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Management

Coordinamento e dirigenza nell'evoluzione della professione

di Bruno Cavaliere

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Negli ultimi vent’anni lo sviluppo delle Professioni Sanitarie ha cambiato radicalmente il percorso formativo, l’integrazione con le altre professioni e i campi d’applicazione del proprio agire.

Infermiere Coordinatore

L'evoluzione delle professioni sanitarie

Ad oggi però assistiamo ancora al perdurare di un’oggettiva difficoltà ad applicare concretamente ciò che “virtualmente” ci ha consentito di realizzare un completo ed elevato sistema formativo composto da tutti i livelli del sapere.

La laurea di primo e di secondo livello, i master di primo e di secondo livello, i dottorati di ricerca, gli incarichi d’insegnamento di ricercatore - associato ed ordinario - non sono riusciti ad incidere in modo significativo anche nella dimensione operativa.

Dovete imparare le regole del gioco. E poi giocare meglio di chiunque altro. (Albert Einstein)

Perché le realtà operative non cambiano? Perché i modelli professionali non vengono applicati? Cosa è mancato? Cosa si è sbagliato? Cosa dobbiamo ancora fare? Come unire questi due mondi che sembrano essere ancora così distanti tra loro?

Questa fase di “interregno” (inteso come periodo di mancanza, di transizione, di crisi tra fatti, avvenimenti, momenti storici) è destinata a perdurare a lungo, perché i fattori che la influenzano sono molto numerosi e fondano le loro radici su “valori” etici e culturali che molto frequentemente risultano contrastanti; si osserva ancora la dicotomia tra il mondo accademico della “formazione” e della “ricerca” e il mondo operativo del “fare”.

Ad aggiungersi a questo complesso quadro organizzativo professionale vi è la questione dei dirigenti e dei coordinatori delle professioni sanitarie. Questi ruoli hanno subito modifiche sostanziali e il più delle volte non comprese dagli attori che quotidianamente sono chiamati ad interpretarli.

Per il Dirigente e il Coordinatore è mancato il collegamento con la propria storia, le proprie radici. L’attuale normativa ha negato il passato, le tradizioni, le competenze, creando un vero e proprio baratro tra passato e futuro. I dirigenti, passati da operatori professionali dirigenti a dirigenti delle professioni sanitarie e gli abilitati a funzioni direttive con specifico ruolo di caposala, a coordinatori con incarichi a termine.

Questi scenari minano indiscutibilmente le identità dei soggetti che rivestono questi ruoli e necessitano di momenti importanti di discussione e di condivisione. In questi casi è utile chiedersi “chi siamo” in termini di identità professionale e ciò che è importante nel sistema di regole che determina le competenze. In sintesi, affrontare il tema dell’identità professionale e dell’essenza della propria professione ovvero gli “esiti” della stessa.

Questo tipo di dibattito apre scenari sulla concordanza dell’agire, ovvero tra dirigenti e coordinatori che cosa vi è da fare, chi lo deve fare e come. Confrontarsi su ciò che è urgente e importante. Questo interrogativo sembra banale, ma come per tutte le cose semplici è il punto essenziale da cui partire per potere condividere una strategia comune d’azione.

Editorialista
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