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cardiologia

Stenosi aortica

di Sara Pieri

La stenosi aortica è una problematica a carico della valvola aortica, che consiste in un restringimento della stessa, con conseguente impossibilità del sangue a fluire correttamente dal ventricolo sinistro all’arteria aorta. La valvola aortica fisiologicamente si apre quando avviene la contrazione ventricolare sinistra, momento in cui il sangue viene spinto verso l’arteria aorta; la stenosi è un processo patologico che causa il restringimento e ispessimento delle pareti valvolari così da creare una riduzione del calibro della stessa. Considerando la difficoltà che il ventricolo sinistro deve affrontare per pompare il sangue in aorta a causa della stenosi valvolare, ne deriva un conseguente ispessimento delle pareti ventricolari (ipertrofia ventricolare); a sua volta significa che la parete ventricolare ispessita richiede un maggior apporto sanguigno per poter irrorare efficacemente le arterie coronarie a esso afferenti.

Cause di stenosi aortica

La stenosi aortica colpisce principalmente soggetti di età compresa fra i 60 e i 70 anni; le cause che stanno alla base possono essere di natura aterosclerotica sulle cuspidi valvolari, oppure anomalie congenite, come ad esempio la presenza di una valvola aortica bicuspide invece che tricuspide come è fisiologico che sia.

Può essere anche dovuta anche a febbre reumatica contratta nell’infanzia, tipica dei paesi in via di sviluppo.

Sintomi di stenosi aortica

I sintomi associati ad una stenosi aortica sono:

  • Dolore toracico che può insorgere dopo sforzo, sintomo che regredisce dopo qualche minuto di riposo, causato dall’aumentata richiesta del ventricolo ipertrofico secondario a stenosi aortica
  • Episodi di svenimento durante uno sforzo, soprattutto in pazienti con stenosi grave, a causa della precipitazione improvvisa della pressione arteriosa

Diagnosi e trattamento di stenosi aortica

Per poter formulare una diagnosi è necessario un attento esame obiettivo del paziente associato ad esami strumentali, quali: elettrocardiogramma ed ecocardiogramma. L’ecocardiogramma è l’esame più specifico per poter classificare la severità della stenosi aortica e dell’ipertrofia ventricolare sinistra.

Un esame successivo, da sottoporre a pazienti con stenosi aortica ma asintomatici, è il test da sforzo, che permette di valutare i sintomi in un paziente sotto sforzo fisico, per valutare la necessità o meno di trattamento.

Il gold standard per il trattamento della stenosi aortica severa è la sostituzione valvolare che ad oggi viene eseguito con interventi di cardiochirurgia mininvasiva. L’intervento prevede l’innesto di protesi biologiche (tessuto di bovino o suino) o meccaniche (leghe di acciaio e carbonio), attraverso l’incisione minima a livello del torace o dell’arteria femorale, permettendo al chirurgo di raggiungere la valvola difettosa e sostituirla.

Fra le ultime tecniche in utilizzo vediamo la “Valve in Valve” per gli accessi dall'arteria femorale e quello “Jena Valve” con accesso intercostale per raggiungere la punta del ventricolo. A seguito di interventi di questo tipo i pazienti sono sottoposti a quotidiana assunzione di farmaci anticoagulanti e antiaggreganti per poter ridurre al minimo le potenziali complicanze.

Un altro trattamento che può essere scelto, spesso in casi di malformazione congenita come la valvola aortica bicuspide, è quello di riparazione della valvola, con un intervento di rimodellamento dei lembi delle cuspidi per far si che si riallineino correttamente; metodica meno diffusa, con vantaggi quali il mantenimento della propria struttura anatomica e non richiede alcun trattamento anticoagulante e antiaggregante.

Complicanze legate alla stenosi aortica

Le complicanze possono verificarsi prima o dopo il trattamento. Se non trattata, la stenosi aortica può portare a morte improvvisa per insufficienza cardiaca.

Dopo il trattamento possono presentarsi: aritmia, endocardite, tromboembolie; l'aritmia più frequente è la fibrillazione atriale e di conseguenza il rischio tromboembolico diviene elevato, specialmente se il paziente non è correttamente scoagulato.

Il rischio di endocardite è una rara, ma grave complicanza che può verificarsi a seguito di pratiche mediche, chirurgiche o odontoiatriche, che vedono come principali patogeni responsabili: pneumococchi, streptococchi, staphylococcus aureus. I microrganismi che infettano l'endocardio possono avere origine da sedi infette distanti dal cuore (es. ascessi, infezione vie urinarie, ecc.) che utilizzano le valvole sostituite come terreno fertile per riprodursi e creare fenomeni settici.

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