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Nel prossimo triennio spesa sanitaria ridotta di 15 miliardi

di Redazione Roma

La Conferenza delle Regioni ha inviato al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, un’agenda con le priorità da affrontare insieme al Governo appena insediato. È quanto ha annunciato Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni, che fin da subito ha rinnovato al nuovo governo la disponibilità per una proficua collaborazione. Ecco le misure per la sanità.

Le proposte delle Regioni inoltrate al Governo Meloni

Inviata dalla Conferenza delle Regioni al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, un'agenda con le priorità da affrontare.

Abbiamo inviato al nuovo Governo un dossier su tutti i temi, soprattutto quelli più caldi, che le Regioni hanno affrontato in questo periodo. Tutte le commissioni della Conferenza sono state coinvolte. Così il presidente della Conferenza delle Regioni nonché governatore del Friuli Venezia-Giulia, Massimiliano Fedriga. Ecco le misure proposte per la sanità (il documento è stato votato all’unanimità, viene precisato).

Livello del fabbisogno sanitario nazionale

Il report delle Regioni evidenzia l’importanza di tenere alto il livello di attenzione sui maggiori costi e la necessità dell’equilibrio economico finanziario 2022. Si tratta di verificare la capienza dei finanziamenti sul pluriennale anche in considerazione dell’incremento delle risorse per il 2022 e del fatto che le previsioni per la spesa sanitaria contenute nel Documento di economia e finanza 2022 presentano dall’anno in corso al 2025 un rapporto spesa sanitaria/Prodotto interno lordo in riduzione di 0,8 punti percentuali, pari a circa 15 miliardi di euro dal 7% al 6,2%.

Assetto della sanità territoriale (anche in attuazione del Pnrr)

Ad oggi la realizzazione degli obiettivi è prevista nell’ambito delle risorse non finalizzate ricomprese nel livello di finanziamento a legislazione vigente che non risultano sufficienti.

A questo proposito, si prevede l’assunzione di personale per l’assistenza territoriale, a valere sul finanziamento del Servizio sanitario nazionale: 90,9 milioni di euro per il 2022; 150,1 milioni di euro per il 2023; 328,3 milioni di euro per il 2024; 591,5 milioni di euro per il 2025; 1.015,3 milioni di euro a decorrere dal 2026 senza integrare il Fondo in misura corrispondente.

Mirando ad attuare le azioni per lo sviluppo dell’assistenza territoriale e la digitalizzazione a supporto del lavoro dei professionisti e per agevolare l’accesso alle cure mediante la telemedicina, è basilare proseguire il confronto per definire le esigenze organizzative, economico-finanziarie e di personale, a cominciare dal rinnovo dell’accordo collettivo nazionale.

Carenza di personale sanitario

La questione della mancanza di personale sanitario è strategica per la tenuta del Sistema sanitario nazionale, per assicurare le migliori cure ai cittadini, garantendo un’assistenza uniforme sul territorio, tempi di accessi e qualità delle prestazioni conformi ai migliori standard.

La carenza di personale sanitario sta assumendo i connotati di un’emergenza nazionale, la cui soluzione richiede interventi straordinari (cominciando dal superamento dei vincoli legislativi che impongono tetti di spesa e delle limitazioni sull’acquisizione e sulla gestione del personale sanitario).

Governance settori farmaceutico e device medici

Risulta imprescindibile avviare un confronto in relazione alle prospettive e allo sviluppo dei settori farmaceutico e dei device medici in Italia che passa, per forza di cose, attraverso una riforma della governance dei due settori.

A tale proposito, è strategico il completamento della riforma dell’Aifa come pure appare fondamentale rivalutare in toto e condividere la modalità di determinazione e di ripartizione del payback per il superamento del tetto della spesa farmaceutica e della spesa per l’acquisizione dei device medici, individuando anche per il payback dispositivi medici un ente regolatore centrale/ministeriale.

Indennizzi per trasfusioni, somministrazioni di emoderivati o vaccinazioni

Dal 2015 non sono stanziate le risorse da parte dello Stato per gli indennizzi dovuti alle persone danneggiate da trasfusioni, somministrazioni di emoderivati o vaccinazioni sebbene sia previsto che le Regioni si facciano carico di anticipare le risorse.

La legge di bilancio 2021 (Legge n. 178 del 30 dicembre 2020: “Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023”) ha previsto un finanziamento per 50 milioni di euro per il 2021 all’onere sostenuto dalle regioni per l’esercizio della tale funzione di cui alla legge n. 210 del 25 febbraio 1992 (“Indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati”), trasferita alle regioni in attuazione del decreto legislativo n. 112 del 31 marzo 1998 (Ripubblicazione del testo del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, recante: “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59”, corredato dalle relative note).

Contrasto alla pandemia da Covid-19

Pur essendo terminata la fase emergenziale, le Regioni sono tutt’ora impegnate nell’attività di contrasto alla pandemia da Covid-19. Per le Regioni e le Province autonome è imprescindibile poter disporre di indicazioni per adeguare le strategie di gestione della pandemia all’evoluzione dello scenario epidemiologico, a cominciare dalla conduzione della compagna vaccinale autunnale con l’impiego degli attuali vaccini bivalenti.

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