Capita che le prime volte che si entra in contatto con una nuova famiglia si percepisca un po’ di diffidenza o di timore nei nostri confronti, ma a mano a mano che l’assistenza avanza quel sentimento si trasforma in totale fiducia nei tuoi confronti e questa è una delle più grandi soddisfazioni personali e professionali. Tutto questo è l'assistenza domiciliare , ma è anche molto di più.
Infermieri di assistenza domiciliare, il nostro valore aggiunto
Infermiera di assistenza domiciliare al lavoro
La prima volta che approcciai all’assistenza domiciliare in tirocinio ebbi sensazioni contrastanti: un mix tra entusiasmo e paura . Mi ricordo che pensai alle difficoltà che potrei aver avuto in futuro a trovarmi da sola in situazioni che non sarei stata in grado di risolvere senza il supporto di un collega. Subito dopo la laurea il destino ha voluto che il mio primo lavoro fosse proprio questo: infermiera di assistenza domiciliare .
A distanza di due anni posso confermare che il nostro lavoro non solo è di fondamentale importanza, ma è proprio uno di quei servizi di cui la comunità non può fare a meno .
Noi entriamo nelle case dei nostri assistiti, direttamente nelle loro vite; piombiamo nella loro quotidianità, impariamo a conoscere le loro abitudini (a volte un po’ bizzarre), i loro cari e persino i loro animali domestici. Il nostro valore aggiunto è quello di dare una guida al paziente che a volte si sente smarrito, magari al rientro da un ricovero in ospedale.
Capita che le prime volte che si entra in contatto con una nuova famiglia si percepisca un po’ di diffidenza o di timore nei nostri confronti, ma a mano a mano che l’assistenza avanza quel sentimento si trasforma in totale fiducia nei tuoi confronti e questa è una delle più grandi soddisfazioni personali e professionali .
Lo ammetto: ci sono giornate in cui faccio più fatica, magari quando mi ritrovo in mezzo al traffico, quando non trovo l’indirizzo di un domicilio e mi ritrovo a girare a vuoto, oppure quando la mattina al risveglio sento fuori dalla finestra lo scrosciare della pioggia e già so che tornerò a casa bagnata fradicia, ma come si dice sono i “rischi del mestiere”.
La bellezza del nostro lavoro sta nelle piccole cose, nei gesti più semplici, come un caffè offerto, come la scatola di cioccolatini regalata per Natale o come semplicemente un “grazie” per l’impegno dimostrato nei loro confronti .
Noi siamo il punto di riferimento per queste persone fragili, abbiamo il compito di insegnare loro come prendersi cura di sé stessi quando non siamo presenti; di educare i familiari e le persone care all’assistenza di base.
Ma anche noi impariamo qualcosa da loro e questa cosa è la gratitudine . Ebbene sì, quando ti affacci al mondo dei domiciliari, quando vedi in faccia la sofferenza, quando vedi il corpo e l’anima delle persone stremate dalla malattia e dalla stanchezza, allora impari cos’è la gratitudine; capisci che forse le cose di cui ci lamentiamo quotidianamente non son poi così importanti, capisci che la bellezza sta davvero nelle piccole cose che diamo per scontate e che un sorriso o una parola gentile può portare un po’ di pace nelle loro e nelle nostre vite.
Ilenia Tarantino , Infermiera
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