Rianimazione
In forma anonima, piangendo e senza la forza di rileggere. Così l'infermiere che ha guidato le prime manovre di rianimazione della piccola Camilla Compagnucci, morta sulle piste da sci in seguito ad un tragico incidente, ha scritto una lettera al papà della bambina. Lo ha fatto perché il dolore di quella famiglia lo ha colpito come una pugnalata
e per cercare di dare al padre di Camilla un minimo di conforto. Sei stato un eroe - si legge nella lettera riportata da Repubblica - difficilmente avrai pace ma hai fatto tutto quello che potevi fare nel modo migliore
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Infermiere del 118 scrive al papà di Camilla: Sei stato un eroe
Sono l’infermiere che per interminabili istanti ha guidato il papà di quella povera piccola durante la rianimazione telefonica, fino all’arrivo dei primi soccorsi. Vorrei solo dire a quella povera famiglia che il loro dolore mi giunge come una pugnalata.
Vorrei che tutto fosse andato diversamente, vorrei abbracciarli forte perché credo che le parole di quell’eroico papà, mentre eseguiva ogni manovra rianimatoria che gli veniva consigliata, non le dimenticherò mai.
Le sue grida di dolore mentre invocava il nome della sua piccola, mentre gridava: «Ma è la mia bambina...». Faccio questo lavoro da molti anni ormai e sono papà di un piccolo esserino da tre, e non vedevo l’ora di uscire dal lavoro per tornare a casa ed abbracciarlo.
Lavoro sull’elicottero e nella gestione di esso e tutti i miei colleghi e amici coinvolti nella gestione di questo intervento sono tornati a casa con le lacrime agli occhi.
Rivestiamo noi stessi di dure corazze ma, come qualcuno mi ha fatto notare, sono solo piene di buchi e lasciano profonde cicatrici che solo chi combatte può avere il diritto di portare. Questa sarà una cicatrice davvero profonda.
Addio Camilla, non ti ho conosciuta ma avrei voluto farlo mentre ti vedevo sorridente e felice. Ciao papà, sei stato davvero un eroe, credo difficilmente avrai pace ma sappi che hai fatto tutto quello che potevi nel modo migliore, seguendomi attentamente.
Eri i miei occhi e le mie mani e io, per quanto posso, sarò un po’ del tuo cuore e porterò per te un po’ di quell’enorme dolore. Non addossarti colpe, hai avuto la colpa di cercare la sua felicità in ogni atomo.
Ciao mamma, nonna, amici, conoscenti, e chiunque in qualche modo, come me, pensa che tutto questo non dovesse succedere. Non so se queste parole arriveranno a qualcuno, vorrei avere la forza e la possibilità di venire ad abbracciarvi ma ho solo paura di contribuire a crearvi ancora più dolore.
Vi scrivo piangendo e senza neppure aver la forza di rileggere, non cerco protagonismo ma solo la possibilità che qualcuno vi porti queste parole. Addio Camilla, eri piccola, troppo piccola per lasciare questo mondo senza i tuoi sorrisi.
Non sono un fervido credente ma una preghiera ogni sera te la sto dedicando e spero che, ovunque tu sia, sorrida e porti conforto ai tuoi genitori e ai tuoi nonni.
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