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Testimonianze

Noi infermieri, tappabuchi di un sistema al collasso

di Redazione

Sottopagati, oberati di attività e di responsabilità, aggrediti, richiamati in servizio nei giorni di riposo a causa della carenza di personale. Come può lo Stato pensare che da qui a un domani ci sia richiesta da parte dei giovani di diventare infermieri? – si domanda una collega infermiera - Quali potrebbero essere, secondo lo Stato, le motivazioni per diventarlo? Questa non è una vocazione come molti pensano.

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Commenti (1)

MaxGen76

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59 commenti

Che dire…concordo ma…!

#1

Concordo pienamente con quanto scritto dalla collega, grosso modo accade ciò nei nosocomi pubblici e privati! Anche se con qualche differenza! Il 90% del tempo lavorativo di un infermiere è impiegato per svolgere mansioni di non pertinenza! Vorrei ribadire (ammesso che la collega non abbia sbagliato a scrivere!) che il giro letti (in generale le mansioni igienico domestico alberghiere) NON È COMPETENZA INFERMIERISTICA, da qui il tanto odioso DEMANSIONAMENTO! Non lo è neanche l’aiuto che l’infermiere ha nei confronti dell’OSS (magari per cortesia, o casomai il contrario qualora l’infermiere lo ritenga opportuno!). Anche partecipare al giro di visita medico, se serve solo a spingere un carrello, eseguendo le prescrizioni mediche, beh non ci lamentiamo se siamo visti come ancillari dei medici! Le braccia le hanno anche loro! Come credo altresì doveroso che un medico si soffermi ad ascoltare gli aggiornamenti delle condizioni dei pazienti rilevati dagli infermieri! Per ciò che riguarda le prescrizioni, credo che, se l’infermiere sta svolgendo un compito (medicazioni, compilazione cartella, push tool, preparazione della terapia, ecc) se intanto le scrivono sulla cartella (meglio informatizzata), non muore nessuno se l’infermiere procederà non appena ha finito, no? Certo, cambia tutto, se c’è l’urgenza! Ma, anche in questo caso, credo che il medico stesso possa intervenire tempestivamente, nel frattempo che sopraggiunga il demansionato, o no? Per concludere (non per dettare linee guida o come bisogna lavorare in equipe!), se posso dare un consiglio, bisogna avere consapevolezza del ruolo che si riveste, bisogna dare importanza e valore a ciò che si sta facendo! Da qui deriva il saper fare, saper essere, saper divenire, e aggiungerei saper farsi rispettare! D’altronde l’autonomia lavorativa (quindi distaccata dal medico e dalle altre figure, ma in “simbiosi” con esse), il potere decisionale (anche di dare delle priorità!) sono state sancite ben 30 anni fa (739 del ‘94)!!!