Il terapista occupazionale, abilitato allo svolgimento della professione e iscritto all’Albo dedicato all’interno dell’Ordine TSRM PSTRP, interviene quando vi è una limitazione alla partecipazione alle attività di cura del sé (vestirsi, lavarsi, fare sesso, etc.), produttive e del tempo libero, rivolgendosi a tutte le età. Opera promuovendo il recupero e l'uso ottimale di funzioni finalizzate al reinserimento, all'adattamento e alla integrazione dell'individuo nel proprio ambiente personale, domestico e sociale; individuando ed esaltando gli aspetti motivazionali e le potenzialità di adattamento dell'individuo, partecipano alla scelta e all'ideazione di ortesi congiuntamente o in alternativa a specifici ausili; proponendo, ove necessario, modifiche dell'ambiente di vita e promuovendo azioni educative verso il soggetto in trattamento, verso la famiglia e la collettività. Sono diversi i programmi che vedono le professioni di infermiere e terapista occupazionale protagoniste assieme di interventi volti all’assistenza domiciliare.
Il Reablement
L'assistenza domiciliare all'anziano vede una forte sinergia tra il lavoro dell'infermiere e quello del terapista occupazionale
Il team è costituito da terapisti occupazionali , infermieri , fisioterapisti, educatori sociali, ausiliari ed assistenti. È un intervento precoce e limitato nel tempo che pone l'accento sull'assistenza intensiva, orientata agli obiettivi e multidisciplinare, destinata alle persone in declino funzionale, che enfatizza la padronanza delle attività significative e la partecipazione nella società.
I diversi professionisti effettuano una valutazione strutturata e completa, secondo le proprie peculiarità e orientano il piano all'obiettivo sviluppato con gli utenti. Per la buona riuscita dell’intervento è fondamentale la collaborazione tra professionisti e pazienti, il team supporta la persona nello svolgere le attività da sola piuttosto che completare i compiti per lei.
Uno studio condotto in Nuova Zelanda ha evidenziato che gli operatori sanitari che utilizzano questa metodica hanno ridotto i tassi di turnover e migliorato la soddisfazione sul lavoro rispetto a coloro che lavoravano in un consueto gruppo di assistenza domiciliare. Uno studio inglese ha confermato che il successo o il fallimento del trattamento dipendevano da una visione forte e condivisa del servizio, dall'accesso alle competenze degli specialisti e dalla capacità del servizio di assistenza a domicilio a lungo termine di fornire supporto continuo ai propri utenti. Uno studio norvegese ha indicato che il riconoscimento reciproco e l'uguaglianza tra i dipendenti in un team sono essenziali per la creazione di un team multidisciplinare funzionante.
CAPABLE - Community Ageing in Place, Advancing Better Living for Elders
È un programma domiciliare che si avvale di un team interprofessionale costituito da un terapista occupazionale, un infermiere e un tuttofare, in grado di assicurare che le esigenze ambientali, funzionali, di sicurezza e psicosociali di ciascuna persona siano affrontate.
Il programma è costruito interamente attorno a ciò che l'anziano vuole essere in grado di fare a casa e nella comunità. L’utente imposta 3-6 obiettivi realizzabili e ha un massimo di 10 sessioni a casa di 60-90 minuti, su un periodo di 4 mesi. Nelle prime due sessioni casalinghe, il TO aiuta il partecipante a identificare e dare la priorità alle aree funzionali problematiche. L’anziano darà priorità a tre aree, il TO osserva le performance, analizzandole per sicurezza, efficienza, difficoltà e valutando la presenza di barriere e supporti ambientali.
Il TO valuta anche gli aspetti del domicilio che facilitano o ostacolano le funzioni dei partecipanti, come l’illuminazione degli ingressi o la pavimentazione instabile o pericolosa e discute con l’utente possibili modifiche ambientali e dispositivi di assistenza, che il riabilitatore sintetizza in un’indicazione lavorativa per il tuttofare, in ordine di importanza secondo gli obiettivi concordati. Le modifiche a casa avvengono entro il primo mese in modo che il TO possa istruire il partecipante nel nuovo ambiente.
L’infermiere lavora su obiettivi funzionali con il partecipante, identificando se e in che modo il dolore , la depressione , la forza e l'equilibrio, la gestione del farmaco e la capacità di comunicare con il fornitore di cure primarie influenzano la funzione quotidiana.
Negli studi dedicati, i partecipanti hanno mostrato una riduzione della difficoltà nelle ADL da 4.1 (DS = 2.0) al tempo 0, a 2,2 (DS = 2.1) ADL a 5 mesi. Il numero delle attività quotidiane con le quali il campione aveva difficoltà è stato ridotto del 50%. Il punteggio nella scala inerente le attività strumentali della vita quotidiana (IADL) è stato portato da una media di partenza di 4.1 (DS = 2.2) a 3.1 (DS = 2.2) al follow-up. Il numero di persone che non hanno segnalato difficoltà nell'eseguire le proprie attività abituali è più che raddoppiato dal tempo 0 alla rivalutazione. I rischi domestici sono stati ridotti della metà da 3,5 (2,0) a 1.5 (1.3).
Speriamo al più presto di poter, anche in Italia, sperimentare su larga scala questi programmi, per i quali è fondamentale che i manager e i responsabili delle politiche considerino i tempi di informazione e formazione dei team.
Articolo a cura di Christian Parone - Presidente AITO | Associazione italiana terapisti occupazionali
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