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operatori Socio Sanitari

Migep-Stati Generali: preoccupa “sovramansionamento” Oss

di Redazione

Non esistono solo i diritti degli infermieri ma anche quelli degli operatori sociosanitari e riteniamo fondamentale il rispetto della normativa vigente in materia di mansioni e competenze professionali. Vorremmo pertanto richiamare la sua attenzione su una questione di estrema gravità che riguarda la tutela delle due professioni, quella degli infermieri e quella degli Oss. Così Angelo Minghetti, della Federazione Migep, e Gennaro Sorrentino degli Stati Generali Oss, in una lettera indirizzata alla Presidente della Fnopi, Barbara Mangiacavalli, in merito alla sua circolare (n. 36/2024) sulla gravità del problema del demansionamento infermieristico.

Operatori socio sanitari: non esistono solo i diritti degli infermieri

oss lenzuola

"Il sovramansionamento degli Oss è una questione di grande rilevanza per il futuro delle altre professioni".

Sebbene l'infermiere sia il professionista laureato, responsabile dell'assistenza infermieristica, comprendiamo che la sua priorità sia tutelare l'immagine e la professionalità della categoria infermieristica.

Pur riconoscendo il problema del demansionamento degli infermieri, siamo altrettanto preoccupati per il fenomeno del sovramansionamento degli Oss che riteniamo sia una questione di grande rilevanza per il futuro delle altre professioni, fanno sapere i due rappresentanti degli operatori sociosanitari al fine di tutelare il ruolo e la dignità delle professioni sociosanitarie, esprimendo altresì timori anche per il futuro della formazione in generale, la cui differenziazione regionale creerebbe disparità nei diritti e nelle condizioni lavorative dei professionisti portando altresì ad una perdita di competenze fondamentali.

Siamo consapevoli delle difficoltà che hanno portato all'attuale carenza di personale, è un problema che si trascina dal 1994 e riconosciamo che non può essere risolto con una semplice circolare, continuano.

Tuttavia, è importante sottolineare che il radicale rinnovamento della professione infermieristica, sancito dalla legge 42/99, ha avuto conseguenze significative per altre figure professionali, relegandole in una posizione marginale e subalterna. Se da un alto riconosciamo l'importanza del riordino della categoria infermieristica, dall'altro questo processo ha comportato un costo elevato per altre professioni, che sono state emarginate e depotenziate, sottolineano specificando che deve essere garantita la crescita professionale sia degli infermieri che degli Oss in quanto si stima che per il futuro dell'assistenza diventerà sempre più cruciale il ruolo di entrambe le figure.

L'espansione delle competenze infermieristiche non dovrebbe quindi andare a scapito degli Oss, il cui ruolo diventa determinante una volta esaurite le potenzialità infermieristiche, rimarcano esprimendo preoccupazione sul fatto che si parli di carenza di Oss ignorando l'esigenza di una revisione della composizione del personale sociosanitario che dovrebbe tenere conto delle risorse disponibili e della necessità di specializzazioni mirate, anche alla luce dell'evoluzione tecnologica e dell'intelligenza artificiale.

Oggi gli infermieri non possono accusare gli Oss di sottrarre loro competenze e, allo stesso tempo, chiedere agli Oss di limitarsi alle proprie mansioni, quando in molte strutture ospedaliere e Rsa si permette loro di svolgere competenze infermieristiche, lamentano denunciando tale pratica diffusa che non solo li espone a rischi di abuso della professione, ma compromette la qualità dell'assistenza sanitaria, comportando gravi conseguenze legali anche per i responsabili delle strutture che permettono tale fenomeno.

Se per alcuni infermieri il demansionamento si configura quando si deve imboccare un paziente, eseguire cure igieniche o somministrare la terapia orale, è evidente che l'assistenza, che è il fondamento della professione infermieristica, è stata messa in secondo piano, precisano riportando alcune situazioni in cui invece il demansionamento infermieristico viene ignorato.

Come all'ospedale di Macerata, dove gli infermieri percepiscono sino a 60 euro l'ora per svolgere mansioni proprie degli Oss. Mentre si continua a ricorrere a sentenze giudiziarie per richiedere risarcimenti per demansionamento, in tali circostanze non abbiano invece rilevato alcuna difesa rigorosa contro la dequalificazione della professione infermieristica, fanno notare.

È necessario perseguire una trasformazione strutturale nell'organizzazione del lavoro, in grado di creare un sistema meno denso ma più focalizzato e specializzato che permetta di valorizzare anche altre figure professionali, suggeriscono ricordando che questo obiettivo sarebbe del resto in linea con le indicazioni degli organismi regionali.

Per migliorare la qualità e la sicurezza dell'assistenza alla popolazione, garantendo appropriatezza e sostenibilità del sistema, dobbiamo aumentare rapidamente il rapporto tra infermieri ed Oss assegnando a ciascun professionista il ruolo adeguato in modo che possa rispondere alle esigenze con la massima autonomia possibile, propongono.

Il ruolo dell'Oss, chiaramente definito dall'Accordo Stato-Regioni del 2001, stabilisce che l'Oss collabora con le altre professioni sanitarie, senza essere ad esse subordinato, concludono tutelando l'immagine e la professionalità di questa figura.

Pertanto il sovramansionamento degli Oss non solo viola i principi normativi, ma compromette anche la sicurezza e la qualità dell'assistenza sanitaria, ledendo gravemente la loro dignità professionale, ribadiscono ricordando che essi non sono inseriti nell'elenco del ministero della Salute tra coloro che svolgono arti ausiliarie ma tra gli operatori di interesse sanitario sebbene non siano formalmente contemplati tra le professioni sanitarie.

Occorre una visione più ampia e coraggiosa. Per trovare insieme una soluzione ai problemi di demansionamento degli infermieri e di sovramansionamento degli Oss e per garantire il rispetto delle reciproche competenze professionali nonché dei diritti di entrambe le professioni chiediamo un immediato incontro con la Fnopi auspicando che si possa riprendere il dialogo attraverso un tavolo di confronto e di collaborazione che permetta ad entrambe le figure professionali di progredire nella loro evoluzione individuale.

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