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Novara, la fuga di infermieri e medici verso il privato

di Redazione

All'Ospedale Maggiore di Novara il bilancio totale del personale sanitario è ampiamente in positivo con un incremento complessivo di 77 unità. I vuoti maggiori li avevamo per gli Oss e un po' per gli infermieri mentre non siamo così carenti per i medici. Gli iscritti alle scuole di specializzazione sono in aumento, a differenza degli infermieri che invece scarseggiano e per i quali abbiamo la concorrenza del privato e soprattutto dell'estero che offrono condizioni migliori. A Dubai li pagano 5mila euro al mese. Così il Direttore Generale Gianfranco Zulian intervenendo in merito alla segnalazione del gruppo regionale del Partito Democratico secondo il quale l'Azienda sanitaria novarese sarebbe la prima in Piemonte a sostituire i medici cessati con assunzioni a tempo determinato, proponendo così una tipologia contrattuale non stabile.

La replica dell’Ospedale Maggiore: bilancio personale ampiamente in positivo

AOU Maggiore della Carità

Ospedale Maggiore di Novara

Si tratta di una distorsione dei dati raccolti dall'indagine conoscitiva che non permette analisi precise, commenta il Dg spiegando che la situazione nell'Asl è ben diversa da quella descritta.

L’incidenza dei contratti precari è bassa sia per il personale medico che per quello del comparto, sottolinea. Analizzando i numeri risulta infatti che soltanto 13 dei 1131 infermieri è a tempo determinato, rappresentano lo 0,97%. Nessuno dei 32 infermieri pediatrici è precario. Lo è il 2,44% dei 246 tecnici sanitari, il 5,81% dei 430 Oss e il 10,53% dei 57 dirigenti sanitari non medici (psicologi, biologi, farmacisti).

Dei 536 medici in servizio al 31 dicembre 2023 hanno un contratto precario il 5,04%, ossia 27. Si tratta di medici specializzandi che entrano in servizio con un contratto iniziale a tempo determinato, destinato a trasformarsi automaticamente in indeterminato dopo il conseguimento del titolo, chiarisce Zulian.

Considerata la grande difficoltà di assumere medici specializzati in alcune discipline (anestesia, radiologia e medicina d'urgenza) per mancanza di candidati ai concorsi pubblici che si sta diffusamente registrando, spiega che si tratta dell'effetto “Calabria”, il decreto del 2018 che consente di assumere anche medici iscritti all'ultimo e al penultimo anno delle scuole di specializzazione.

Nel 2023 risultano 44 assunzioni di medici a tempo indeterminato, in gran parte effetto della stabilizzazione dei contratti, e 31 a tempo determinato, per lo più nuovi specializzandi reclutati, continua spiegando così le 32 cessazioni delle 80 che si sono registrate nel 2023. Per quanto riguarda le altre 43 dimissioni il Dg specifica che si tratta di specialisti che hanno lasciato l'ospedale per lavorare altrove, spesso nel privato e all'estero, oppure per dedicarsi esclusivamente alla libera professione negli ultimi anni di carriera. Si spiegano così anche i numeri minimi di collocamenti a riposo che si registrano nell'Asl, soltanto 5 che sono quelli che effettivamente mancano, contrariamente ai 36 che si è presunto mancassero.

Di infermieri ne mancano invece soltanto 2, a fronte di 100 cessazioni e 98 assunzioni, a cui si deve aggiungere la carenza di 6 tecnici sanitari. In compenso ci sono 90 operatori socio sanitari in più: ne sono stati assunti 157, di cui soltanto 36 a tempo determinato, contro 67 cessazioni, conclude.

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