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Editoriale

Umanizzare le cure. Umanizzare le persone

di Pier Raffaele Spena

Mai come negli ultimi anni si sta cercando di affrontare seriamente il vissuto di una persona che incontra una malattia durante il percorso della vita. Tanti, tra professionisti sanitari, rappresentanti delle istituzioni e associazioni pazienti, hanno individuato nell’umanizzazione delle cure un percorso utile ed efficace che pone la persona al centro dell’interesse.

mani cura

Per umanizzazione s’intende quel processo in cui si deve porre il malato al centro della cura; questo concetto segna il passaggio da una concezione del malato come mero portatore di una patologia a una come persona con i suoi sentimenti, le sue conoscenze, le sue credenze rispetto al proprio stato di salute. Sull’argomento si sprecano iniziative e progetti che promuovono questo approccio, altre stentano a trovare un filo conduttore o uno scopo, forse perché concepite più per il politicamente corretto che reale vocazione.

Il Ministero della Salute, da parte sua, ha già affrontato questo tema pubblicando alcuni progetti su focus specifici che riguardano essenzialmente anziani e minori, un’iniziativa importante, ma che non riesce a essere una guida esaustiva per chi vuole occuparsi di umanizzazione.

Ma come si arriva all’Umanizzazione delle Cure? È un processo che passa attraverso pratiche standardizzate alle quali le persone devono attenersi? O è un processo spontaneo figlio di una rivoluzione culturale “suggerita” e non disciplinata? Probabilmente una via di mezzo e solo il tempo lo dimostrerà. In questa sede interessava focalizzare l’attenzione sulle condizioni ambientali che attualmente si vivono e condizionano l’agire nei contesti ospedalieri, e non solo. Sempre più spesso si apprende, infatti, di aggressioni al personale sanitario, familiari e pazienti che denunciano casi di abbandono e incuria, e si potrebbe andare avanti per molto.

La cronaca quindi riporta molti casi che meritano una riflessione in tal senso, e che ci porta ad una domanda: umanizzare i processi è sufficiente a umanizzare le cure? O ancora, umanizzare le cure vuol dire umanizzare parallelamente le persone, o bisogna umanizzare le persone prima delle cure? L’istinto, e la cronaca, suggerirebbero la seconda ipotesi, ma smaltita la rabbia e fatta prevalere la razionalità, crediamo che il processo di umanizzazione si porta dietro anche l’onere di umanizzare le persone. Come? Proviamo a mettere in sequenza alcuni possibili passi da fare:

  • informazione corretta e puntuale a pazienti e caregiver familiari;
  • formazione professionale sanitaria ad hoc;
  • campagne sociali;
  • promozione civica sulla prevenzione;
  • condivisione buone pratiche;
  • monitoraggio dei processi e risultati.

Non è quindi un percorso individuale o per pochi, è invece un processo che prevede più attori che dialogano tra di loro. Ben vengano iniziative singole, ma attenzione a non produrre galatei di buone maniere, che non rispondono a bisogni reali delle persone. Se vogliamo che di questo resti qualcosa bisogna trasferire tutto ad un livello istituzionale più alto che risponda ai sei punti precedenti e soprattutto tenga traccia delle singole iniziative per poi sintetizzarle e trasferirle in raccomandazioni (poche e semplici) condivise ed accettate da tutti gli attori coinvolti.

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