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NurSind: infermieri dimenticati dalle istituzioni

di Redazione Roma

Monta la rabbia degli infermieri sardi, che a Cagliari hanno protestato sotto la sede del Consiglio regionale per la carenza di personale, infermieristico e di supporto. Il NurSind Sardegna: Operatori stremati dopo un anno e mezzo di lotta in prima linea al Covid-19. Turni massacranti e non retribuiti il giusto.

Infermieri sardi in piazza, la protesta NurSind a Cagliari

Un momento della manifestazione orgnizzata dal sindacato infermieri NurSind a Cagliari (31 maggio 2021)

Si sono ritrovati in un centinaio provenienti da tutta la Sardegna, sotto al palazzo del Consiglio regionale, in via Roma a Cagliari, per protestare poiché in corsia il numero degli operatori sanitari non è in alcun modo proporzionato a quello dei pazienti.

Una lunga catena umana, con il NurSind in prima fila di una categoria che si sente dimenticata e tradita dalle istituzioni. Alla base della protesta, numerosi motivi; in particolare, appunto, la carenza di infermieri che sta costringendo i colleghi degli ospedali a turni massacranti e non retribuiti il giusto.

Con un duplice risultato – commenta Fausta Pileri, vice-coordinatrice regionale del NurSind e rappresentante nazionale – da un lato va considerato lo stress psicofisico dei lavoratori, dall’altro valutato il rischio che corrono i pazienti. E se sulla pettorina dei manifestanti scesi in piazza campeggia la scritta nei festivi lavoro gratis, è facile comprendere la rabbia e lo sconforto. Perché la carenza di personale infermieristico impatta a trecentosessanta gradi.

Come spiega Fabrizio Anedda, coordinatore regionale del sindacato di categoria: Sono due anni che aspettiamo un concorso pubblico. La situazione era complessa prima del Covid, ora è praticamente inaccettabile. Troppe lungaggini delle procedure concorsuali delle professioni sanitarie e la negazione sistematica della mobilità del personale.

Sempre a livello temporale, è da oltre dodici mesi – rammentano i rappresentanti del NurSind Sardegna – che (a vari livelli) è stata richiamata l’attenzione delle istituzioni regionali. La gestione della gravissima pandemia, che ha colpito anche la nostra isola, ci ha fatto desistere dal portare avanti lo sciopero preannunciato, per evitare di danneggiare sia i pazienti sia gli infermieri. Ciononostante, il NurSind si ritrova ad essere ignorato e schivato dalle istituzioni.

Ad essere contestata è la stessa gestione del servizio sanitario regionale da parte di questa giunta – riprende Pileri – più volte abbiamo segnalato la carenza di personale: in Sardegna mancano migliaia di infermieri e operatori di supporto per assicurare una corretta assistenza, nonché qualche centinaio di ostetriche. Con inevitabili riflessi per i cittadini sardi, che sono a rischio. E noi non intendiamo assumerci responsabilità di sorta, prosegue la sindacalista. E poi la Regione non ha previsto il bonus, decretato nella primavera del 2020, per chi ha lottato strenuamente contro il Covid. Ci sentiamo traditi.

Non sono meno forti le parole di Christian Cugusi, dirigente sindacale del NurSind che, megafono alla bocca, ricorda: In Sardegna mancano all’appello 4.540 infermieri per garantire il rapporto, giudicato ottimale, di tre infermieri per medico. Ad oggi sono in servizio due infermieri per medico. Stando agli standard europei, rimarca, abbiamo tanti medici rispetto al numero di abitanti, e pochi infermieri: ci sono 3,8 medici ogni mille abitanti – la media europea è di 3,6 – e 6,1 infermieri ogni mille abitanti (la media Ue è pari a 8,4). Percentuali, queste, che fanno riflettere, poiché ogni infermiere dovrebbe assistere al massimo sei pazienti per ridurre del 20% la mortalità. Tradotto: se un infermiere assiste 12 pazienti, il 20% di questi potrebbe morire per inadeguatezza delle assistenze. In Sardegna ogni infermiere si occupa in media di 11 pazienti, con punte di 17, conclude Cagusi con amarezza.

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