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Editoriale

Ei fu. Silvio e la Sanità

di Monica Vaccaretti

Nell'ultima campagna elettorale nell'autunno 2022 Silvio Berlusconi, ancora leader di Forza Italia, aveva promesso che il diritto alla salute sarebbe stato garantito in tutto il Paese e che medici ed infermieri sarebbero stati valorizzati per la loro professionalità, anche con adeguate remunerazioni. Accessibilità ai servizi sanitari e riduzione del fenomeno delle lunghe liste d'attesa per visite ed interventi sono state le sue ultime promesse elettorali. In realtà i governi Berlusconi hanno tagliato la spesa sanitaria già nel suo secondo governo (2001-2005) con il decreto legge n.347 del 18 settembre 2001 “Interventi urgenti in materia di spese per l'assistenza sanitaria”.

Anche la Sanità, per Berlusconi, era un affare

Dei Governi Berlusconi si ricorda anche una politica di tagli ai danni del Ssn

Silvio Berlusconi, quattro volte Presidente del Consiglio, è morto oggi all'ospedale San Raffaele di Milano. Ne danno notizia le maggiori testate giornalistiche del mondo, dalla BBC alla CNN ad Al Jazeera.

Ne parlano in ogni angolo del globo. Anche il pontefice twitta il suo cordoglio dall'ospedale Gemelli di Roma. Mosca lo definisce un grande statista europeo e un visionario, sono ampiamente note le sue relazioni amichevoli con Vladimir Putin in contrasto con le posizioni atlantiste assunte dai governi che ha guidato.

È considerato un rivoluzionario che ha cambiato profondamente la vita, il costume, la comunicazione, la politica italiana. Ha creato la televisione commerciale, togliendo il monopolio alla Rai, senza canone ma con tanta pubblicità. Ha ideato il centro destra.

Malato di una grave forma di leucemia cronica, si è spento dopo l'ultimo ricovero per un improvviso peggioramento delle stato di salute. Anche se ufficialmente era entrato in ospedale per essere sottoposto ad alcuni accertamenti clinici anticipatamente rispetto al percorso di cura cui era sottoposto, si intuiva che, in ragione dell'età e della chemioterapia, la fine fosse ormai vicina. I funerali di Stato si svolgeranno mercoledì nel Duomo a Milano. La camera ardente sarà allestita a Mediaset.

Il Quirinale lo definisce un protagonista di lunghe stagioni della politica italiana delle istituzioni repubblicane, un leader politico che ha segnato la storia della nostra Repubblica, incidendo su paradigmi, usi e linguaggi. Ottenne consensi così larghi da poter comporre una maggioranza e un governo. La sua leadership ha plasmato una nuova geografia della politica italiana affrontando eventi di portata globale, dalle Torri Gemelle alla lotta al terrorismo internazionale sino agli sconvolgimenti finanziari alla fine del primo decennio del nuovo secolo.

Il Presidente Mattarella lo considera una persona dotata di grande umanità e un innovatore nel suo campo, che ha saputo conquistare posizioni di assoluto rilievo nell'industria televisiva e nel settore dei media, ben prima del suo impegno diretto nelle istituzioni.

Silvio Berlusconi è stato infatti un imprenditore di grande successo, un miliardario diventato un controverso e divisivo leader politico italiano, dopo aver formato un partito nuovo. È stato un uomo incredibilmente popolare con una forte personalità. Dal 1994 ha dominato la politica e la cultura italiana. È stato un uomo di luce ed ombra che ha segnato un'epoca ed ha conosciuto la gloria e il declino.

Come per ogni lutto, questa figura celebre e carismatica, molto complessa, merita cordoglio e rispetto. Era un uomo di potere, non solo economico, amato ed odiato a seconda del giudizio politico ed umano. È stato un uomo dei conflitti di interesse che sono stati accomodati. Come uomo che ha lasciato un segno nella storia del Paese, viene oggi ricordato per il buono e meno buono che ha realizzato.

È passato attraverso grandi opere e grandi inchieste, tra processi giudiziari, sentenze, condanne ed imbarazzi nello scenario mondiale. Un politico showman, scrivono i giornali americani. Un libertario e un libertino, tra grandi eventi della storia e scandalose vicende personali. Ha portato a modo suo l'"american dream" e l'"I can" in Italia.

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