Ci si sente piccoli, piccoli di fronte alle difficoltà di una famiglia e impacciati nel gestire i sentimenti di genitori di un bambino oncologico. Ma ci si sente anche apprezzati, visti come una risorsa, un professionista fidato. Tutto questo è l'assistenza domiciliare , ma è anche molto di più.
Il territorio è un mondo a sé, pieno di sfaccettature come la vita
Infermiera di assistenza domiciliare
Quando mi è stato proposto il distretto non ci potevo credere: era un’esperienza che cercavo di raggiungere dai tempi del tirocinio . Assistenza domiciliare , un mondo che mi aveva sempre affascinato, nonostante non sapessi bene a cosa andavo incontro.
La mia idea del servizio era decisamente idealizzata : un luogo dove all’infermiere viene dato il giusto peso. Nonostante le premesse fantasiose create dalla mia mente, la realtà, seppure con molte difficoltà, si è dimostrata abbastanza rosea.
Il primo giorno di affiancamento con una collega dalla pluriennale esperienza sul territorio, mi ha spiazzato. Mi sono sentita più volte una studente del primo anno, piccola, impacciata ed ignorante.
Piccola di fronte alle difficoltà di quella famiglia di coniugi ottantenni, lasciati soli con una badante dai modi dittatoriali, che si permetteva di decidere anche gli orari in cui potevano usare il bagno… A casa loro.
Impacciata nel gestire i sentimenti dei genitori alla malattia terminale di un bambino di dieci anni, affetto da neuroblastoma da quando ne aveva due. Ignorante di fronte alla richiesta di informazioni su come ottenere un letto ospedaliero a domicilio.
È un mondo a sé il territorio, vedrai le peggiori situazioni di degrado - così mi dicevano i colleghi - ma ti ci abituerai
Sono passati ormai tre anni da quel primo giorno. Ho imparato molti trucchi: conosco case dove è meglio che non mi lavi le mani, dove, anche se mi offrono qualcosa, è meglio che rifiuti se tengo alla mia salute gastrointestinale.
Ne conosco molte dove non sai se sia meglio appoggiare il borsone da qualche parte o entrare con lo stretto necessario per non contaminarlo. Per fortuna ce ne sono molte altre di pulite, profumate, normali, popolate da altrettante persone normali. Quelle che ti ringraziano perché sei arrivata presto, o perché sei arrivata e basta .
Quelle che ti chiamano dottoressa perché sanno che gli infermieri seguono un percorso universitario e quindi sei un dottore pure tu . Quelle che ti trattano come una figlia. Quelle che sanno che con te possono parlare, perché il dottore non risponde mai al telefono e tanto non viene a casa .
Quelle che ti chiedono delucidazioni sui farmaci, consigli su come assistere al meglio il proprio caro. Quelle che ti vedono come una risorsa preziosa, un professionista fidato . Quelle che ti dicono signora io quando la vedo sono tranquilla .
Nonostante tutto, il territorio rimane mondo a sé, pieno di sfaccettature positive e negative, proprio come la vita.
Silvia Pasqualetti , Infermiera
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