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Cancellato il vincolo di esclusività per gli infermieri

di Redazione

Gli infermieri potranno esercitare la professione anche oltre l'orario lavorativo dando la possibilità di perequare quella differenza che c'è tra i fabbisogni e la disponibilità dei professionisti. Così il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, a margine dell'approvazione del Decreto Bollette. Il provvedimento - scrive la Fnopi in una nota - recepisce gran parte delle richieste e delle proposte avanzate negli ultimi mesi dalla Federazione per far fronte alla carenza, consentire di sviluppare l’assistenza sul territorio e contrastare le aggressioni al personale sanitario.

Le misure approvate dal Consiglio dei Ministri in materia sanitaria

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci

Prima dell'estate saranno formalizzate nuove misure a favore del personale sanitario: Il mio impegno è anche per misure di natura finanziaria per incentivare l'interesse verso il Ssn e per l'incremento delle tariffe orarie delle prestazioni aggiuntive.

Lo aveva annunciato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, rispondendo ad una interrogazione a risposta immediata alla Camera.

Definendo la tematica della carenza di infermieri e medici come una vera e propria emergenza del personale sanitario, Schillaci ha anticipato le nuove proposte normative che, messe a punto dopo riunioni tecniche con Mef e Regioni, sono state approvate durante il Consiglio dei Ministri di martedì 28 marzo.

Arrivano così delle misure ad hoc contro la carenze di personale nella Sanità pubblica: incentivi a medici e infermieri dei Pronto soccorso già a partire da giugno (previsti fondi pari a 200 milioni di euro), stretta sul ricorso ai 'gettonisti' e aumento delle tariffe da 60 a 100 euro per le prestazioni mediche aggiuntive, ovvero gli straordinari dei medici finalizzati a snellire le attese.

Con questo primo decreto si vanno a limare alcune criticità presenti all'interno del nostro Sistema sanitario nazionale, penso al superamento del vincolo di esclusività per gli infermieri, ha spiegato il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.

In particolare, gli infermieri potranno esercitare la professione anche oltre l'orario lavorativo dando la possibilità di perequare quella differenza che c'è tra i fabbisogni e la disponibilità dei professionisti.

Via libera, dunque, alla libera professione intramoenia per gli infermieri, come i medici, perché non avranno più il vincolo di esclusività con il sistema pubblico. Era da tempo auspicata l’abolizione strutturale del vincolo di esclusività per le professioni sanitarie - scrive la Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (Fnopi) in una nota - che consentirà agli infermieri dipendenti di esercitare la libera professione senza restrizioni di orario. Un primo passo per aumentare le ore di assistenza sul territorio, anche in considerazione dell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Limite ai "gettonisti", ok a medici specializzandi e stranieri

L'obiettivo è anche quello di limitare il ricorso ai medici a chiamata: potranno essere impiegati dalle aziende sanitarie solo in caso di necessità e urgenza, in un'unica occasione e senza possibilità di proroga, a seguito della verificata impossibilità di utilizzare personale già in servizio o di assumere gli idonei.

Inoltre, i medici e infermieri a gettone potranno essere assunti esclusivamente nei reparti di emergenza-urgenza ospedalieri, per un periodo non superiore a dodici mesi, e dovranno essere in possesso dei requisiti di professionalità previsti. Verrà stabilito un tetto massimo per la loro retribuzione.

Se da un lato si punta a bloccare le fuoriuscite di professionisti dal Ssn, dall'altro si stabilisce che il personale sanitario che interrompe volontariamente il rapporto di lavoro dipendente con una struttura sanitaria pubblica per prestare la propria attività presso un operatore economico privato che fornisce servizi in regime di esternalizzazione, non può chiedere successivamente la ricostituzione del rapporto di lavoro con il Ssn.

I giovani laureati in medicina che stanno affrontando il loro periodo di formazione specialistica potranno essere inseriti nei servizi di emergenza-urgenza ospedalieri prestando servizio nelle 8 ore di lavoro settimanale, mentre le aziende sanitarie potranno stabilizzare quei medici che non hanno una specializzazione, ma che già hanno lavorato nei reparti d’emergenza.

Sempre al fine di fronteggiare la grave carenza di personale, fino al 31 dicembre 2025 è poi consentito l'esercizio temporaneo delle professioni sanitarie in base ad una qualifica professionale conseguita all'estero.

Aggressioni ai danni dei sanitari

Viene introdotta un’aggravante specifica, nel codice penale, a carico di chi commette violenze o minacce ai danni del personale sanitario (procedimento d'ufficio, anche se la parte lesa non sporge denuncia): ogni atto di violenza contro i professionisti sanitari viene infatti qualificato da oggi come "lesione grave" ed è punibile con la reclusione fino a sette anni.

Il "nodo" payback

Per limitare l’impatto dei 2,2 miliardi di euro previsti a carico delle imprese del settore biomedicale (che da mesi stanno protestando contro una norma che ritengono ingiusta), viene istituito un contributo statale di 1,1 mld per il 2023.

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