Una notte di paura al Pronto soccorso di Borgo Trento, a Verona, dove un uomo ha aggredito il personale sanitario, ferendo un medico e tre infermieri. Il responsabile dell'attacco, un cittadino serbo, si trovava in stato di incoscienza quando è stato trasportato in ambulanza all'ospedale, ma al suo risveglio si è scagliato contro chi cercava di assisterlo. L'uomo, arrestato con l'accusa di lesioni personali e danneggiamento, resta in carcere a Montorio così come confermato nella mattinata del 3 febbraio dal giudice del tribunale di Verona.
Notte di violenza al PS di Borgo Trento: convalidato l'arresto per l'aggressore
L’uomo, in evidente stato di alterazione, ha iniziato a molestare altri pazienti presenti nel reparto per poi rivolgere la sua furia contro gli operatori sanitari.
Non solo aggressioni fisiche: il paziente ha anche sradicato alcuni computer e li ha lanciati contro una vetrata, mandandola in frantumi. Il personale, colto di sorpresa, ha cercato di contenerlo, ma la situazione è rapidamente degenerata.
L’allarme è stato immediato: cinque Volanti della Polizia sono accorse sul posto nel giro di pochi minuti. All’arrivo degli agenti, l’uomo, forse resosi conto della gravità della situazione, ha cercato di evitare l’arresto rimettendosi a letto. Un tentativo vano: gli agenti lo hanno fermato e condotto in carcere a Montorio con l’accusa di lesioni e danneggiamento.
Il commento del Direttore Generale: Nessuna misura è mai abbastanza
Il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Verona, Callisto Bravi, ha espresso la propria solidarietà agli operatori sanitari coinvolti nell’aggressione, sottolineando come episodi di questo tipo siano ormai all’ordine del giorno.
Prima di qualsiasi altra valutazione, il tema più importante è quello della solidarietà ai nostri operatori sanitari, che si trovano a dover affrontare situazioni di rischio e disagio senza alcuna colpa. La mia vicinanza va in particolare a infermieri e Oss, che sono il primo contatto con i pazienti e, per questo, i più esposti a episodi di violenza
, ha dichiarato Bravi.
Il Direttore Generale ha ricordato le misure di sicurezza già in atto nel presidio ospedaliero: telecamere di sorveglianza, vigilanza privata notturna, corsi di formazione per la gestione delle aggressioni e assistenza aziendale per il personale vittima di violenza.
Ma l’aspetto più sconcertante è che niente è mai abbastanza. Anche la presenza delle Forze dell’Ordine e l’attività clinica di sedazione non sono state sufficienti a prevenire un’escalation di violenza come quella avvenuta stanotte
, ha aggiunto.
Un problema in crescita: sanità sempre più sotto attacco
Il problema delle aggressioni agli operatori sanitari è in costante aumento in tutta Italia. Secondo i dati raccolti dalle principali organizzazioni sindacali, gli episodi di violenza nei Pronto soccorso e nei reparti di emergenza sono in crescita esponenziale, complici anche il disagio sociale e l’abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti.
La nuova legge contro le aggressioni al personale sanitario ha fornito strumenti in più per contrastare il fenomeno, ma non è sufficiente a risolvere un problema così radicato. Serve un intervento più ampio, che parta dalla prevenzione e dal rafforzamento delle misure di tutela per chi lavora in prima linea
, ha concluso Bravi.
Intanto, il responsabile dell’aggressione resta in carcere a Montorio, in attesa delle decisioni della magistratura. Gli operatori sanitari feriti sono stati medicati e dimessi con prognosi variabili, ma resta la paura per un episodio che avrebbe potuto avere conseguenze ancora più gravi.
Commento (0)
Devi fare il login per lasciare un commento. Non sei iscritto ?