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Opi Salerno: no a ordine di servizio demansionante

di Redazione Roma

L’Ods va disatteso poiché è contrario a norme imperative di legge. Attraverso una lettera aperta il presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Salerno, Cosimo Cicia, esprime il suo “no” alla disposizione dell’Asl campana. Autonomia e responsabilità: l’infermiere è professionista, non mero esecutore.

Ordine di servizio demansiona le infermiere, Opi Salerno non ci sta

Un immeritato discredito dell’intera professione infermieristica, che non trova in nessun modo giustificazione. Non usa giri di parole per esprimere la propria contrarietà il presidente dell’Opi Salerno e vicepresidente nazionale della Fnopi, Cosimo Cicia in replica all’ordine di servizio del direttore dell’UOC di Ostetricia e Ginecologia Gennaro Auriemma rivolto a infermiere e ostetriche dell’Azienda sanitaria di Salerno, che rischia di demansionare le prime.

Riporta l’ordine di servizio: Alle infermiere spetta il compito della terapia routinaria, il giro letto, il vitto e la sorveglianza attiva delle pazienti ricoverate; devono altresì provvedere al trasferimento delle pazienti in sala operatoria e dalla sala operatoria al reparto. Devono provvedere ai ricoveri programmati ed ai prelievi di routine.

Di contro – prosegue – alle ostetriche spetta il compito di accogliere le pazienti di pronto soccorso, provvedere a coadiuvare il dirigente medico nell’assistenza alla paziente ed a provvedere ai prelievi necessari, contemporaneamente alle infermiere spetta il compito di provvedere alle etichette ed, in assenza dell’Oss, a portare le provette in laboratorio.

Si legge ancora che alle ostetriche spettano le lavande delle puerpere, mentre alle infermiere spetta il compito dell’igiene alle pazienti ginecologiche. Infine, spetta alle ostetriche la sorveglianza attiva di tutte le gravide sia in sala travaglio che nel reparto attraverso monitoraggio fetale previsto dai protocolli e prescritti dal medico di guardia. Alle ostetriche impegnate a strumentare spetta il compito di lavare i ferri chirurgici utilizzati.

Un ordine di servizio che Cosimo Cicia ritiene vada disatteso in quanto contrario a norme imperative di legge e lo fa attraverso una lettera aperta indirizzata – oltre che ad Auriemma – alle infermiere UOC Ostetricia, alla Fials, alla Fisi, al direttore sanitario DEA Battipaglia Eboli Roccadaspide, al direttore generale Asl Salerno.

Nella comunicazione il presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Salerno ripercorre l’evoluzione dell’iter di professionalizzazione dell’infermiere, rimarcando che – attraverso l’abolizione del mansionario infermieristico con la Legge 42/99 (che riconosce la piena responsabilità degli infermieri nell’ambito delle decisioni e nelle scelte assistenziali) – l’infermiere è passato dalla mansione tecnica (professionale) a quella intellettuale (professionista, appunto). Una vera e propria rivoluzione che – rimarca Cicia – fa leva su autonomia e responsabilità. Ma ciò che più conta, prosegue, è che la norma mette in crisi soprattutto la parte medica che non dispone più degli “inservienti”, ma è costretta a collaborare con figure del tutto autonome.

La figura professionale dell’infermiere, pertanto, si è qualificata nel corso degli anni, acquisendo sul campo una serie di competenze e specificità che hanno mutato – e di molto – il ruolo professionale che non può, né deve, essere quello di mero esecutore di ordini medici. Va da sé l’importanza di riportare, come è stato fatto nella lettera, quanto statuito dall’art. 1 della legge 251/2000, evidenziando una serie di parole chiave che spaziano da “autonomia” a “prevenzione”, da “cura” a “salvaguardia”, da “metodologie” a “obiettivi”: Gli operatori delle professioni sanitarie dell’area delle scienze infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono con autonomia professionale attività dirette alla prevenzione, alla cura e alla salvaguardia della salute individuale e collettiva, espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei relativi profili professionali nonché degli specifici codici deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per obiettivi dell’assistenza. Disattendere l’ordine di servizio dell’Asl di Salerno: su questo punto Cicia è più che perentorio.

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