L’endometriosi esiste ed è una malattia
Ragazza soffre di endometriosi
Ho avuto il primo ciclo mestruale all'età di 13 anni e da lì è iniziato il mio calvario. Dolori ogni mese, dolori atroci tanto forti da farmi svenire davanti a un bar in un pomeriggio d’estate. Ecco le prime visite, i primi medici.
Nulla, signorina. Sono i classici dolori che ogni donna ha durante quel periodo del mese . Gli anni passano e i dolori aumentano, ma non sono solo legati a quel periodo del mese. Dolori addominali, stipsi continua, stanchezza cronica, cefalea, nausea, mal di stomaco refrattario a qualsiasi antidolorifico da banco.
Tanti dottori visti e tutti con la stessa risposta: è tutto normale, è tutto nella tua testa - dicevano – sopporta .
Così ho sopportato per anni . I giorni peggiori li passavo a letto, ginocchia alla bocca (l’unica posizione che mi aiutava) e pianti. Mentre i sintomi peggioravano. Così sono arrivata all’età di 24 anni che è iniziato un altro calvario. Dolori allucinanti, sincope e lipotimia continue (anche durante il lavoro).
Diagnosi: colica addominale. Ma io sapevo che non era una semplice colica e grazie alla mia caparbietà sono andata avanti chiedendo altri consulti. Ed ecco il primo intervento: laparoscopia esplorativa.
Trovano delle placche di endometriosi che coinvolgono intestino, tube e ovaie... La prima volta in vita mia che sento questa parola: endometriosi . Finalmente tutti i miei dolori avevano un nome, non era tutto nella mia testa.
Arriva il secondo intervento: salpingectomia, asportazione di una tuba. All’età di 25 anni mi ritrovo già senza una tuba e il medico che afferma che purtroppo la malattia c'è e che per ora non si può far di più oltre che a prendere "la pillola" e a pregare che un giorno riuscirò a diventare madre. Una doccia fredda.
Ma la vita continua e con tanta forza si va avanti. Trasferimento in una nuova città, lavoro come infermiera in una stupenda clinica; tutti i miei sogni si stavano realizzando, con il peso incessante dei continui dolori. Ma devo lavorare, quindi mi imbottisco di antidolorifici e penso: la terapia la faccio, la situazione è sotto controllo . E invece…
Luglio 2017, 27 anni . Ennesima sincope, ennesimo accesso al Pronto soccorso. E lì trovo forse il mio angelo custode: Signorina la sua situazione è molto complicata e dev'essere operata d’urgenza, ma non qui. In un centro specializzato per la sua malattia. L’endometriosi . Perché l’endometriosi è una malattia .
Io incredula. La terapia la stavo seguendo e allora perché, perché proprio adesso? Ho 27 anni, ho dei sogni, perché?
Poco dopo mi ritrovo in un grande centro a Peschiera del Garda, il mio “salvatore” mi effettua una visita e mi dice la cruda verità: la malattia ha camminato, l’intestino è quello messo peggio. Placche di endometriosi che ormai restringono il diametro normale, una parte già in necrosi, vescica, diaframma, ovaio sinistro fortemente danneggiati.
Così è arrivato il momento dell’intervento: dopo 9 lunghe ore esco dalla sala con il corpo totalmente cambiato. Sulla parte destra del mio addome c’è un sacchetto. Sì, una stomia .
Purtroppo è stata necessaria una resezione intestinale di 17cm. Dall’altro lato, un drenaggio. Punti di sutura per la laparoscopia e laparotomia e la mia vita, la mia vita di ragazza, di donna sconvolta. Non solo fisicamente, ma soprattutto psicologicamente.
Il lavoro ormai l’ho lasciato... Mi nascondevo in casa per vergogna, non dovevano vedere com’ero cambiata. In più per la prima volta ho sentito la parola menopausa farmacologica .
Sì, a 27 anni mi sono ritrovata ad essere già in menopausa , ad avere tutte le conseguenze anche di quest’altra condizione.
La malattia aveva devastato il mio fisico, ma soprattutto la mia anima . Non avevo voglia più di vivere, vedevo i miei sogni il mio futuro che non esistevano più. E poi il desiderio di diventare madre allontanarsi sempre più.
Così passavo i miei giorni. Poi mi sono fatta forza e con l’aiuto del mio compagno (marito, ora), della mia famiglia, ma soprattutto di una psicologa ho trovato di nuovo la gioia di vivere e ho accettato quel corpo , quella condizione che non sentivo mia .
Dopo 9 lunghi mesi ennesimo intervento, togliamo finalmente il sacchetto. Ma ora c’è un altro problema: l’incontinenza. Ed ecco anche la riabilitazione del pavimento pelvico .
Pian piano accettavo tutto, sono sfortunata ma devo combattere. Devo combattere contro chi mi guarda e mi dice: "per un mal di pancia tutto questo hai passato?", oppure: “sei ingrassata”. E in cuor mio dicevo “sì, sono ingrassata perché a 28 anni sono già in menopausa, mi bombardo di ormoni. Ma combatto. Combatto e non mollo
Ecco, è questo che provoca l’endometriosi. L’endometriosi è una malattia cronica invalidante. Esiste. E come tutte le malattie dev’essere rispettata. Ora all’età di 29 anni mi è stata riconosciuta un’invalidità del 50%, sono sempre in terapia farmacologica, in menopausa, controlli ogni 3 mesi. E ancora adesso non so se un giorno potrò essere una madre .
Come ogni malattia l’endometriosi lascia cicatrici sul corpo, ma soprattutto cicatrici nell’anima. E quelle non le curi. No, ci devi convivere ogni giorno. Devi portarti dentro un gran macigno. Fingere un sorriso di circostanza mentre dentro stai morendo. Ma si va avanti, perché noi donne siamo forti e combattiamo.
Per ora la malattia è stata "sconfitta", è sotto controllo solo perché la terapia farmacologica fa il suo dovere. Ma se un giorno dovessi sospenderla, il rischio di recidiva è altissimo.
Ecco com’è la vita di chi soffre di questa malattia: è convivere ogni giorno con la paura che la bestia ritorni. Ho il terrore di avere di nuovo quei dolori atroci che mi facevano piegare in due. Ma la vita è bella lo stesso, io lotto e non mi arrendo. E come me tutti i milioni di donne che in Italia soffrono di questa patologia.
L’endometriosi esiste ed è una malattia .
Valentina Carbone , Infermiera
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