un HCT, ai volontari sani viene somministrato l’agente patogeno per studiarne le reazioni e, a seconda della struttura dell’HCT, al volontario sano può essere somministrato o meno un farmaco protettivo o un vaccino prima o dopo la somministrazione dell’agente patogeno.

Lo scopo di un HCT è dunque lo stesso perseguito dagli studi e dai modelli di studio animale, con l’ulteriore vantaggio di studiare i potenziali candidati al farmaco/vaccino direttamente nell’uomo in un ambiente controllato. Tutto questo consente alla comunità scientifica di ricerca di selezionare potenziali candidati a farmaci/vaccini e a spostare i candidati più promettenti a sperimentazioni più ampie.

Il vantaggio di un HCT rispetto a uno studio condotto sugli animali è rappresentato dalla velocità con la quale si riesce ad identificare un buon candidato al nuovo farmaco/vaccino. Generalmente, quando i candidati al farmaco/vaccino vengono studiati in diverse specie di animali, i risultati vengono estrapolati su come questi farmaco/vaccino in studio possano essere efficaci negli esseri umani e quindi testati su partecipanti volontari in una fase successiva.

È bene notare come non tutti i farmaci/vaccini in fase di sperimentazione che mostrano risultati promettenti negli studi sugli animali producano risultati positivi negli studi di Fase I. Con un HCT, l’efficacia di un farmaco/vaccino candidato che mostra risultati promettenti può essere determinata molto più velocemente. Nonostante i nuovi farmaci/vaccini debbano ancora passare attraverso gli studi di routine di Fase I, II e III, la velocità di passaggio di un farmaco/vaccino candidato dal laboratorio agli studi di Fase I può essere ridotta in modo significativo mediante gli HCT.

Etica degli HCT

A questo punto sorge spontaneo chiedersi se sia etico somministrare a un individuo sano un agente patogeno. Dopotutto, la Dichiarazione di Helsinki afferma che la salute del paziente debba necessariamente essere la prima considerazione e che, sebbene lo scopo principale della ricerca medica sia generare nuove conoscenze, questo obiettivo non potrà mai avere la precedenza sui diritti e gli interessi di singoli soggetti di ricerca.

In questo senso, la comunità della ricerca clinica ha raggiunto un ampio consenso sul fatto che, attraverso un’adeguata e stretta supervisione, sia etico condurre HCT quando questi sono in grado di offrire le maggiori possibilità per un rapido sviluppo di trattamenti estremamente necessari. In merito, il tema è appunto il fatto che gli HCT siano in grado di selezionare nuovi farmaci/vaccini potenzialmente efficaci in un ambiente ospedaliero molto più controllato e con un numero molto inferiore di partecipanti rispetto ai test di routine condotti all’interno di popolazioni molto più ampie. I primi vantaggi che determinano la sicurezza di questa tattica si estendono negli ambienti un po’ meno controllati degli studi di Fase II e III.

Quindi, si potrebbe sostenere che è meglio generare dati sull’efficacia iniziale in piccole popolazioni - e in un ambiente controllato - piuttosto che esporre grandi popolazioni ai potenziali candidati farmaci/vaccini in ambienti meno controllati.

I requisiti di un HCT

I requisiti di un HCT dipendono e variano a seconda del tipo di agente che viene studiato. Non ci sono requisiti speciali per quanto riguarda le normative statunitensi, ma è presente una corposa documentazione di orientamento sull’argomento emessa da diverse agenzie e organismi di regolamentazione. Le linee guida più importanti sono quelle emesse dai Centers of Disease Control (CDC) sul tema del controllo delle infezioni, poiché la maggior parte degli agenti studiati sono rappresentati da organismi infettivi.

È importante tenere presente che le linee guida emesse dal CDC non riguardano specificamente la condotta degli HCT, ma sono generalmente adottate per il controllo delle infezioni all’interno delle strutture sanitarie durante la cura di casi confermati, casi probabili e casi sotto indagine per infezione. Tuttavia, queste linee guida possono essere applicate a seconda della natura dell’agente patogeno che i ricercatori intendono studiare e vengono applicate all’interno delle strutture dove avviene la fase di ricerca. In particolare, queste strutture sono essenzialmente delle strutture sanitarie che gestiscono pazienti contagiati in fase di studio, con l’unica differenza che l’unità sa quale agente si sta studiando in un dato momento, mentre un ospedale deve essere sempre preparato per rispondere a tutti gli agenti infettivi. La premessa di disporre dei processi e dei sistemi per il controllo delle infezioni, tuttavia, è la stessa per entrambe le strutture.

Alcuni dei sistemi e dei processi per il controllo delle infezioni che entrambi i tipi di strutture devono includere sono:

  • Procedure per l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale: vestizione; utilizzo dei guanti; adozione di filtranti facciali prima di entrare nelle aree in cui sono alloggiati i pazienti/partecipanti infetti; svestizione e rimozione di guanti e filtranti facciali una volta usciti dalle aree a rischio
  • Procedure per disinfettare o sterilizzare i rifiuti sanitari prima che lascino la struttura, compresi i DPI usati
  • Procedure per muoversi all’interno della struttura: per ridurre il potenziale di contaminazione, la struttura dovrebbe essere progettata per il movimento unidirezionale, ovvero sia il personale sia i pazienti/partecipanti devono spostarsi da aree a bassa infezione ad aree ad alta infezione e non viceversa
  • Procedure per il controllo delle infezioni ambientali: la pulizia e la disinfezione di tutti gli oggetti utilizzati nell’Unità Challenge, comprese le sponde del letto, i tavoli, le sedie e altri oggetti che tendono a rimanere nelle stanze dei partecipanti e gli oggetti più mobili, come lavanderia, servizio utensili, ecc. Tutto deve essere trattato come un potenziale vettore di infezione
  • Controlli tecnici: uno dei più importanti meccanismi di controllo delle infezioni è la progettazione della struttura e del sistema di ventilazione della struttura. Ci sono molti consigli su come questo dovrebbe essere condotto per quanto riguarda il flusso d’aria, i ricambi d’aria, i filtri da utilizzare nei sistemi di ventilazione e se è necessario che l’aria venga ricircolata

Tutto questo dovrebbe essere condotto in base all’agente con il quale l’Unità intende lavorare, disponendo dunque di strutture agili e che siano in grado di adattarsi alle diverse esigenze dei differenti organismi oggetto di studio. È altresì importante che il team operativo conosca quali siano i limiti delle sue strutture e quali le sue risorse, non accettando di studiare un organismo incompatibile con il livello di biosicurezza della struttura.

Quadro normativo attuale

Gli agenti che sono stati o sono allo studio in tutto il mondo comprendono virus, tossine, allergeni, batteri e funghi. Alcuni esempi includono studi sul colera e sull’influenza e molti di questi studi sono elencati sul sito clinicaltrials.gov.

Negli Stati Uniti, gli agenti in studio sono considerati farmaci e per questo motivo quindi la FDA ha la giurisdizione su di essi. Al contrario, nel Regno Unito e nell’Unione Europea, le autorità di regolamentazione non considerano gli agenti stimolanti come farmaci.

La FDA ha incluso gli HCT all’interno della sua guida allo sviluppo di vaccini per la protezione dalle malattie infettive globali, ma ha principalmente affermato che gli sponsor dello studio dovrebbero discutere il loro piano di sviluppo con il Center for Biologics Evaluation and Research prima dell’inizio di tali studi.

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