"Ragazza seria, affidabile, educata, con esperienza, so misurare la pressione, il diabete, pratica con i farmaci e le punture, aiuto con i bambini, stiro, no automunita, cerco lavoro come collaboratrice domestica presso famiglia seria, o lungorario e pulizie ore..."
Annunci abuso di professione infermieristica
Annunci come questo pullulano nel web, soprattutto negli ultimi mesi. Piccolo particolare: ad offrire la propria opera e la propria "praticità con farmaci e punture" non è una giovane infermiera in cerca di occupazione disposta a tutto pur di sfuggire alla crisi, bensì una ragazza "qualsiasi", in possesso di un titolo di istruzione relativo alla scuola dell'obbligo (come riportato chiaramente all'interno del suddetto annuncio).
E così, tutte quelle persone che fino ad oggi svolgevano la propria attività di assistente agli anziani o ai disabili, tutti coloro i quali lavoravano come collaboratori domestici, vengono "promossi" (o sarebbe il caso di dire si autopromuovono) "infermieri sul campo".
Certo, poichè gioverebbe ricordare che la somministrazione di terapia orale, endovena o intramuscolo, può essere per legge effettuata esclusivamente da personale sanitario in possesso dei requisiti specifici, primo tra tutti un titolo di studio idoneo (laurea) che negli annunci come quello su citato non sono presenti.
Sarebbe altresì utile ricordare che qualora un' altra figura (O.S.S., O.S.S.S.) ricevesse un incarico relativo alla somministrazione di terapia, ciò dovrebbe avvenire alla presenza di un professionista della sanità il quale risulterebbe essere direttamente responsabile della preparazione nonchè della somministrazione stessa del farmaco.
Quanto proposto in questi annunci, è bene ricordarlo, è una chiara violazione della legge, classificata come "esercizio abusivo della professione infermieristica".
L'art. 348 del Codice Penale stabilisce che“Chiunque abusivamente esercita una professione, per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato, è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa da euro 103 a euro 516”.
Prendiamo ad esempio il caso di un cittadino qualsiasi che prescriva un farmaco a qualcuno: appare ovvio il configurarsi del reato di esercizio abusivo della professione medica e chiunque si guarderebbe bene dall'attuare comportamento del genere, a meno che non si abbia la chiara volontà di violare la legge mettendo in serio pericolo la salute dei cittadini.
Ma, come spesso ci si sente ripetere, chiunque è capace ad eseguire una iniezione, salvo poi provocare un ascesso (nel migliore dei casi) al malcapitato paziente; ecco perchè nella quasi totalità dei casi, quando ci si ritrova difronte ad annunci come quello su citato, tutto pare essere normale.
Occorre quindi ricordare, soprattutto ai "non addetti ai lavori", che l'errata somministrazione di una terapia effettuata da personale privo di preparazione e di abilitazione, può comportare seri rischi per la propria salute.
Dal punto di vista prettamente professionale, invece, viene spontaneo domandarsi quale "vigilanza" venga attuata per contrastare il sempre più frequente fenomeno dell'abuso di professione infermieristica. È previsto l'intervento di un organo istituzionale deputato a tale controllo o il tutto è demandato alla buona volontà di ogni singolo infermiere che provvederà a denunciare alle autorità competenti gli autori di tali annunci ed i relativi siti (o giornali) in cui gli stessi sono pubblicati?
Quella che può sembrare una presa di posizione fuori luogo, è da considerare invece come un vero e proprio grido di allarme.
Il blocco dei concorsi, i tagli alla sanità, il blocco del turn over ecc... hanno avuto come conseguenza quella di produrre un esercito (si parla di circa 30mila unità!) di infermieri disoccupati, molti dei quali hanno deciso con coraggio di intraprendere il proprio percorso lavorativo come liberi professionisti, con regolare iscrizione all'albo, alla agenzia delle entrate, all' ente previdenziale e soprattutto con regolare emissione di fattura.
L'abuso di professione attuato da chi si propone per l'esecuzione di compiti di chiara ed esclusiva competenza infermieristica, fa si che gli infermieri in regime di libera professione trovino un ulteriore ostacolo sulla propria strada: è economicamente più conveniente, per un anziano costretto ad assumere terapia, rivolgersi ad un uomo o ad una donna che espletino questo lavoro unitamente alle pulizie domestiche e al disbrigo di altre mansioni puramente casalinghe.
Così, ancora una volta, la nostra professione si ritrova a dover fare i conti con un "nemico" da sempre esistito ma che va oggi come oggi rafforzandosi sempre più, complici la crisi economica attuale ed il mancato controllo da parte delle autorità competenti.
Oltre la violazione della legge (abuso di professione con il più delle volte annessa evasione fiscale), vi è una "strisciante" minaccia alla salute pubblica che passa inosservata ogni qualvolta qualche ignaro cittadino si rivolge per problemi di natura sanitaria ad "infermieri improvvisati" o a "medici da web", e tutto ciò dovrebbe indurre chi di competenza a vigilare ed eventualmente sanzionare sia gli autori di tali annunci di lavoro sia (gli ignari?) mezzi di diffusione che permettono la pubblicazione di tali annunci senza un effettivo controllo sul contenuto degli stessi.
Occorre cominciare a diffondere una vera cultura sanitaria, a partire dalle strutture ospedaliere passando per i medici di famiglia e per tutti quei canali che potrebbero "istruire" la cittadinanza in merito al rischio che si corre nell'affidare il proprio stato di salute ad infermieri o medici improvvisatisi tali.
Forse, se ogni cittadino chiedesse all'infermiere che si reca presso il proprio domicilio una tessera di riconoscimento (l'ideale sarebbe il proprio tesserino rilasciato dal collegio Ipasvi di appartenenza), si potrebbe cominciare a porre un freno a fenomeni come quello su descritto, per non parlare del giovamento che la professione infermieristica potrebbe trarre da una più attenta valutazione degli annunci da parte delle redazioni dei siti internet e dei giornali.
Purtroppo, fino a quando seri provvedimenti non verranno istituzionalmente attuati, la rete (e non solo) continuerà a "sfornare" infermieri improvvisati, poichè, come troppo spesso qualcuno è solito dire, "è facilissimo fare l'infermiere: basta saper fare una puntura e dare due pillole ed il gioco è fatto!"
Lascio a voi colleghi le conclusioni ed i commenti del caso.
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