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Bergamo, assalto al Ps. L'Opi: Non siamo un bersaglio

di Redazione

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Infermiere aggredito al pronto soccorso dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Una trentina di rom ha preso d'assalto il reparto.

Parenti stanchi di attendere, pugno in faccia all’infermiere

Bergamo, aggredito un infermiere al pronto soccorso

Erano circa le 20.30 dell’altra sera quando un gruppo di persone, una trentina di rom, è entrato al pronto soccorso accompagnando una bambina con un profondo taglio al dito di una mano. Ancora una volta all’origine dell’aggressione c’è l’impazienza da parte dei parenti della piccola.

La bambina è stata subito presa in carico, medicata e messa in attesa per una radiografia. Ma il gruppo pretendeva tempi più veloci. Ne è scaturito un parapiglia e un infermiere è stato aggredito e si è visto sferrare un pugno in piena faccia.

La direzione dell’ospedale parla di episodi gravissimi, che vanno duramente condannati perché mettono in pericolo i nostri operatori e minano la sicurezza degli stessi pazienti.

Il direttore generale dell’Asst Papa Giovanni, Carlo Nicora dice che alla luce dei fatti acquista sempre più importanza il percorso di progressivo rafforzamento delle misure di sicurezza che stiamo sviluppando in tutta l’azienda e in particolare in pronto soccorso, che ha già portato all’introduzione di pulsanti antipanico e di un sistema di videosorveglianza, a cui si aggiungono le guardie giurate armate presenti in ospedale notte e giorno.

Opi Bergamo: L’infermiere non è un bersaglio

Non vogliamo lasciare solo nessun collega: l’infermiere non è un bersaglio, non è un capro espiatorio, non è un contenitore inerme dove riversare rabbia, frustrazione ed inefficienze del sistema. Parole dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Bergamo, dopo l’assalto al pronto soccorso da parte di un gruppo di rom e il ferimento di un infermiere.

La presidente dell’Opi Bergamo Beatrice Mazzoleni e il consiglio direttivo dell’ordine esprimono solidarietà all’infermiere ferito nell’aggressione.

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